Egregio Presidente Monti,
Mi rivolgo a Lei in merito alla stretta sull'accesso alle monete straniere da parte dei residenti italiani nella Repubblica Argentina che colpisce le pensioni estere e quindi anche quelle erogate dall'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS).
In effetti, la Banca Centrale del paese sudamericano ha deciso attraverso la risoluzione 5318/2012 una serie di misure, tese “ad assicurare i risparmi dei residenti in Argentina”, tra le quali anche quella che dispone che non potranno essere pagate in Euro o in dollari, come avveniva fino a due mesi fa, le pensioni erogate da enti previdenziali dall'estero.
Signor Presidente, sono più di 33.000 i connazionali che percepiscono queste pensioni inviate in Euro, ed in Euro devono essere ricevute. Lo Stato argentino glieli cambia in pesos perdendo così un 35% del valore reale. Tutti sanno che ci sono diversi tipi di cambio e non soltanto quello ufficiale che, tra tutti, è certamente il meno favorevole.
Se consideriamo che una pensione si aggira tra i 300 ed i 500 Euro, con una media, quindi, di 400 Euro mensili, l'INPS invia intorno ai 13.000.000 di Euro al mese, ovvero 150 milioni all'anno. Da questo calcolo è facile dedurre che lo Stato argentino si tiene per se 45 milioni della moneta comunitaria ogni anno, somma che certamente non le appartiene giacche è una somma inviata dal Governo italiano destinata alle pensioni dei suoi cittadini.
Trattasi di concittadini ultra settantenne, solitamente con gravi problemi di salute dovuti all'età o situazione sociale di rischio per i quali la differenza nella valuta è sostanziale.
L'intervento delle nostre Rappresentanze Diplomatica e Consolare a Buenos Aires sembra essere stato inefficace.
Ho ricevuto moltissime telefonate e mail di concittadini che manifestano la loro indignazione e disperazione, chiedendo l'intervento delle Autorità di Roma presso il Governo argentino per risolvere questa situazione.
C'è da dire che, cosi come in ambito diplomatico nel quale lo Stato invia gli stipendi in Euro, i pensionati devono percepire gli emolumenti inviati anche in Euro.
Credo fortemente che la Comunità italiana in Argentina meriti gli interventi più autorevoli e tempestivi da parte del Suo Governo che pongano fine a questa mancanza di rispetto verso la nostra Nazione e insensibilità verso i nostri connazionali. L'Argentina ovviamente, Caro Senatore, non può trattenere quei soldi che non sono suoi.
Saluto il Signor Presidente con viva cordialità.
Senatore Esteban Juan Caselli
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Senatore Mario Monti
Presidente del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi – Roma