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TFA : confusione nelle iscrizioni e scandalose quote impopolari

In tutta Italia si sta mettendo in moto la complessa macchina che attiverà a luglio i test preliminari del TFA. Nella gestione dell’iter burocratico, dalla preiscrizione on-line ai versamenti delle quote partecipative, regna il caos, come dichiarato da tante persone. Per l’accesso al test è necessario pagare una quota d’iscrizione, decisa dalle singole Università, pari a circa 120 euro per ogni classe di concorso.

Superato il test, collocandosi nella graduatoria in buona posizione per frequentare il tirocinio, si dovrà versare una quota, anche questa decisa dalle Università, stabilita in circa 2.500 euro. L’aspetto scandaloso risiede nella richiesta di versare il pagamento in un’unica soluzione o al massimo una dilazione in due rate. Su questo punto, si è scatenato un coro di indignazione per delle cifre che sono tutt’altro che democratiche e popolari, tenuto conto che corrispondono mediamente alle cifre versate per la frequenza del vecchio corso Siss o Cobaslid, che erano biennali.

Alcuni docenti hanno fatto notare che l’iscrizione al test preselettivo, in molti casi, non dà la possibilità di partecipare a più classi di concorso. Precedentemente, anche per i vecchi Cobaslid, ogni candidato si sottoponeva a due o tre test d’ingresso e nel caso in cui li avesse superati tutti, doveva sceglierne uno. Un esempio che è stato presentato in questi primi giorni è quello di un docente laureato in pedagogia vecchio ordinamento, che a seconda degli esami inseriti nel piano di studi, per anni ha potuto insegnare la materia Storia e filosofia – A037 – ora, non potrà essere “testato” su questa materia, ma potrà solo accedere al test A036 – scienze dell’educazione, filosofia, psicologia – . La domanda che ha posto, è come gli venga successivamente valutato tutto il punteggio degli anni di servizio accumulati, su una classe di concorso che non gli riconoscono più.
Questo metodo di tagli, sono legati a quel discorso che si accennava un anno e mezzo fa circa, lasciato volutamente andare in sordina, legato agli accorpamenti delle classi di concorso. Tagli su tagli, chiamati accorpamenti o riduzioni di cattedre od ottimizzazione delle risorse culturali e delle risorse umane, la verità è che la scuola “pubblica” italiana, risentirà un altro duro colpo.

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