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Editoria all’estero

Signor Presidente, quanto introdotto in questo provvedimento in materia di contributi ai periodici italiani pubblicati all’estero nonché alle pubblicazioni con periodicità almeno trimestrali, edite in Italia e diffuse prevalentemente all’estero, rappresenta un importante passo avanti nella direzione di un riconoscimento dovuto e più volte auspicato, perché i prodotti editoriali, indipendentemente dalla loro configurazione cartacea o digitale, che siano editi o diffusi oltre il confine, mantengono una fondamentale e riconosciuta funzione in sede internazionale.
Infatti, oltre ad essere essenziale veicolo dell’informazione ampia e pluralista che garantisce il buon funzionamento delle istituzioni democratiche, rappresentano il principale riferimento culturale informativo delle comunità italiane oltre confine. Sono, di fatto, un indiscusso veicolo di promozione della lingua e cultura italiana e della crescita e valorizzazione del made in Italy.
Ma i nostri quotidiani all’estero risentono in maniera vistosa di eventuali ritardi o di impasse varie sul versante dei contributi sia in termini di tagli che di ritardi logistici e amministrativi nell’erogazione. Ad esempio, un ritardo nella convocazione della commissione tecnica per l’erogazione del contributo del 2010 ha determinato una situazione di grave crisi per le nostre testate all’estero, mettendole a rischio di chiusura. Non dimentichiamo che la sopravvivenza di queste dipende dal credito finanziario delle banche e, in caso di mancata erogazione dei contributi pubblici, possiamo immaginare cosa si crea per le società editrici.
Per tale ragione, chiediamo al Governo di procedere con il reintegro del 15 per cento del contributo non erogato per il 2010, nonché con il riconoscimento della garanzia che il prossimo contributo, che verrà erogato nel 2012, venga corrisposto pienamente e senza ritardi al fine di garantire la piena operatività delle società interessate.

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