Perplessità  e timori della CVDP sulle nuove nomine Agcom

Il dibattito politico sul rinnovo delle cariche istituzionali Agcom si sta facendo in queste ore sempre più aspro e serrato, anche perché, evidentemente, comincia ad essere ben percepito lo strettissimo nesso che delimita i confini di una democrazia attraverso la libertà di stampa e dell’informazione. L’Agcom è sicuramente la più importante Autorità di vigilanza, perché da essa dipende l’effettività del pluralismo dell’informazione, il primo vero fondamento di una democrazia.

Le lottizzazioni finora attuate su di essa dai “censori” della prima e seconda repubblica, non hanno volutamente lasciato trapelare neanche quelle grossolane limitazioni e strategie che hanno permesso l’allineamento perfetto, al pari di un regime, dell’informazione italiana alle convenienze dei partiti. Tutto ciò doveva infatti servire a blindare un sistema di potere che, in un confronto dialettico di vero pluralismo, certamente non avrebbe potuto trovare terreno di consolidamento parimenti fertile. Ma se questa pratica aberrante e antidemocratica presentava in passato un minimo di parvenza legittimante, per gli effetti di un astensionismo elettorale “fisiologico” e che proprio per la sua precedente irrisorietà faceva sì che l’ambito pluralistico politico si esaurisse coincidendo con la totalità dell’offerta partitica, ben altre esigenze e conseguenze stanno recentemente emergendo grazie alla crescita esponenziale del “non voto” da parte dell’elettorato sovrano italiano, oltre al preciso inquadramento giuridico e costituzionale del pluralismo.

Gli italiani, che in questo momento stanno sempre più prendendo le distanze da un’offerta politica carente e inadeguata, stanno facendo emergere la necessità che una nuova rappresentazione debba essere compresa nell’offerta complessiva dell’analisi politica dibattuta.
Il movimento astensionista politico CVDP, che proprio contro le censure riguardanti la libertà di espressione e le discriminazioni subite dagli astensionisti politici italiani da parte del sistema dell'informazione pubblica ha da tempo avviato una strenua lotta, ha ampiamente denunciato proprio all'Agcom le gravi violazioni perpetrate finora in tal senso dal nostro sistema “democratico”, senza peraltro ricevere alcun apprezzabile esito o riscontro.

Le modalità di nomina dei membri Agcom individuati dal Parlamento, anche stavolta esclusivamente lottizzate, denotano pertanto una ancor più significativa e scarsa “sintonia” rappresentativa, da parte del massimo organo democratico della Repubblica, rispetto al popolo sovrano. E quindi, temendo in una ulteriore stretta oppressiva, ci auguriamo che l’operazione odierna non gravi ulteriormente sulle già violate norme del pluralismo, dell’autonomia e della libertà dell’informazione, in favore di un autoritarismo sempre più conclamato ed evidente.

Roma, 6 giugno 2012

la CVDP – Commissione di Vigilanza

per la Democrazia Partecipativa

(movimento astensionista politico per

il rilancio della sovranità popolare)

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