Ma ci fanno o ci sono? La già pessima riforma della costituzione, all’esame dell’aula del Senato in questi giorni, potrebbe essere peggiorata da due modifiche che, se approvate, la inquinerebbero ulteriormente. La prima è il già noto emendamento del Pdl che vorrebbe introdurre il semipresidenzialismo e su cui mi sono soffermato nei giorni scorsi con ampie critiche sia nel merito che nel metodo. Oggi in Aula ho chiesto che la presidenza dichiari inammissibili le proposte di modifica del centrodestra.
La seconda, se possibile ancora più grave, è un emendamento bipartisan presentato alla chetichella da due senatori, uno del Pdl, Luigi Compagna, e una del Pd, Franca Chiaromonte, che di fatto rende impossibile indagare su un parlamentare. L’emendamento, presentato direttamente in Aula e mai discusso in commissione, prevede l’allargamento dell’immunità parlamentare che oggi è limitata alle richieste di arresto. Secondo la proposta di modifica di Chiaromonte e Compagna una volta svolte le indagini preliminari, la magistratura non può procedere senza l’autorizzazione della camera di competenza. La macchina giudiziaria, quindi, si ferma molto prima della eventuale richiesta d’arresto e per la durata di tutto il mandato parlamentare.
Questa maggioranza sta, nei fatti, estendendo il Lodo Alfano a tutti i deputati e senatori. Vuol fare peggio di Berlusconi. Il Paese chiede un Parlamento “pulito” e la maggioranza che fa? Tenta di mettere al sicuro condannati, inquisiti, rinviati a processo. E poi ci si meraviglia di fronte a tanta indignazione dei cittadini. Si dirà che si tratta dell’iniziativa personale di due parlamentari, ma né il Pd né il Pdl hanno finora preso le distanze dall’iniziativa. Tra un paio di giorni vedremo come voteranno. Nel frattempo noi denunciamo l’ennesimo furto di democrazia perché non vogliamo che il Parlamento diventi un bunker per difendere i privilegiati della casta anche dalle inchieste della magistratura.