L’8 agosto ricorre l’anniversario della tragedia di Marcinelle, miniera belga dove nel 1956 perirono 262 minatori, dei quali 136 di nazionalità italiana. Queste persone erano emigranti che, trasferitisi all’estero in cerca di lavoro, stimolati dal patto italo – belga “braccia in cambio di carbone”, trovarono un’occupazione onesta ma pericolosa, e purtroppo pagarono con le loro vite la scelta di affrontare il sacrifico dell’emigrazione. Marcinelle, con questa tragedia, diventò il simbolo della sofferenza e del sangue versato sul lavoro dagli italiani nel mondo. “Ricordare questo drammatico evento” – sottolinea il Sindaco Roberto Morroni, Presidente del Museo, “arricchisce la nostra coscienza del valore della memoria dell’emigrazione, comprendendo il coraggio, la fatica e il sacrificio degli emigrati italiani all’estero”. “Il Museo Regionale dell’Emigrazione” – aggiunge il Direttore Catia Monacelli – “in questi giorni, nella sezione dedicata alla miniera, proietterà a ciclo continuo immagini e documentari sull’argomento, a memoria del sacrificio di tutti i migranti: quelli di ieri e quelli di oggi, che drammatcamente perdono la vita nel sogno di raggiungere le nostre coste”. A causa di un errore umano, l'8 agosto 1956 il Belgio venne scosso da una tragedia senza precedenti, un incendio scoppiato in uno dei pozzi della miniera di carbone del Bois du Cazier causò la morte dei minatori che, senza avere via di scampo, furono soffocati dalle esalazioni di gas. Le operazioni di salvataggio andarono avanti fino al 23 agosto quando, dopo avere raggiunto i 1055 metri di profondità, uno dei soccorritori pronunciò in italiano: “tutti cadaveri!”.
Il Museo dell’Emigrazione è aperto dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.30,
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