Site icon archivio di politicamentecorretto.com

Pianeta America: Il serpente che si morde la coda

I Repubblicani puntano ancora una volta sulla pubblicità negativa e..

HOUSTON, Texas – Sembra proprio che il 17 non porti bene ai Repubblicani. Fornirebbe inoppugnabile evidenza di ciò l’uragano scatenatosi a seguito di un articolo comparso sulla prima pagina del New York Times di giovedì. Il pezzo, dal titolo “ Miliardario respinge la proposta di riutilizzare la controversia Jeremiah Wright” ha per argomento la proposta dello stratega conservatore Fred Davis a Brian Baker ed a diversi membri della famiglia del miliardario Joe Ricketts, fatta il 10 maggio a Chicago, di riesumare la vecchia storia del reverendo Wright per riutilizzarla contro il suo amico, il Presidente Barack Obama. Si tratta di un vecchio missile dei conservatori, che s’era cercato già di lanciare nel corso delle presidenziali scorse, e che si fondava sul teorema che, siccome il pastore in questione era noto per i suoi sermoni antiamericani, anche il suo parrocchiano finito alla Casa Bianca non poteva che essere un nemico della repubblica stellata.

Tutti sanno come le presidenziali erano andate a finire e come questa, ed altre bombe analoghe, s’erano rivelate affatto precise nel centrare il bersaglio e, sicuramente, non intelligenti. E’ proprio per questo motivo, dunque, che il ricorso allo stesso tipo d’arma ed allo stesso tipo di strategia, mostratasi già fallimentare, getta sgomento fra gli Americani conservatori più equilibrati e quindi meno propensi all’uso discutibile della pubblicità negativa, tesa a gettare fango sull’avversario.

Brian Baker, il presidente e consigliere generale dell’organizzazione “ Ending Spending AC”, ha dichiarato di non saper nulla della proposta in quanto la sua organizzazione e’ basata eminentemente su quella “responsabilità fiscale” che, secondo l’importante rappresentante repubblicano, dovrebbe essere nel corso di questa campagna elettorale per le presidenziali di novembre lo strumento più efficace per scardinare le speranze per la rielezione di Obama. Il documento elaborato da Baker e dai suoi collaboratori repubblicani era centrato, secondo le sue dichiarazioni, su una specie d’intimazione all’inquilino della Casa Bianca di “porre fine alle spese” per cercare di mettere riparo all’economia americana.

La proposta pubblicitaria centrata sui rapporti tra il reverendo ed Obama non poteva essere più lontana, quindi, dai veri interessi di Baker al punto che s’era arrivati a discutere di un’altra organizzazione chiamata “Character matters”, il carattere e’ importante, di cui Brian affermava di non aver mai sentito parlare prima di quella riunione strategica. Adesso, dopo il sollevarsi dell’enorme polverone delle polemiche interne dei conservatori, si cerca di capire come siano andate veramente le cose nel corso del summit strategico incriminato. Ci si vuole rendere conto se all’interno del team degli incursori repubblicani, che hanno il compito d’affondare la corazzata di Obama, si proceda con professionalità e lucidità o a lume di naso. Non si può prescindere dalle precise informazioni presenti nelle righe dell’articolo del New York Times secondo le quali Joe Ricketts aveva preso parte alla riunione con una funzione ed una responsabilità ben più grande di quella di un semplice “partecipante di passaggio”.

Secondo l’autorevole giornale della Grande Mela sembra che lo stesso miliardario, che ora si mostra infuriato per lo scandalo al quale dice d’essere estraneo, avesse dichiarato che “se quattro anni prima il team di McCain avesse prodotto e trasmesso uno spot pubblicitario sul reverendo Wright, Barack Obama non sarebbe stato mai eletto. E’ emerso anche per effetto dello stesso articolo esplosivo che ha tutto l’aria d’appartenere al filone delle rivelazioni dirompenti alla Wiki Leaks, che non era la prima volta che si era discusso dell’utilizzo della pubblicità negativa in questione. In effetti, l’iniziativa strategica molto controversa era stata già oggetto di studio a New York in termini altamente confidenziali, e s’era giunti alla conclusione che i membri della squadra erano pronti ad intervenire immediatamente per l’implementazione del piano non appena fosse stato ricevuto il via libera con la sua approvazione.

Messo alle strette, imbarazzato evidentemente per quanto era emerso, Baker non ha potuto fare altro che negare ponendo l’accento sul fatto che Joe Ricketts aveva fondato sempre la sua azione sul concetto della responsabilità fiscale. A tal proposito, il membro importante del “Super PAC” ha affermato che la ditta di pubblicità “Strategic Perceptions”, contattata per fornire delle proposte, aveva concluso solo un accordo preliminare e che il budget previsto era stato di dieci milioni di dollari. Baker ha difeso con grande determinazione la figura del miliardario e dei membri della sua famiglia che ora sono infuriati per quanto e’ emerso, ed ha cercato di scagionarli dall’attribuzione a questi dell’iniziativa tendente a ottenere slealmente la “sconfitta di Barack Hussein Obama”. C'è da ricordare a questo proposito che, nel corso delle presidenziali scorse, da vero ufficiale e gentiluomo, McCain aveva respinto con decisione la stessa proposta tesa ad infangare il suo rivale il quale poi lo aveva sconfitto.

Le indagini demoscopiche evidenziano come la stragrande maggioranza degli Americani non ami la pubblicità negativa la quale sembra ritorcersi contro a chi l'adopera. Ciononostante, esistono alcuni conservatori che, molto diversamente da McCain e dai repubblicani cavallereschi simili a lui, fanno ottusamente affidamento sulla forza dirompente delle dicerie calunniose, efficaci specialmente fra gli strati meno colti della popolazione americana, nei quali disseminare dubbio e paure riesce ad ottenere consensi e voti.

Le rivelazioni di questo articolo del New York Times gettano discredito sulla mancanza di sportività d’alcuni elementi del team conservatore d'ispirazione nixoniana e fanno luce in special modo sulla mancanza di coesione di vedute e d’intenti dei Repubblicani che, ancora una volta, mostrano di non avere ben chiari ne il polso del paese ne la strategia che devono adottare nell’affrontare e sconfiggere lealmente il presidente Obama.

Adesso, mentre tutti i personaggi coinvolti nel nuovo scandalo cercano di distanziarsi da questo episodio politicamente scorretto, risultata evidente che a Mitt Romney ed ai suoi sostenitori non occorreva fare ancora un altro passo falso. Il diavolo fa le pentole e si dimentica di fare i coperchi ed, in base a questo saggio proverbio valido per Watergate come per questo ultimo episodio, sembra che anche questa volta i Repubblicani si siano fatti sorprendere con le mani nella scatola dei biscotti e mentre erano intenti a far ricorso a quella pubblicità negativa, già fallita più volte, e che s'è rivelata un boomerang pericoloso o piuttosto un serpente che, per troppa ingordigia o per eccessiva confusione, si morde la coda.

RO PUCCI

05 / 19 / 2012

I-AM, HOUSTON, TEXAS

NEW

Exit mobile version