“Cronache di fine impero”. Il Palazzo che brucia visto dall'interno, con gli occhi di un protagonista che sono anche gli occhi di un cronista.
Proseguono le iniziative per la presentazione del nuovo libro dell' on. Franco Laratta (ha già pubblicato: Miseria e nobiltà, Pensieri in libertà, Quando in Sila cade la neve, la Villa dei 7 piani, Non sparate sul cronista, Biografia di p. Antonio Pignanelli) con il quale si racconta, con taglio ironico e pungente, le vicende politiche e sociali degli ultimi anni, tra scandali e corruzione, mentre va in scena il teatrino della peggiore politica italiana.
Il librò sarà presentato alla Libreria Ub!k di Cosenza, giovedì 14 giugno alle ore 18,30. Assieme all'on. Laratta, la professoressa Donatella Laudadio che presenterà il libro, Domenico Martelli, giornalista e Salvatore Scalzo.
Nel libro: gli ultimi anni del berlusconismo, la crisi del sistema, il fallimento della politica, la drammatica recessione, la fine di un'epoca.
Ad aprire libro c'è la sorprendente presentazione di una ragazzina, appena 18 enne, che si definisce nel profilo facebook ' La Teppista',
“Passioni e sogni spezzati in questa società che apre le porte della disperazione ai giovani consapevoli di non poter costruire il proprio futuro. L’Italia da nazione diventa… escort, la Calabria è sempre più feudo della ‘ndrangheta.
Si presenta uno scenario difficoltoso anche sul piano internazionale. Qualcuno urla la Rivoluzione. La più giusta soluzione per rivedere la luce? Oppure una stupida follia per rimanere nel buio?
Mentre il popolo condanna la ‘casta’, nell’oscuro palazzo di Montecitorio spicca un Deputato. Quello che non ti aspetti, quello che affianca nei loro scioperi, lavoratori di un porto e dipendenti delle ferrovie, quello che scende in campo come un Teppista per difendere il diritto di vivere di una donna straniera e la libertà di un giovane operatore di pace, rapito in una lontana terra, dove la pace è un’utopia.
Il Deputato che si dedica a detenuti e profughi mentre i suoi colleghi Onorevoli se la spassano per spiagge dorate e alberghi di lusso.
La Teppista (http://facebook.com/mariapaola.lopetrone)
Prefazione
Il grande merito di Franco Laratta è stato impedire che lo status di parlamentare in un’era così controversa (anche se molti di “noi” continuano a chiudere gli occhi per non vederlo) per la nostra politica e per il Paese, corrompesse una passione politica cristallina e l’amore vero per la sua Calabria e per la nostra nazione, privandolo di quel vitalismo e di quella pulizia che hanno consentito alla collaborazione prima e alla sempre maggiore identificazione poi tra il deputato del Pd e il giornale che dà il nome a questa sua terza raccolta di scritti (tutti pubblicati da www.ilpolitico.it), di essere così proficua e fertile – speriamo, per il futuro dell’Italia.
Ad uno sguardo superficiale Laratta potrebbe infatti facilmente essere annoverato tra i “membri” della Casta. Parlamentare, “nominato” attraverso il Porcellum, deputato di o “voluto” da quella vecchia classe dirigente del Pd in cui molti così come a destra con il presidente del Consiglio vedono uno degli ostacoli al rinnovamento (e alla rigenerazione) della Politica (vera) e, attraverso di esso, alla (ri) costruzione (ma non di un presente sempre uguale a se stesso, bensì) del futuro del Paese.
Ma il parlamentare calabrese, deputato “giovane” sia politicamente sia (in fondo, ancora) anagraficamente anche grazie alla contaminazione reciproca con il giornale della nuova politica, del rinnovamento (stesso), della “costruzione (appunto) del futuro” ha saputo trasformare i legami con la politica vecchia da un possibile punto di debolezza in un punto di forza.
In una progressione di cui questa raccolta offre una perfetta rappresentazione, Laratta si è sempre più fatto portatore di apertura e “pontiere” tra la vecchia classe dirigente e il futuro della nostra nazione, rappresentato sia da quei volti nuovi che pure la nostra politica autoreferenziale di oggi sapeva (o doveva: suo malgrado?) proporre, sia dalle nuove correnti (ma solo) di pensiero che emergevano negli spazi della politica del domani, sia, infine, dalle istanze di rinnovamento che provenivano direttamente dalla società.
Il 26 maggio 2011, con “Il Pd punti sulla nuova generazione che vince“, Laratta fotografa per primo il fenomeno di una nuova classe dirigente di “rottura” legittimata direttamente dal voto popolare, che vi si riconosce in massa assicurandole più voti di quanti ne attribuisca ai caravanserragli che la “sostengono” (?). E sempre dalle colonne de il Politico.it, è tra i primi (ipotetici) membri della Casta a riconoscere l’esigenza di un ripensamento sui costi della politica, a cominciare dallo scandalo della dotazione di (e della spesa per) auto blu più “consistente” del mondo.
Ma è quando, il 6 luglio scorso, con “Se fossimo un Paese serio…!”, Laratta compie un vero e proprio atto d’amore per la nostra nazione, svuotando tutta la propria frustrazione e preoccupazione per l’attuale (mancato) andazzo di un’Italia a cui basterebbe uno sforzo (in fondo) minimo (e anzi la propria “liberazione”) per salvarsi e tornare grande, che il “connubio” tra il deputato Democratico e le istanze del futuro trova il proprio ideale “coronamento”.
Con la proposta, sincera e appassionata, di un’assemblea costituente a cui affidare il compito di rifondare la nostra architettura istituzionale, Laratta getta i semi di due anni di scritti, lavoro in Parlamento, impegno nelle province calabresi e attraverso la Rete. Nella speranza che i “pesci”, prima o poi, abbocchino. Loro, allora, “moriranno”, ma sarà il giorno che l’Italia comincerà a rinascere.
Matteo Patrone
direttore de “il Politico.it”