La legittima domanda sul perchè Schwazer è stato sospeso dall’ Arma e chi uccise il giovane Aldrovandi no, il commento della Cinti

La legittima domanda sul perchè Schwazer è stato sospeso dall' Arma echi uccise il giovane Aldrovandi no, il commento della CintiLa vice responsabile dell' Italia Dei Diritti per l' Emilia Romagna: “La domanda posta a chiarimento del perchè Schwazer abbia subito untrattamento così drastico diversamente dai poiliziotti che colpirono amorte Federico, non solo non è provocatoria, ma giusta e dovuta, edovrebbe accomunarci tutti” Bologna, 10 agosto 2012- E' stato il papà di Federico Aldrovandi,morto nel 2005 a Ferrara a seguito dei pestaggi subiti da 4poliziotti, a porsi la domanda sul perchè l' atleta olimpionico dimarcia Alex Schwazer sia stato immediatamente espulso dall' Arma deiCarabinieri a seguito della scoperta dello scandalo doping, mentre gliagenti condannati a tre anni e mezzo per omicidio colposo neiconfronti del figlio continuino ad esercitare indisturbati la propriaprofessione, tra l'altro nonostante numerosi appelli e proteste perchèvenissero allontanati. Lino, il padre di Federico, ha dichiarato chenonostante Schwazer abbia dato prova di un comportamento assolutamentescorretto, non ha ucciso nessuno, a differenza di quei 4 poliziottiche non solo inveirono con ferocia sul giovane, ma in deguitocontribuirono a depistare le indagini, dichiarando d'accordo il falsoe omettendo importanti informazioni, continuando persino ad offendernela memoria attraverso affermazioni offensive su facebook rivolte allamadre. Senza contare che hanno pesantemente offeso il significatostesso della divisa che meschinamente continuano ad indossare, poichène hanno infangato e tradito l'alto valore cui essa richiama. Intantoquesto padre ferito nel profondo continua a sperare che troviattuazione la promessa fattagli dal Ministro Cancellieri di unprovvedimento disciplinare, e si dice paziente.Luana Cinti, del movimento Italia Dei Diritti per l' Emilia Romagna,in merito afferma: ” Il paragone tra le due vicende e i loro diversirisvolti non è inappropriato, ma rispecchia in pieno quelle che sonole tante contraddizioni del nostro Paese. Esse si rivelano tanto piùevidenti e lampanti quando vissute personalmente, come nel casodrammatico dei genitori di Federico Aldrovandi, e fanno emergeretante domande, contribuendo a nutrire l' indignazione per unagiustizia troppo spesso singhiozzante se non incoerente eincomprensibile, che non viene percepita per ciò che quotidianamentesi impegna a fare a tutela dei cittadini, bensì quel che continua anon realizzare, lasciando soltanto l'amarissimo sapore dell'impotenzanel cuore di tutti i papà Lino che si son trovati a vivere situazioniterribili di perdita, per la quale la risposta risarcitoria non arrivao non è assolutamente compatibile con la gravità del fatto avvenuto.E' chiaro che i genitori di Federico contin uano a chiedersi se lavita del figlio abbia mai significato qualcosa per lo Stato esoprattutto se la vita stessa abbia un qualche valore, poichè chi haucciso, e lo ha fatto con tale violenza, lavora ancora per lo stessoStato che si è comportato così blandamente nei loro confronti. Difatto, la domanda posta a chiarimento del perchè Schwazer abbia subitoun trattamento così drastico diversamente dai poliziotti che colpironoa morte Federico, non solo non è provocatoria, ma giusta e dovuta, edovrebbe accomunarci tutti. Se il maratoneta olimpionico è statoirrimediabilmente allontanato dall' Arma, poichè dopato, è evidenteche la sua scelta di iniettarsi di nascosto sostanze illegali è statavalutata gravissima, un tradimento sportivo e una perdita di fiduciaanche agli occhi dello Stato che egli ha deciso di rappresentare.Schwazer ha nascosto la verità e sperava di cavarsela comunque,eludendo i controlli e gareggiando al top fino a quando fosse statopossibile, senza preoccuparsi delle possibili conseguenzesanzionatorie. Poi ha pianto. Coloro che uccisero Federico hannoinvece tolto di mezzo, e con freddezza, una vita umana, inseguendoprobabilmente le stesse convinzioni di Schwazer, non hanno pianto esono ancora al loro posto. Con quali parole lo si spiegherà aigenitori del giovane venuto a mancare?”. Ufficio Stampa Italia Dei Diritti Emilia Romagnaitaliadeidiritti@yahoo.ithttp://www.italiadeidiritti.it

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