di Lia Di Menco *
BELLUNO – Di solito sono gli amici cari quelli che spostandosi da un’estremità all’altra di un Paese, si vedono circondati dall’affetto di amici, parenti e conoscenti dalla partenza al ritorno, attraverso tutte le tappe del viaggio. Così è stato per il tour di Goffredo Palmerini nel Nord-Est d’Italia, presso le varie Associazioni di Abruzzesi e Molisani sparse in quelle lontane città di confine. Nessuno in attesa dell’arrivo di Goffredo ha pensato al giornalista, scrittore ed ex amministratore dell’Aquila, perché tutti aspettavano l’amico caro, il conterraneo che veniva a fare visita ai suoi lontani fratelli d’Italia e d’Abruzzo. Lo spirito di partecipazione alle vicende dei popoli di tante nazioni e regioni diverse, rende universale la missione di Goffredo Palmerini, che si è avvicinato a realtà diverse con discrezione, sensibilità, attenzione e rispetto per quelle differenze che rendono uniche le nostre comunità fuori regione e fuori nazione.
“L’altra Italia” è una selezione di scritti e articoli sulla straordinaria realtà costituita dagli emigranti italiani d’ogni regione che nei cinque continenti rendono onore e prestigio al nostro Paese. Il volume illustra anche singolarità, fatti, eventi e personaggi d’Abruzzo, come pure di altre regioni e città italiane. Nel mettere in luce le grandi risorse morali e intellettuali dell’emigrazione italiana, l’evento ha consentito anche di rafforzare, a tre anni dal tragico terremoto del 6 aprile 2009, i vincoli di amicizia tra L’Aquila – città della quale l’Autore è stato per quasi trent’anni amministratore e vice sindaco – ed il Nord-Est, cresciuti grazie ai tanti gesti di sensibile solidarietà espressi dalla e comunità del Veneto e Friuli Venezia Giulia verso le popolazioni colpite dal sisma.
Così è risultata solenne la cerimonia di presentazione del libro “L’altra Italia”, unica e irripetibile in ciascuna delle tappe effettuate nel Nord-Est. La elegante Padova ha visto Palmerini trionfare il 17 Aprile al Palazzo Zacco in Prato della Valle, in presenza di numerosi ospiti. Qui lo stimato Armando Traini, presidente del Sodalizio Abruzzese e Molisano locale, ha introdotto l’intervento di Palmerini, sviluppato sulle origini e sulla storia secolare della città capoluogo d’Abruzzo, sulla vita e l’opera del monaco Pietro Angelerio, fondatore dell’ordine dei Celestini, la sua elezione al soglio pontificio, la sua incoronazione all’Aquila, nella basilica di Collemaggio, con il nome di Celestino V, il suo breve pontificato – cinque mesi – con segni profetici, come l’istituzione della Perdonanza, il primo giubileo della Cristianità, l’opera di pacificazione e infine la rinuncia alla tiara papale. Palmerini ha fortemente interessato il pubblico sull’annuale giubileo aquilano, della durata di un giorno, tra i vespri del 28 e quelli del 29 agosto di ogni anno, con l’indulgenza plenaria a chiunque sinceramente pentito si rechi nella basilica di Collemaggio passando per la Porta Santa, l’unica fuori Roma. Lo scrittore ha richiamato la singolarità della Perdonanza, ogni anno indetta dal Sindaco dell’Aquila in virtù del possesso ininterrotto, da 718 anni nei forzieri del Comune, della Bolla di Celestino V che la istituì. Attenta e competente la conduzione del prof. Adriano Ciccotosto e le sue annotazioni sugli scritti contenuti nel volume di Palmerini.
Grandioso il successo ottenuto a Belluno, dove il libro di Goffredo Palmerini è stato presentato il 18 Aprile presso la Sala Bianchi del Comune di Belluno, ad un pubblico eccezionale: quello di ragazzi adolescenti, studenti dei “Licei Renier”, con l’introduzione del Dirigente, prof. Paolo Fratte e la conduzione della Presidente del Circolo Abruzzese e Molisano di Belluno, Lia Di Menco, docente presso i Licei Renier. Sensazionale la relazione del prof. Francesco Piero Franchi, Vice Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea, che ha abbracciato tre millenni di storia, alla quale ha fatto seguito un’organica illustrazione di Palmerini dell’emigrazione italiana nel mondo, dall’Unità d’Italia ai giorni nostri, e la sua distribuzione nei cinque continenti.
Della nostra emigrazione lo scrittore ha messo in rilievo la storia di sofferenza e di dolore per affrancarsi dai pregiudizi e conquistare rispetto e stima nelle società d’accoglienza, con il lavoro, il talento e la creatività oggi motivo di affermazione e di successo. Ha quindi invitato i giovani ad approfondire la conoscenza della nostra emigrazione, intessendo contatti con i concittadini residenti all’estero e raccoglierne le storie. Con l’invito a sentirsi cittadini del mondo. Ha portato il saluto della città il Sindaco, avv. Antonio Prade e per l’Associazione Bellunesi nel Mondo, Patrizio De Martin, che ha ringraziato gli organizzatori per aver scelto Belluno, zona dove l’emigrazione è ancora molto presente e sentita in ogni famiglia, per questo la collaborazione con il Circolo Abruzzese sarà sempre gradita e rafforza i vincoli di solidarietà già esistenti.
Il Friuli Venezia Giulia ha accolto Palmerini in pompa magna, grazie all’opera di Roberto Fatigati a Gorizia e Gianfranco Bellante a Trieste, i due eccezionali padroni di casa delle storiche associazioni dei due capoluoghi. Sono state effettuate visite a Redipuglia e Ronchi dei Legionari, nelle trincee del Carso e alla Risiera di San Sabba. Il Comune di Palmanova ha messo a disposizione il salone d’onore e il Sindaco, dr. Francesco Martines, ha dato il benvenuto mentre il prof. Luciano Andrian, presidente dell’Università per la terza età di Palmanova, ha relazionato sul libro di Goffredo Palmerini. Molti gli spunti che egli ha tratto dalla lettura del volume.
E molto interessanti le conclusioni del prof. Andrian: “Infine, quello che più mi ha colpito, in questo diario/memoriale dell’Autore, è la sua profonda umanità e spiritualità; le espressioni che ricorrono più spesso nell’opera sono, infatti: dignità, fierezza, amicizia, solidarietà, vicinanza, religiosità, che sono sentimenti tipici delle genti segnate dalla fatica del vivere, dalle tragedie, dalla durezza della natura, ma che sono, nel contempo, determinate a reagire. Il terremoto è stato occasione di relazioni, di legami con altre parti d’Italia e del mondo, quelle migliori, se le confrontiamo con lo spettacolo indecoroso che offre, di questi tempi, la classe politica, nei confronti della quale emerge, nell’Autore, più di qualche riserva, anche se espressa con garbo, soprattutto se comparata con i comportamenti ricchi di generosità di tante organizzazioni (ANA, Protezione Civile, Parrocchie, Comuni, Associazioni di Emigrati). La politica con la P maiuscola, intesa come governo saggio e corretto della cosa pubblica, dovrebbe sempre avere in cima ai suoi pensieri l’interesse generale, il bene comune, anteponendolo a quello particolare o di parte. Ci si augura che ciò avvenga, in futuro, per avviare quella ricostruzione, materiale e del tessuto sociale, che l’Abruzzo e L’Aquila si meritano”.
Ampio e sentito l’intervento di Palmerini, grato per tutti i gesti di solidarietà che le genti del Veneto e del Friuli Venezia Giulia hanno espresso alle popolazioni colpite dal sisma. Quindi il richiamo ai valori presenti nel mondo dell’emigrazione, alle potenzialità da mettere a frutto, spesso trascurate, alla cultura come cemento tra le comunità italiane dentro e fuori i confini. A conclusione dell’evento il Presidente Roberto Fatigati ha donato allo scrittore una riproduzione del Guerriero Sannita che, come il Guerriero di Capestrano per l’Abruzzo, è il simbolo distintivo del Molise.
Gianfranco Bellante, a Trieste, ha spalancato a Palmerini le porte del Circolo Ufficiali e dei Saloni della Capitaneria di Porto di Trieste per la presentazione del volume del giornalista. Molto puntuale è stata relazione di Palmerini sulla situazione dell’Aquila a tre anni dal tragico terremoto del 6 aprile 2009, utile a dare un’informazione corretta dello stato della ricostruzione, ancora al palo nei centri storici, rettificando le impressioni non sempre fedeli alla realtà formatesi attraverso i media, specie televisivi. All’accoglienza affettuosa dei presenti ha fatto eco il netto richiamo dello scrittore al valore delle comunità di emigrati che hanno reso onore all’Italia, con un appello alle Istituzioni a rafforzare il sostegno e la considerazione che esse meritano.
Hanno tra gli altri presenziato all’incontro il prof. Filippo Giorgi, abruzzese, premio Nobel per la Pace nel 2007 con Al Gore, e il Direttore Marittimo del Friuli Venezia Giulia e Comandante del Porto di Trieste, C. Ammiraglio Antonio Basile, che ha donato allo scrittore aquilano una pubblicazione sui Fari d’Italia, ricordando con commozione d’aver partecipato alle fasi dell’emergenza post terremoto, allora egli al comando della Capitaneria di Porto di Pescara. Gianfranco Bellante, sottolineando che la visita di Palmerini è la prima visita istituzionale dell’Abruzzo a Trieste, ha offerto allo scrittore una targa ricordo dell’Associazione. Goffredo Palmerini ha concluso la sua missione culturale in Veneto e Friuli Venezia Giulia con la disponibilità e l’impegno di tornare a ritrovarci.
*Presidente del Circolo Abruzzese e Molisano di Belluno – liadimenco@libero.it