In aumento i furti di vestiti usati nei cassonetti per la raccolta vestiti. C'é un boom dell'usato griffato da Armani a Prada barattato anche con la droga
I ladri in Italia hanno trovato il loro nuovo eldorado: i cassonetti con i vestiti usati. I furti sono in aumento, tanto da poter parlare di vero e proprio fenomeno. Un fenomeno in crescita dovuto alla crisi galoppante. Solo vestiti di marca un vero e proprio boom dell'usato griffato, che vengono riciclati nei mercatini ed in alcune vere boutique del riciclo di lusso. La crisi è anche questo, un cambiamento di consumi: non è la fine del consumismo. E’ notizia di pochi giorni fa che un pusher è stato pagato con vestiti usati di marca. Un 33enne tossicodipendente ravennate invece che con i contanti ha pagato il suo spacciatore con vestiti di marca usati ma non troppo. Due slip e una T-shirt firmati, oltre a un paio di pantaloni per due dosi di eroina (totale 1,6 grammi). La polizia, quando a Ravenna poco dopo lo scambio ha arrestato il 34enne tunisino che gli aveva passato la droga, oltre allo stupefacente ha recuperato anche i vestiti utilizzati per il baratto.
Da parte delle associazioni che si occupano della raccolta, Croce Rossa e Caritas, non vi è una presa di posizione per ovvie ragioni.
Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” alla luce di tali fatti, è necessario che la raccolta degli indumenti usati sia effettuata da associazioni di chiara specchiatezza e con requisiti di onorabilità. Inoltre la raccolta deve essere effettuata in appositi contenitori che consentono l’immissione dei vestiti usati ma non la loro sottrazione se non da parte degli enti all’uopo abilitati. Tutto ciò per assicurarsi che l’indumenti usati siano effettivamente devoluti ai bisognosi e non e non diventino strumento di lucro per soggetti poco raccomandabili.
Lecce, 13 luglio 2012
Giovanni D’AGATA