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TROPPE INCERTEZZE

Il caldo tropicale non ha sminuito l’ardore politico italiano. La stasi di mezza estate non ci sarà. Noi non ci avevamo contato più di tanto e per varie ragioni. Intento Monti, col suo programma di governo, non avrebbe avuto modo di permettersi tempi “morti”. I partiti nazionali si sono dovuti adeguare di conseguenza, ridimensionando, per la prima volta, il periodo “feriale”. Malgrado queste premesse, il quadro politico nazionale resta incerto ed improntato alle critiche senza un progetto veramente innovativo da contrapporre all’austerità imposta dal Professore. I leaders preferiscono criticare; anche perché non hanno programmi utili da contrapporre. L’Esecutivo “tecnico” lo ha ben compreso e continua ad esercitare la sua linea coercitiva che taglia tutto e non concede nulla. Le stesse forze sociali mantengono un ruolo interlocutorio, ma senza effettive alternative di lotta. Del resto, il fronte occupazionale italiano continua a registrare una crisi impossibile da gestire senza ridare alla libera iniziativa il suo ruolo primario. Se si continua a “ridurre”, il destino della Penisola resta segnato. Per noi, non è una novità. Chi ci segue c’è testimone. Certo è che non basta riportarlo senza offrire alternative. Che sia difficile trovarne siamo d’accordo, ma, almeno, si potrebbe tentare. Invece, da agosto, l’imprenditoria italiana assumerà l’abituale posizione feriale. A settembre, non tutte le attività riprenderanno. La competitività nazionale, sulla quale avrebbero dovuto essere concentrati gli interventi, resta la vittima primaria di una situazione che neppure Monti avrebbe potuto supporre. Ce ne siamo resi conto anche dai segnali d’attrito nella stessa compagine di Governo. Tener testa ad un programma che favorisce l’incertezza non è facile neppure per gli uomini che il Professore ha voluto al suo fianco. Non ci attendiamo, in ogni caso, cambiamenti efficaci; almeno sino alla fine d’anno. Dopo Monti, anche i “consulenti” dovranno fare le valigie e, per un breve periodo, si tornerà ad assumere un profilo d’ordinaria amministrazione nell’attesa delle consultazioni politiche generali della tarda primavera del 2013. Forse, in allora, l’Italia amministrativa sarà differente, come la stessa composizione parlamentare. Intanto che Monti ci salassa, i politici che gli consentono di farlo sono impegnati a dare un successivo colpo di spugna alla nostra Costituzione. Non importa, al momento, dare dei giudizi sul “meglio” o sul “peggio”; i cambiamenti saranno operativi senza eccessivi sforzi per farli accettare al Popolo italiano. Nonostante tutto, siamo fatti così: ci preoccupiamo senza, poi, assumere nette posizioni che lo facciano intendere a chi ci dovrebbe rappresentare nelle opportune sedi. Intanto, Il PIL ( Prodotto Nazionale Lordo) è sempre in negativo e la crisi italiana assai diversa da quella presente negli altri Stati UE. Chi sperava in segnali di “salvataggio” da parte della BCE (Banca Centrale Europea) ha dovuto ricredersi. Nel frattempo, il costo della vita per il primo semestre del corrente anno è stato maggiore del 9% rispetto allo stesso periodo 2011. Se la tendenza fosse confermata, l’anno si chiuderebbe con un incremento reale del 20%; mentre le retribuzioni e le pensioni già hanno subito “tagli” dovuti ai problemi della fiscalità locale; sempre nello spirito di quel federalismo che ha fatto comodo a pochi e sacrificato il futuro di molti. Col quadro che si sta delineando, non possiamo essere ottimisti. Ora non rimane che accertare, con maggiore impegno, i prossimi povvedimenti del nostro Esecutivo. Riconfermando la “non” sfiducia solo se sarà maritata.

Giorgio Brignola

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