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BUCCHINO ALLA FORNERO: CARO MINISTRO NON CI IGNORARE, SIAMO STUFI DI INGIUSTIZIE E INDIFFERENZA

Due lettere e due interrogazioni. Ma Elsa Fornero non ci ha mai risposto. Abbiamo rappresentato al Ministro del Lavoro problemi di importanza prioritaria per gli italiani all’estero, come il rinnovo e la stipula delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale, la sanatoria degli indebiti pensionistici, il funzionamento delle procedure di pagamento delle loro pensioni, l’applicabilità del nuovo sistema contributivo alle pensioni in convenzione, il calcolo delle pensioni in convenzione nel sistema contributivo, i diritti previdenziali dei lavoratori immigrati in Italia che rimpatriano nel loro Paesi di origine, il bisogno di una tutela giusta e adeguata. Insomma abbiamo (sei deputati e due senatori del PD) sollecitato in tutti i modi il Ministro che si commuove a spiegarci quale sia la politica di questo Governo in relazione alla garanzia dei diritti previdenziali dei lavoratori italiani emigrati e dei lavoratori immigrati da altri Paesi in Italia. Abbiamo chiesto dei chiarimenti su questioni che a causa dell’indeterminatezza della normativa lasciano aperto il campo a interpretazioni diverse e in alcuni casi contrastanti, abbiamo chiesto un incontro per consentire al Ministro di conoscere meglio i parlamentari del PD eletti all’estero, per scambiare opinioni e riflessioni, per discutere dei problemi da risolvere, per suggerire soluzioni.
Riteniamo che i diritti e le richieste in materia di sicurezza sociale dei nostri connazionali debbano avere rispetto e udienza. Finora non l’abbiamo ottenuta. Si dirà: ma voi contate poco. E’ vero, forse noi parlamentari contiamo poco, ma coloro che rappresentiamo contano molto, perché sono tanti, perché sono onesti lavoratori e pensionati, perché non chiedono raccomandazioni, favori o privilegi. Ma esigono però rispetto, ascolto e la soluzione, il più delle volte semplice, dei loro problemi.
Al Ministro abbiamo ora scritto un’altra lettera: più decisa e incisiva delle prime due. Il Ministro può ora continuare a ignorarci rischiando di perdere definitivamente la nostra stima, oppure può scegliere, ce lo auguriamo vivamente, di rispondere anche in maniera interlocutoria (“ora non ho tempo di vedervi ma lo farò in seguito”) per dare anche un significato al suo e al nostro lavoro.

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