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A Taranto a sostegno dei magistrati e contro il ricatto tra lavoro e salute

Oggi sarò a Taranto, scenderò in piazza per dire no pacificamente all’alternativa tra lavoro e salute, per sostenere la magistratura messa sotto indegno assedio, da destra e da sinistra, solo per aver fatto il proprio dovere istituzionale. Sarò a Taranto nel giorno in cui arriveranno i ministri Passera e Clini (mentre si sono perse le tracce della Severino), esponenti di un governo che nella partita sull’Ilva è entrato in campo per andare all’attacco della magistratura, per fermare chi difende la legge e non chi l’ha violata per anni.
L’Ilva è una acciaieria che inquina, che ha avvelenato, fatto ammalare e condannato a morte operai e inermi cittadini, uomini, donne e bambini ‘colpevoli’ solo di lavorare all’interno della fabbrica o di vivere appena fuori dai suoi cancelli. Con la complicità di una classe politica del tutto inadeguata, si è fatto credere che fosse nell’ordine naturale delle cose ammalarsi per lavorare e lavorare per ammalarsi, che un’alternativa non fosse possibile.

Non è così, e ora che un magistrato ha osato svelare il grande inganno, ora che si è azzardato a chiedere il rispetto della legge, eccolo diventare il bersaglio del governo e dei partiti che lo sostengono. C’è una cosa, tra tante, che mi fa una rabbia insopportabile ed è il sentir dire da rappresentanti delle istituzioni che la produzione non si può fermare, altrimenti l’industria muore. Ma se muore la gente qualunque, nessun problema. C’è l’assurda pretesa di poter sacrificare la vita di alcuni per salvare l’industria di altri.

Io a tutto questo non ci sto. Perciò domani mattina sarò in piazza Immacolata accanto a chi, come me, crede che si debba salvare lavoro e salario, accanto chi, come me, vuole che il governo pretenda che il gruppo Riva metta mano al portafogli e si faccia carico della bonifica degli impianti inquinanti, accanto a chi, come me, crede che la magistratura stia facendo solo il proprio lavoro e il proprio dovere. Non contro i lavoratori, ma per difendere il diritto di tutti alla salute.

So bene che l’Ilva non deve chiudere, ma so anche che rilancio industriale e “ambientalizzazione” passano attraverso un impegno preciso del Gruppo Riva, se necessario fornendo ai giudici una fideiussione bancaria per garantire la volontà di mantenere la produzione tutelando ambiente e salute. Stando alle intercettazioni, i Riva dichiarano di vendere fumo e i giudici non si fidano. E nemmeno io.

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