Nel mondo c’è Occupy Wall Street, in Italia, invece, con Monti a Palazzo Chigi succede l’esatto contrario: la società civile non riesce a ribellarsi a banche e finanza perché banche e finanza sono imposte alla società civile da questo governo transgenico. Avevamo già banchieri ed esponenti del mondo finanziario ovunque, a cominciare dal governo, ora il Professore li ha messi anche ai vertici della Rai, la più grande azienda culturale del Paese. Con le nomine di venerdì è iniziato il saccheggio del servizio pubblico!
Per recuperare l’appoggio dei poteri forti da cui, poverino, Monti si sente abbandonato, il presidente del Consiglio a quei poteri forti ha fatto un altro bel regalo spalancandogli le porte della Rai. Alla presidenza ha mandato il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Anna Maria Tarantola, che come responsabile della vigilanza non si accorse però delle discutibili operazioni condotte da Fiorani ai tempi d’oro dei furbetti del quartierino. Come dg ha invece imposto l’ex ad di Wind, Luigi Gubitosi, già responsabile della divisione italiana della Bank of America-Merryll Linch e con un lungo passato in Fiat. Uno, tra l’altro, ritenuto buon amico di quel Luigi Bisignani coinvolto nello scandalo P4.
Insomma, gira e rigira il cerchio magico di Monti è sempre quello: banca, finanza, poteri forti. E’ solo lì che il Professore cerca, è lì che prende le nuove leve di comando. Anche se non c’entrano molto con quello che sono chiamati a fare, anche se, come per la Rai, con la televisione, con l’informazione, non hanno nulla in comune. E allora il legittimo sospetto è che in realtà i finti tecnici al servizio permanente delle lobby vogliono solo smantellare il servizio pubblico come gli pare, magari per privatizzare la tv di Stato e darla ai loro amici, Berlusconi compreso.
La partita è delicatissima, in gioco c’è il futuro della più grande azienda culturale del Paese. Non si può consegnare la Rai a chi vuole asservirla, non si deve permettere che con la scusa del risanamento si proceda alla privatizzazione e alla svendita. Almeno su questo il Pd non può fare Ponzio Pilato, non può lavarsene le mani: proprio sulla Rai deve fare cadere il Governo. Altrimenti, dopo aver partecipato all’indegna spartizione su Agcom e Garante per la Privacy, sarà complice di un altro misfatto. E allora ci vorrà davvero del coraggio a parlare poi di diffamazione.