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"Da troppi dirigenti politici calabresi reazioni scomposte e qualunquismo esasperato"!

Da alcuni mesi, diversi dirigenti di partito, perfino amministratori e rappresentanti istituzionali, del centrodestra ma anche del mio stesso partito, si sentono reazioni eccessive, talvolta fatte da un populismo che scivola nella violenza verbale, nella presunta difesa degli interessi della Calabria.

Il grido è sempre lo stesso : No. No a qualsiasi cosa. No a tutto quello che sfiora la Calabria. No senza se e senza ma.

Una posizione questa che, se vogliamo, è troppo comoda, perché non comporta l'esercizio proprio di una classe dirigente: quello di fare scelte, farle in tempo, puntare al cambiamento e non tanto alla conservazione.

La classe dirigente calabrese non si può chiudere a riccio, non può rivendicare tutto per tutti, ma deve avere il coraggio delle scelte. Finora abbiamo sentito mille no: anche da parte di coloro che a Roma votano sì, poi vengono in Calabria e urlano a squarrciagola il loro no!

E' sicuramente il caso di contestare e contrastare quelle che sono le scelte negative per la nostra terra. Non dimenticando però che il Paese si trova sotto un macigno devastante: una violenta recessione economica e finanziaria, quasi come se vivessimo in un'economia di guerra, che comporta drammatici sacrifici dopo che per un decennio ci è stato detto che 'la crisi è solo psicologica'.

Davanti a tutto ciò, serve poco gridare in maniera scomposta e con un piglio tipicamente qualunquista. Servono idee e proposte alternative, servono progetti moderni per difendere anche un solo posto di lavoro, ogni centesimo che ci tocca; serve una strategia comune che poi va portata ai livelli nazionali e difesa a qualsiasi costo. Serve un progetto per il futuro: non bastare difendere ogni cosa dell'esistente, anche quella più inutile e insignificante. Occorre costruire il futuro dei nostri figli, garantendo il presente a chi oggi vive in condizioni assai difficili. Necessita un comportamento riformista e innovatore in chi ha responsabilità politiche e di governo, se vogliamo sperare in un avvenire migliore.

Ma almeno noi che abbiamo responsabilità, evitiamo certe reazioni scomposte che producono solo danni tra coloro che ci vedono e ci ascoltano.

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