Nonostante la crisi economica, le violenze e la recessione, l’Italia è matura per profondi cambiamenti. Col 2013, la politica dovrà tornare in campo con uno spirito parlamentare totalmente rinnovato. Se non nel meccanismo di voto, almeno negli uomini. Il cambio generazionale dei partiti non c’è ancora stato; ma siamo convinti che ci sarà. Anche se solo per necessità, più che per convinzione. Dobbiamo ritrovare quelle premesse indispensabili per riprendere un ruolo in UE e nel mondo. Chiediamo, prima di tutto, una sorta di riconciliazione che porti alle riforme. Proprio quelle che tutti sembrano volere; anche se più nelle parole, che nei fatti. Lasciamo andare il problema delle “ricandidature” e guardiamoci intorno, per garantire, almeno una coerente ripresa politica, indipendentemente dalle posizioni dei singoli. Il dialogo tra i Partiti deve continuare ed i chiarimenti serviranno per “sciogliere” gli ostacoli più ingombranti di un metodo ancora troppo radicato al passato. Dopo Monti, la vita del Paese continuerà. Forse anche su binari paralleli a quelli voluti dai “tecnici”. Le mete da raggiungere non potranno essere stravolte; anche perché, come abbiamo già scritto, i tempi per un’effettiva ripresa saranno lunghi. Se si andranno a focalizzare motivazioni degne di tale nome, Maggioranza ed Opposizione avranno più spunti d’incontro che di scontro. Questo 2012, giunto a circa metà percorso, ci servirà di monito per evitare altri errori ed a meglio riconoscere quelli che sono già stati fatti. I prossimi dieci anni della Repubblica avranno tutta un’importanza fondamentale per la ripresa dell’Italia; anche se il recupero del terreno perduto potrebbe chiedere tempi più dilatati. Superati i sospetti e le incongruenze del potere, verrà il tempo della collaborazione che rappresenta l’indispensabile impegno per garantirci tempi migliori. A ben osservare, non mancano le idee per spianare una strada che resterà in salita. Sono, però, gli uomini che non sembrano in grado d’andare oltre le teorie del “bipolarismo” rigido che non ha dato prova d’effettivo equilibrio parlamentare. La linea Monti, decisa in nome di una crisi iniziata già da alcuni anni, è solo a tempo. La “non” sfiducia può essere supportata solo per un periodo breve. Un anno ci sembra più che ragionevole. Anche se tanti ottimismi politici si sono ridimensionati e gli uomini di partito d’oggi, non sono migliori di quelli di ieri, resta una situazione nazionale tanto compromessa da essere ricordata come la recessione più grave e complessa di questa Repubblica. Del resto, proprio nello stallo di “non” sfiducia, i partiti hanno compreso che la collaborazione è possibile, quando non ci sono all’Esecutivo Leaders da sostenere sotto il profilo politico che, poi, è stato una delle cause meno accertabili del disagio nazionale. Solo tramite la collaborazione e l’attenzione ai problemi della gente, la Democrazia continuerà la sua strada nel Bel Paese. Non sappiamo chi sarà nelle condizioni di governare; anche se tra circa un anno avremo le elezioni politiche più complicate della nostra storia di Stato Unitario. Però, su una realtà possiamo contare: la politica italiana, che ha un’illustre tradizione, ha da rinvenire una linea operativa più conforme ai tempi. Oltre ai sacrifici e per un Paese che ha da ritrovare, prima di tutto, la voglia di rilancio.
Giorgio Brignola