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Da oggi a San Giovanni in Fiore, una coraggiosa famiglia di emigrati, ha dato un calcio alla crisi ed ha donato ai calabresi un complesso turistico-alberghiero di primissimo ordine.

Le suite porteranno il nome delle splendide figure disegnate dall'Abate Gioacchino da Fiore nel suo Liber Figurarum, una sala porterà il nome di Luca Campano, segretario biografo di Gioacchino e in seguito Arcivescovo di Cosenza. E un suggestivo 'balconcino' sarà dedicato all'abate commendatario Salvatore Rota, fondatore di San Giovanni in Fiore.
Sono queste la caratteristiche di una nuovissima struttura turistico-alberghiera, tra le più belle della Calabria, che venerdì alle 16 sarà inaugurata nel più grosso centro silano, presente il Prefetto di Cosenza, l'Arcivescovo Metropolita, il presidente dalla Provincia, il sindaco, la Regione, parlamentari e istituzioni calabresi.
Un investimento di grande significato che una famiglia calabrese, da 45 anni in Svizzera, ha inteso fare in Sila in piena epoca di recessione. Una scelta coraggiosa, controcorrente, che il sig. Giuseppe Nuoto, la moglie Felicia e i due figli hanno fatto “per amore della propria terra”, per dare lavoro ai giovani, per contribuire al rilancio turistico dell'Altopiano silano.
Non si tratta solo di un bellissimo albergo a 4 stelle, con tanto di ristorante, bar, sala ricevimenti di grandissimo impatto, ma è un vero e proprio luogo di cultura. La famiglia Nuoto ha riservato la “Sala Luca Campano” per eventi culturali e mostre di giovani artisti, mentre il “balconcino Salvatore Rota” sarà un punto di incontro e di confronto.
L'intero complesso, posto tra il Parco Comunale e il grande Giardino privato che si affaccia su una suggestiva vallata, si chiama ” Duchessa della Sila”. Un luogo dove l'eleganza e semplicità si sposano con l'accoglienza, la competitività, la qualità.
E c'è poi una bella novità: l' “orto della Duchessa” (un vero e proprio orto naturale, posto nelle vicinanze della struttura) fornirà al ristorante della Duchessa prodotti esclusivamente biologici, coltivati come una volta, recuperando così sapori e profumi dimenticati.
Da oggi a San Giovanni in Fiore, una coraggiosa famiglia di emigrati, ha dato un calcio alla crisi ed ha donato ai calabresi un complesso turistico-alberghiero di primissimo ordine.

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