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Le azioni di governo necessarie per abbattere il debito pubblico e promuovere la crescita in Italia

Le azioni di governo necessarie per abbattere il debito pubblico e promuovere la crescita in Italia

E’ indilazionabile:

  • predisporre nel modo migliore, attraverso, ad esempio, la creazione di un fondo obbligazionario ad hoc, la vendita del patrimonio immobiliare, spesso infruttifero, dello Stato e destinare il ricavato all’abbattimento del debito pubblico;
  • individuare, tramite una seria spending review, le spese improduttive da eliminare;
  • realizzare un federalismo fiscale solidale che livelli i costi delle prestazioni degli enti pubblici e susciti tra questi un'emulazione virtuosa in tutti i campi facendo riferimento alle “best practices”;
  • lanciare una vigorosa regulation review per individuare ed eliminare le regolazioni dell'economia che frenano o ritardano gli investimenti;
  • riformare la giustizia civile e penale con netta separazione delle carriere inquirenti e giudicanti, con adeguata (non persecutoria) responsabilizzazione dei magistrati e con l’adozione di meccanismi miranti ad incrementare l’efficienza della magistratura;
  • decidere la tempestiva realizzazione delle infrastrutture anche informatiche (banda larga), necessarie allo sviluppo economico e sociale con riguardo anche alle particolari necessità del Mezzogiorno e riformare le procedure di realizzazione delle infrastrutture per velocizzarle e per evitare incrementi di spesa, per es. penalizzando in modo dissuasivo i ricorsi “strumentali” delle ditte non prescelte e togliendo l’efficacia sospensiva dei ricorsi al TAR;
  • liberalizzare la gestione dei servizi gestiti da società ed enti pubblici o da privati in regime di concorrenza limitata, in particolare di luce, acqua e gas oggi spesso oggetto di manomorte locali fonti di malgoverno e spesso anche malcostume;
  • ridurre l’intervento diretto dello Stato nell’economia al minimo indispensabile, smettendo di mascherare, dietro un'etichetta di “strategico”, interessi particolari e favorendo l’accesso del risparmio privato nazionale al capitale di rischio delle imprese;
  • generalizzare un rapporto di rispetto del cittadino da parte dell'amministrazione pubblica in conformità ai principi irrinunciabili di civiltà giuridica e di libertà;
  • modernizzare ulteriormente la pubblica amministrazione anche tramite le nuove tecnologie informatiche;
  • valorizzare il patrimonio artistico e culturale, pubblico e privato, e favorirne una gestione efficiente che permetta di sfruttare pienamente il potenziale economico del turismo;
  • impostare le relazioni industriali così da ispirarle ai principi della codeterminazione vigenti in Germania, attraverso organismi aziendali di rappresentanza dei lavoratori affinché questi si rendano sempre più protagonisti responsabili e non oppositori dei successi aziendali;
  • definire una politica di ricerca scientifica e di innovazione dinamica e sburocratizzata, evitando costosi doppioni e favorendo l’affermazione di centri di eccellenza specifici;
  • migliorare, anche nel Mezzogiorno, l'istruzione sia umanistica che tecnico-scientifica, introducendo validi criteri di valutazione e efficaci sistemi di incentivi, alfine di premiare i meritevoli sia tra i docenti che tra gli studenti e di mettere in concorrenza tra di loro i vari istituti scolastici e universitari;
  • elaborare una politica industriale, anche nel campo della Difesa, che risulti condivisa a livello europeo;
  • accettare solo una immigrazione programmata e controllata, negoziata con gli Stati d’origine, e compatibile con le esigenze del mercato del lavoro italiano.

Dalle conclusioni dell'incontro europeo di Bruxelles del 24 marzo 2012, Primavera di Libertà.

Bruxelles, 24 marzo 2012: Primavera di Libertà

Oltre una settantina tra rappresentanti, iscritti e simpatizzanti di movimenti e partiti della libertà provenienti da Francia, Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi e Italia si sono riuniti a Bruxelles il 24 marzo 2012 su invito dei promotori dell'Appello alle Italiane e agli Italiani che vivono e lavorano in Europa” lanciato all’inizio di febbraio da Angela Piscitelli (Francia), Roberto Basili (Germania), Simone Ceramicola (Bruxelles – Belgio), Vittorio Porta Frigeri (Lussemburgo) ed Eugenio Cannarsa (Svizzera) e sottoscritto da oltre trecento persone in tutta Europa.

Qui di seguito le conclusioni dell'incontro.

Più libertà, più democrazia, più solidarietà

e più crescita economica e sociale in Europa e in Italia

1. L'Europa e il cambiamento necessario

L'Europa sta attraversando la crisi economica più grave dal 1929, una crisi dovuta a una serie di scelte sbagliate che rischiano di sprofondarci in una depressione economica da anni trenta e di dissolvere il progetto di integrazione europea avviato nel dopoguerra da uomini illuminati.

L’Europa ha bisogno di più unità e solidarietà tra i popoli e gli Stati. A questo si può arrivare più facilmente promuovendo anche iniziative culturali che favoriscano lo sviluppo di un'identità europea.

Occorre un governo europeo democratico eletto dai cittadini in una prospettiva federale, e non un direttorio formato da un consesso di governi.

C’è bisogno di un grande cambiamento con una politica che scelga, innanzitutto, di operare per la massima promozione della libertà umana, concentrando la propria azione sui temi fondamentali della società e rafforzando i valori morali e sociali che presiedono alla convivenza civile.

Elementi irrinunciabili di questo cambiamento sono:

· la riaffermazione delle radici giudeo-cristiane e dell'eredità greco-romana della nostra cultura;

· il sostegno alla famiglia naturale basata sul matrimonio tra uomo e donna, fondamento della società;

· il riconoscimento dei principi di responsabilità personale e di rappresentanza democratica alla base dell'azione individuale e politica;

· la valorizzazione della libertà di educazione e di impresa quali elementi costituenti di una società moderna.

2. Completare l'Unione economica e monetaria (U.E.M.) per salvaguardare l'Unione europea (U.E.) e l'euro

Nell'ottica di quella solidarietà che, sola, ha consentito lo sviluppo della costruzione europea (e che è stata ribadita recentemente da Helmut Kohl) è indispensabile che l’U.E.M. venga completata rafforzando la politica economica e facendo dell’euro una moneta comune a tutti gli effetti garantita da tutti gli Stati membri dell'Eurozona.

Tutto questo non sarà possibile se le inevitabili misure di austerità imposte e accettate con l'adozione, da ultimo, del recente “fiscal compact” (Patto di bilancio) non saranno accompagnate da vigorose misure per la crescita e la competitività di tutti i paesi europei.

Più in particolare è indispensabile che:

  • la Banca Centrale Europea continui nella sua politica mirante a sostenere il credito e diventi un istituto di emissione di ultima istanza;
  • venga consentito, nei limiti previsti dal Trattato di Maastricht (3%), un deficit di bilancio a condizione che sia destinato a coprire spese di investimento (non di funzionamento);
  • vengano predisposti gli Europroject bonds destinati a finanziare progetti infrastrutturali europei e nazionali, in particolare, nei settori delle tecnologie di punta e dell'energia;
  • venga definita una politica industriale europea in grado di attrarre capitali nazionali ed internazionali.

3. Italia: abbassare il debito pubblico e promuovere la crescita

E’ indilazionabile:

  • predisporre nel modo migliore, attraverso, ad esempio, la creazione di un fondo obbligazionario ad hoc, la vendita del patrimonio immobiliare, spesso infruttifero, dello Stato e destinare il ricavato all’abbattimento del debito pubblico;
  • individuare, tramite una seria spending review, le spese improduttive da eliminare;
  • realizzare un federalismo fiscale solidale che livelli i costi delle prestazioni degli enti pubblici e susciti tra questi un'emulazione virtuosa in tutti i campi facendo riferimento alle “best practices”;
  • lanciare una vigorosa regulation review per individuare ed eliminare le regolazioni dell'economia che frenano o ritardano gli investimenti;
  • riformare la giustizia civile e penale con netta separazione delle carriere inquirenti e giudicanti, con adeguata (non persecutoria) responsabilizzazione dei magistrati e con l’adozione di meccanismi miranti ad incrementare l’efficienza della magistratura;
  • decidere la tempestiva realizzazione delle infrastrutture anche informatiche (banda larga), necessarie allo sviluppo economico e sociale con riguardo anche alle particolari necessità del Mezzogiorno e riformare le procedure di realizzazione delle infrastrutture per velocizzarle e per evitare incrementi di spesa, per es. penalizzando in modo dissuasivo i ricorsi “strumentali” delle ditte non prescelte e togliendo l’efficacia sospensiva dei ricorsi al TAR;
  • liberalizzare la gestione dei servizi gestiti da società ed enti pubblici o da privati in regime di concorrenza limitata, in particolare di luce, acqua e gas oggi spesso oggetto di manomorte locali fonti di malgoverno e spesso anche malcostume;
  • ridurre l’intervento diretto dello Stato nell’economia al minimo indispensabile, smettendo di mascherare, dietro un'etichetta di “strategico”, interessi particolari e favorendo l’accesso del risparmio privato nazionale al capitale di rischio delle imprese;
  • generalizzare un rapporto di rispetto del cittadino da parte dell'amministrazione pubblica in conformità ai principi irrinunciabili di civiltà giuridica e di libertà;
  • modernizzare ulteriormente la pubblica amministrazione anche tramite le nuove tecnologie informatiche;
  • valorizzare il patrimonio artistico e culturale, pubblico e privato, e favorirne una gestione efficiente che permetta di sfruttare pienamente il potenziale economico del turismo;
  • impostare le relazioni industriali così da ispirarle ai principi della codeterminazione vigenti in Germania, attraverso organismi aziendali di rappresentanza dei lavoratori affinché questi si rendano sempre più protagonisti responsabili e non oppositori dei successi aziendali;
  • definire una politica di ricerca scientifica e di innovazione dinamica e sburocratizzata, evitando costosi doppioni e favorendo l’affermazione di centri di eccellenza specifici;
  • migliorare, anche nel Mezzogiorno, l'istruzione sia umanistica che tecnico-scientifica, introducendo validi criteri di valutazione e efficaci sistemi di incentivi, alfine di premiare i meritevoli sia tra i docenti che tra gli studenti e di mettere in concorrenza tra di loro i vari istituti scolastici e universitari;
  • elaborare una politica industriale, anche nel campo della Difesa, che risulti condivisa a livello europeo;
  • accettare solo una immigrazione programmata e controllata, negoziata con gli Stati d’origine, e compatibile con le esigenze del mercato del lavoro italiano.

4. Un governo efficace per l’Italia

E’ indispensabile consolidare l’esperienza recente del bipolarismo e dell’alternanza.

Occorre, quindi, riformare la Costituzione alfine di rafforzare il governo e i poteri del primo ministro, semplificare le procedure parlamentari, distinguere chiaramente il ruolo delle due Camere, introdurre il sistema della sfiducia costruttiva.

5. Gli organi di rappresentanza degli Italiani in Europa

In attesa di ridefinire i ruoli del Comites e del Cgie, e nel contesto di una nuova legge che regoli la rappresentatività degli Italiani all’estero, occorre riflettere su obiettivi e modalità di funzionamenti di detti organismi.

6. Oltre il 24 marzo: i progetti

  • Lanciare una campagna di sensibilizzazione per promuovere l’identità europea e un governo democratico per l’Unione Europea in vista delle elezioni europee del 2014;
  • Promuovere iniziative a sostegno della diffusione della lingua e della cultura italiana, tra l’altro in vista del 200mo anniversario, il 10 ottobre del 2013, della nascita di Giuseppe Verdi;
  • Contribuire attivamente a migliorare la qualità dell’informazione per gli Italiani all’estero e renderla più interattiva.

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