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Rapporto INAIL 2011: poche verità – Marco Bazzoni
“Ho sentito sia le dichiarazioni odierne, sia quelle passate del Presidente della Repubblica. Dice che ci vogliono più controlli, più sanzioni, però il Presidente della Repubblica 3 anni fa l’ha firmato il Decreto Legislativo 106/09 che ha dimezzato le sanzioni ai datori di lavoro, ai dirigenti, ai preposti. Ha introdotto la salva-manager che deresponsabilizza i datori di lavoro, quella che l’ex Ministro del Lavoro Sacconi diceva di avere cancellato, invece è uscita dalla porta è rientrata dalla finestra.” Marco Bazzoni
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Il cittadino modello
Salve quest'anno mi sono comportato da cittadino modello, ho chiesto scontrini fiscali e fatture per qualsiasi spesa facessi, mi sentivo bene, veramente bene. Ho portato la mia cagnina dal veterinario il quale le ha salvato la vita dopo numerosi interventi ed ho rinunciato ad uno sconto del 25% se avessi pagato in nero, in totale ho speso 1000 euro più iva per un totale di 1210 euro in fattura anzichè 750 euro. Mi sono sentito benissimo!!! Ero un bravo cittadino. Mio figlio di 27 anni ha avuto un problema di ernia alla schiena, per avere una TAC in tempi umani siamo stati costretti ad andare in una struttura privata ed anche li, come sopra, ho richiesto fatture a chiunque: per visite, medicine, terapie pagando 2000 euro rinunciando ad uno sconto in nero di circa il 20%.
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Previsioni elettorali leggi il post
di Vittorio Bertola, Torino (Voti: 64)
Sai cosa penso? Importa poco lo scenario, importa che noi ci diamo da fare in maniera intelligente per presentare la miglior proposta per il futuro dell'Italia che si possa fare in questa situazione difficile, le migliori persone per portarla avanti e una grande mobilitazione in tutte le piazze per farla conoscere dal basso a tutti gli italiani. Se facciamo così, loro possono fare tutte le manovre che vogliono, ma alla fine se ne dovranno andare. Vittorio Bertola – Movimento 5 Stelle, Torino
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Morti sul lavoro
di M.L.
Il Rapporto INAIL 2011 contiene poche verità, eccone una sola, ma che numericamente parlando conta molto. Non hanno detto di tutti coloro che, trasportati in fin di vita, o moribondi, o deceduti durante il trasporto, o in coma, o morti in Ambulanza o sul 118, o addirittura caricati “morti” sono stati fatti passare per vivi per farli giungere cadavere solo all'arrivo in ospedale. Tutti questi non sono considerati morti sul lavoro perché deceduti in altro luogo, e quindi NON risultano nella statistica, ma vengono registrati come “deceduti in ospedale”! Pertanto la lista “diligentemente” compilata dall'INAIL è INCOMPLETA e nasconde una verità “comodamente consolidata” per LORO: chi rimane ferito gravemente sul luogo di lavoro o in un incidente stradale e poi trasportato in fin di vita in Ospedale, non verrà mai considerato un MORTO sul LAVORO, ma come un semplice decesso ospedaliero! Solo successivamente e con gli accertamenti che possono durare anni ed anni, si potranno inserire coloro che per cause direttamente connesse alla sicurezza sul luogo di lavoro, persero la vita. E visti i tempi della Malagiustizia …. campa cavallo!
Pubblico impiego: si chiariscano le responsabilità
di M.L.
Che il pubblico impiego sia una delle palle al piede del Sistema Italia non è una novità e se dirlo è ormai luogo comune, le prove concrete di inefficienza e spreco non mancano. Per completezza dell'informazione, che non dovrebbe limitarsi allo stereotipo poiché altrimenti si fa della propaganda che è un'altra cosa, bisognerebbe parò accennare alla composizione della suddetta palla ed ai singoli anelli della catena. Prendiamo l'ultima bordata inerente il passivo cui andrebbe incontro l'Inps accorpando al suo interno Inpdap. Perché non specificare che il buco di Inpdap è dovuto in parte all'ormai impercorribile scivolo dei baby pensionamenti, ma soprattutto all'impatto del fondo per la dirigenza? Si chiarirebbe che almeno in campo previdenziale lavoro privato e pubblico si assomigliano, visto che in ambedue i dipendenti si sobbarcano i lauti assegni pensionistici riscossi dai loro manager. La differenza sta casomai nella sovrabbondanza di dirigenti pubblici, ma su queste nomine e promozioni, è bene ribadirlo, né l'impiegato regionale né l'operatore di sportello hanno responsabilità. Attenzione, perché è proprio sul taglio di tali figure apicali che la spending review di Monti, già timida al riguardo, rischia di capitolare.
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