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IL CONFRONTO

E’ quasi estate, ma non nel cuore dei politici italiani. Mentre l’Esecutivo Monti continua il suo percorso per salvare chi più ha ed evitare, nello stesso tempo, guai peggiori alla nostra Italia, le scelte sfumano. Per la verità, le possibilità di riuscita che gli rimangono sono pochine. Le banche sono salve. Gli italiani assai meno. La manovra economica, disarticolata per un’insufficiente partecipazione parlamentare, ha accelerato le tensioni sociali che, prevediamo, continueranno. Molti “nodi” sono stati sciolti. Il Professore ha convinto, pur con qualche riserva, anche le Forze Sociali; pure se le manifestazioni spontanee di protesta di chi è stato messo in Cassa Integrazione o, peggio, licenziato continuano in tutto lo Stivale. Già dallo scorso febbraio, avevamo avanzato qualche perplessità sugli obiettivi primari di quest’Esecutivo “tecnico”. Ora i nodi stanno venendo al pettine. L’Italia è ad una svolta. Forse, sono al tramonto i presupposti di questa Seconda Repubblica. Nata, tanto per intenderci, “settimina”. Siamo alla deriva e ce ne rendiamo ben conto. E’ inutile, se non dannoso, predicare bene e razzolare male. Le scelte politiche per il 2013 restano difficili; anche perché c’è la preoccupazione, più che fondata, di non scegliere la posizione giusta. In questo sistema “bipolare” è sempre più facile confondere le carte in tavola e la voglia di “centro” torna a farsi sentire. Anche se di premesse non ce ne sono. L’unica protagonista degli eventi resta l’incertezza. E, con l’incertezza, s’allontana il nostro ruolo sul fronte UE. Internamente, le previsioni sono ancora più fragili e preoccupanti. IL Prodotto Interno Lordo (PIL) ,sempre in negativo, è il termometro della nostra indiscutibile realtà. Siamo pieni di debiti; palesi ed occulti. Il fatto che non sia aumentato il tono polemico dei partiti, non deve trarre in errore. In un’economia catastrofica preferiscono attendere tempi migliori. La “tregua” parlamentare, a ben osservare, pur consentendo a Monti di persevera nella strada verso il Golgota, non ci assicura il “miracolo” di un’apparenza di ripresa. Sempre che, con cauto ottimismo, non ci si senta in grado di penare almeno ancora per una diecina d’anni. Da oltre confine, siamo osservati per gli evidenti attriti sociali; quelli politici, forse, avranno spazio nel futuro. Per scriverla tutta, nella Penisola non si respira per nulla l’aria del dopo Monti. Completata la manovra economico/sociale, il Professore non ha le valigie pronte per lasciare. Nel proscenio, pur se cautamente, si riparla di “poli” d’influenza. Ma è ancora tutto troppo nebuloso per azzardare delle previsioni serie. Certo è che nei prossimi mesi si tenteranno d’imbastire alleanze. Ora, però, non è tanto importante sapere quando si voterà, ma come. Mentre coniugare il pranzo con la cena è sempre più un’impresa, Liberismo e Progressismo non ci sono più. Solo intravediamo un ipotetico”centro” che, però resta tutto da riempire. Mentre scriviamo, l’impegno continua.

Giorgio Brignola

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