Lettera aperta al Dottor Antonio Mastrapasqua

Dottor Mastrapasqua buon giorno.

Chi Le scrive, sono due esodati non salvaguardati e non dei “fantasmi”.
Ci riferiamo alla pazzesca dichiarazione, da Lei rilasciata al TGCOM24 e apparsa ieri sul sito AGI.it:
(AGI) Roma –
Sugli esodati non c'e' alcun balletto di cifre: a oggi sono circa 200mila e non c'e' nessuno che é senza lavoro o pensione. Lo afferma in diretta a Tgcom24, Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps. “La cifra ufficiale – spiega – e' quella che esce dagli atti parlamentari, governo e parlamento hanno tutelato circa 120.000 persone cosiddette esodate, altre 70-80.000 sono quelle che invece avevano gia' maturato i requisiti al 31/12/2011. Dunque siamo a circa 200.000. Più che balletto di cifre si può dire che tutte le cifre in possesso dell'Inps sono le stesse in possesso di parlamento e governo. Non ci sono cifre diverse”. “Oggi – conclude – non c'è nessuno che è senza sia lavoro che pensioni, perchè questi provvedimenti hanno coperto i prossimi anni”.
Come è possibile fare una dichiarazione del genere? Perché ha ridimensionato i dati che l'INPS, di cui è ancora Presidente, aveva fornito nel passato in contraddizione a quanto più volte dichiarato dal Ministro Fornero?
Perché questo atteggiamento incoerente? Forse perché conviene allinearsi alla politica del Ministro del Lavoro?
Siamo passati dagli oltre 300.000, da Lei indicato qualche mese fa, ai 200.000 di ieri. Tra qualche giorno sicuramente affermerà che per Lei gli esodati non sono mai esisti?
Siamo stufi di questi balletti di cifre, siamo stanchi di pregare in ginocchio per vedere riconosciuti il nostro diritto di andare in pensione, abbiamo firmato accordi di esodo quando vigeva la vecchia normativa previdenziale e ci vediamo esclusi dalla salvaguardia perché con imperizia chi ci governa ha approvato velocemente le nuove regole senza prevedere un congruo periodo di transizione al fine di tutelare quei lavoratori che, prossimi alla pensione, si sono trovati come noi “in mezzo al guado”.
Si, noi che ci troviamo in questa situazione solo per aver firmato un accordo individuale di incentivo all'esodo che prevedeva la risoluzione del rapporto di lavoro nei primi mesi del 2012.
Come può affermare che oltre i 120.000 già tutelati non è rimasto nessuno senza stipendio e senza pensione? Che i restanti 70 – 80.000 sono quelli che invece avevano maturato i requisiti al 31 dicembre 2011? Eppure non si può dare colpa al caldo che gioca brutti scherzi a tutti, giovani, non più giovani, perché ieri la temperatura era quasi autunnale!
Non ci risulta inoltre che le ultime cifre da Lei dichiarate siano quelle a cui sono giunti dopo un lavoro più che meticoloso, i Sindacati e la Commissione Lavoro della Camera.
Inoltre il 22 maggio 2012, il Direttore Generale dell'INPS, dottor Nori ha inviato una relazione tecnica al Ministero del Lavoro, nella quale indicava il numero dei soggetti da salvaguardare in 389.200 unità. Ma possibile che nell'ambito dello stesso Istituto Previdenziale non c'è sinergia tra due funzioni così importanti, la Presidenza e la Direzione Generale?
La nostra situazione rappresenta un caso emblematico a cui ostinatamente non si è voluto dare una soluzione nell'ambito della salvaguardia delle 120.000 unità. E sa perché? Perché quel famoso paletto/cetriolo dell'uscita entro il 31 dicembre 2011, nessuno ha avuto il coraggio di eliminarlo.
Il nostro rammarico, è che la nostra situazione Le è stata comunicata più volte da noi dall'inizio del 2012, con lettere spedite per posta ordinaria e per raccomandata, e purtroppo come al solito, i problemi dei cittadini “onesti” come noi tali rimangono, l'importante é che chi governa e chi gestisce le Istituzioni/Amministrazioni Pubbliche, conservi la propria carica quanto più a lungo possibile, senza alcuna situazione preoccupante e difficile da affrontare, oppure, venga informato dei problemi solo dopo che gli altri glieli hanno risolti!
Chi Le scrive sono due dei 116 esodati postali che hanno lasciato, come da accordo incentivante siglato con Poste Italiane, il posto di lavoro il 31 marzo 2012.
Il nostro stato attuale è davvero terrificante, non lo auguriamo a nessuno, neppure al nostro peggior nemico! La maggior parte di noi, è costituita da ex lavoratori con alle spalle 40 anni di contributi previdenziali, che hanno accettato a metà dello scorso anno (periodo giugno – ottobre 2011), di uscire dal mondo del lavoro firmando accordi con la propria azienda, accordi ratificati successivamente presso sedi del Ministero del Lavoro e/o dell'Unione Industriale. Sia la firma degli accordi con Poste Italiane che la successiva ratifica, sono avvenuti in data antecedente il 4 dicembre 2011. Questi accordi prevedevano altresì, la cessazione dell'attività lavorativa il 31 marzo 2012. Secondo le vecchie regole avevamo diritto a percepire la pensione di anzianità a metà del 2013.
Non essendo stati salvaguardati, abbiamo iniziato a pagare, dal mese di luglio scorso, i 31 ratei di contributi volontari di importo mensile variabile, secondo i casi, tra i 1.408 e i 1.466 euro al mese per raggiungere i 42 anni e 6 mesi di contributi previsti dalle nuove norme in materia pensionistica. Predetto importo siamo costretti necessariamente a defalcarlo dallo stipendio che Poste ci ha garantito sino a luglio 2013, pertanto restano appena tra i 500 e i 550 euro, certamente non sufficienti a portare avanti ciascuno di noi, una famiglia composta da moglie casalinga e due figli disoccupati. Per Lei non sarà certamente pazzesco pagare queste cifre, per noi purtroppo si!

Poi, dal 1° agosto 2013, né noi e né le ns. famiglie avremo la possibilità materiale di riuscire a vivere, tenuto conto che in tale data sarà terminato l'incentivo corrispostoci dalla nostra ex azienda e, conseguentemente, non potremo più far fronte al pagamento dei restanti 18 ratei di contributi volontari. Ribadiamo, ancora una volta, che è pazzesco!

Altro dato importante, e che Lei dovrebbe già conoscere, è che Poste Italiane è ancora un'Azienda a maggioranza azionaria pubblica e che, per tale motivo, non è consentito tutelare i propri dipendenti mediante il ricorso agli ammortizzatori sociali. Inoltre il fondo di solidarietà, una volta attivo, ora non lo è più.

Dottor Mastrapasqua tutto questo Lei lo sa benissimo, non ci prenda in giro, e condivida con il Ministro del Lavoro la soluzione per noi, che non può essere quella diversa dalla salvaguardia come gli altri 120.000 esodati, altrimenti ci comunichi ufficialmente per iscritto come dobbiamo essere classificati se non esodati, perché a questo punto non lo sappiamo neppure più noi.
Se poi dal Governo è giunto l'ordine di ” facite ammuina”, allora Dottore Le chiediamo scusa e chiudiamola qui sulle ali della frase “Tiremm innanz” pronunciata dal famoso patriota milanese Amatore Sciesa.
Le auguriamo buon lavoro Dottore, ma nell'interesse primario dei “fantasmi” senza lavoro e senza pensione. Ma a proposito, dimenticavamo di chiederglielo, Lei crede ai fantasmi?
Francesco Abate & Gennaro Casafina

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: