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UN SISTEMA MUORE

Sarà una nostra impressione, ma gli italiani all’estero intendono, finalmente, uscire dagli schemi tradizionali. Lontano da quei rapporti di “forza” che hanno lasciato dei vuoti da essere, razionalmente, colmati. Ovviamente, con dei fatti differenti da quelli che non hanno portato a nulla o li hanno favoriti. Di parole, di promesse i Connazionali all’estero ne hanno ascoltate, certamente, troppe. E’ indubitabile, però, che i diritti dei nostri Emigrati non sono stati mai al centro del dibattito politico nazionale. Anche prima dei Parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero. Per gli italiani non residenti nel territorio della Repubblica, i partiti si sono limitati, nella globalità, a mettere in evidenza sempre meno i contatti con la Terra d’origine. Lo stesso associazionismo, quando non palesemente legato alle maniglie del potere, non è riuscito a distinguersi e, col tempo, si è ridimensionato in fenomeno locale e, quindi, sempre meno importante. Così i nostri Connazionali nel mondo, solo formalmente rappresentati, subiscono, sempre più spesso, i torti meno ammissibili proprio nella loro terra d’origine. Ora che la crisi non ha risparmiato neppure il loro status, l’operazione di “pulizia” ha da iniziare proprio dall’estero dove gli italiani possono ancora contare sulle loro forze. Dopo il riconoscimento del diritto di voto, che non è stato ancora aggiornato alle nuove esigenze dei milioni d’italiani nel mondo, chi vive oltre frontiera avanza diritti mai concretizzati. Non è questa la sede per esaminarne le cause. Di fatto, la realtà sussiste. Troppo facile stare dalla parte degli Emigrati per le affermazioni personali. Troppo comodo dire senza dare. Adesso si tende ad un sistema che, se non altro, intende portare avanti una linea operativa di matrice socio/politica nata e sviluppata oltre frontiera. Non a caso, siamo rimasti sempre critici nei confronti dei provvedimenti che non hanno mai tenuto conto delle particolari esigenze dei Connazionali all’estero. Quando la “disobbedienza” apre gli occhi a chi li ha sempre tenuti chiusi, per disinteresse o disinformazione, non è un segnale deprecabile. E’ da qualche mese che, soprattutto dal Vecchio Continente, sentiamo un’aria “nuova”. La voglia di partecipazione; senza intermediari. L’Emigrazione non intende più sostenere un sistema allo sbando. Essere italiano, indipendentemente dalla Generazione, è una forza che viene da lontano e nasce da un’esperienza che non ha voluto disconoscere le sue origini ed, ora, intende tutelare proprio i diritti della Comunità che l’ha generata. Dopo tanto “silenzio”, il dialogo può iniziare. Non ci sono mete elettorali prioritarie che premono. Gli argomenti proprio non mancano e chi vive fuori d’Italia n’aggiunge sempre dei nuovi. La dignità dei Migranti viene prima da tutto e siamo certi che, adesso, non mancheranno gli interlocutori. Meglio se non affiliati al sistema che sta morendo.

Giorgio Brignola

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