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LA CORDA, TIRATA DA TROPPO TEMPO, ORMAI SI E’ ROTTA….RESTANO SFILACCIAMENTI CHE NON TENGONO, ANCHE PRESSO IL QUIRINALE.

C’era da aspettarselo che, dopo tanti anni di politica “non politica”, in nome di una democrazia che tutto era tranne che democrazia, ma semplicemente arte dell’arrangiarsi grazie a paraventi protettivi democratici (solo di nome) istituzionali, che sono serviti prevalentemente da scudo ai lestofanti anziché fungere da vero strumento di difesa nell’interesse di questa martoriata Italia, saremmo giunti ad un forte corto circuito che nessun … macroscopico interruttore magneto-termico, avrebbe saputo o potuto evitare.

Ora, persino l’estremo baluardo della democrazia, il Quirinale, è in fibrillazione continua per via delle intercettazioni il cui esito non fa ben sperare in quanto, coloro che sin qui si sono serviti della democrazia per il proprio tornaconto, accorgendosi ora che il pozzo su cui attingere è completamente vuoto e, per di più, sentendo – finalmente direi ! – che sono alle corde, stante il fatto che l’opinione pubblica ha voltato loro le spalle, si fanno la guerra nella speranza di ricostruire un qualcosa che, politicamente, non ha né nome né cognome, consapevoli come sono che dovranno necessariamente abbandonare gli scranni per poi sperare nella loro…riconquista: insomma, per certuni, il parlamento oggi è diventato sinonimo di “serbatoio di lavoro”, ove si lavora comodamente, in condizioni del tutto privilegiate e soprattutto con emolumenti da Paese di Bengodi e, soprattutto, si vive oltre la media…. Ma questa è cosa risaputa.

L’Italia oggi si regge solo sugli sfilacciamenti di una corda che si sta spezzando e che, in linea teorica, ma in altre condizioni e tempi, avrebbe potuto dar vita ad un colpo di testa da parte di qualcuno, evento terribile che, anche oggi, in chiave politica diversa, ove non avesse a risolversi con il buon senso di tutti, nemmeno un commissariamento dei più soft, potrebbe risolvere se non con la forza. E quando c’è la forza di mezzo…

Per fortuna, ed io credo in questo, esiste ancora un paracadute per l’Italia: i giovani che, con il loro voto in aggiunta a quello delle persone intelligenti ed oneste che ormai non ne possono più sia del berlusconismo che di altre politiche radicali, potrebbero far piazza pulita di tante cariatidi della politica che sono utili solo a se stesse.

Ora se ne accorge anche il Clero che c’è bisogno di cambiare Stato e politica, dimenticando esso che fino a poco tempo fa, gli faceva comodo andare a braccetto con coloro che hanno portato il Paese in questa drammatica situazione, segno evidente che anche la Chiesa è in serio pericolo: le vocazioni sono sempre meno e, come ho potuto accertare durante un breve soggiorno romano proprio in ambienti vicini a quelli del Clero, ho maturato la convinzione che il Vaticano, in nome di una cristiana accoglienza, stia fagogitando tanta gente extra comunitaria, asiatici, africani. Sudamericani, accoglienza possibile più per il fatto che esiste un forte divario fra le migliori condizioni di vita offerte dal Vaticano rispetto a ciò che offrono i paesi di provenienza di tanta gente senza arte ne parte, priva di istruzione, e magari ridotta anche alla fame. Detta gente infatti, una volta insediata in Italia, non se ne va più, dimenticando che arano stati chiamati in nome di potenziali vocazioni…determinando, in ultima analisi, dei grossi problemi per il nostro paese, ormai ridotto alla frutta…(l’argomento è già stato oggetto di un mio precedente articolo su questo quotidiano)..

Ritornando alla situazione italiana, io penso che, quando Mario Monti, dice che ormai l’Italia incomincia a vedere fuori dal tunnel, voglia promuovere un po’ di ottimismo per far sperare gli Italiani.
C’è solo da sperare, a mio avviso, che questo “po’ di ottimismo” non assomigli, nemmeno da molto lontano, a quelle fasulle dichiarazioni alle quali ci aveva abituati l’uomo di Arcore.

C’è che afferma che al fondo del barile non siamo ancora arrivati e che, non appena arrivati, il Paese in qualche modo saprà risollevarsi, posto che non voglia sprofondare del tutto.
Il che è tutto dire… facendo da contraltare agli ottimismi di Monti, a cui voglio credere in quanto di meglio non c’è.

ARNALDO DE PORTI

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