CAMBOGIA: LA SCUOLA CONTRO LO SFRUTTAMENTO SESSUALE

“Vorrei diventare dottoressa” dice la piccola Sokka, a due passi dalla sua abitazione di legno e lamiera. La madre è appoggiata alla porta mentre i due fratellini più piccoli giocano con la nostra macchina da presa. La bimba aspetta un attimo e poi aggiunge “Voglio diventare dottoressa per curare mia mamma”. La madre di Sokka è sieropistiva, il padre è morto di hiv.

Storie come le sue, strette tra dolore e sogni, sono l'ordinario in Cambogia, dove il 26% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno.

Sokka è una delle tante bambine e bambini sostenuti nella capitale cambogiana, Phnom Penh. ECPAT lavora nella periferia, nelle aree degradate, per difendere i bambini più a rischio sfruttamento sessuale: orfani o bimbi che vivono in luoghi adiacenti ai bordelli, figli di genitori che sono o sono stati nel giro della prostituzione, facilmente manipolabili a causa delle loro misere condizioni di vita, distrutte dalla povertà.

La Cambogia è uno dei Paesi chiave per la battaglia contro lo sfruttamento sessuale dei bambini. Le mafie che organizzano il mercato della prostituzione sono forti, la miseria radicata. ECPAT opera dal 2006 in uno dei centri nevralgici di questo triste “mercato”, la capitale, Phnom Penh. Attraverso un progetto di prevenzione, lavoriamo per tenere i bambini a rischio lontani da questo pericolo.

Sostenere a distanza un bambino in condizione di bisogno, oltre ad essere un gesto di solidarietà a lungo termine, vuol dire contribuire alla sua scolarizzazione e garantirgli risposte ai bisogni essenziali (nutrimento, protezione, controlli e cure mediche, prevenzione) ed un aiuto concreto per la famiglia. L’aiuto del sostenitore gli permetterà di vivere come un bambino e diventare un adulto autonomo e responsabile.

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