FRONTE SOCIALE ITALIANO

Lo scorso gennaio, all’inizio del percorso “Monti”, eravamo stati lapidari: “L’Italia non ritroverà, in tempi brevi, il suo equilibrio socio/economico”. Ora, in piena primavera, non ci resta che confermarlo a fronte di parecchi segnali in negativo che, purtroppo, ci danno ragione. L’Esecutivo del Professore non è riuscito a correggere il tiro. Sui redditi già accertati i conti si sono fatti a scatola chiusa; per quelli da accertate, le variabili non sono tutte a sfavore dell’evasione. Come per il passato. Dietro la “processione” solo Spagna e Portogallo. Perché la Grecia gode di un credito che dovrà smaltire in tempi biblici a tutto vantaggio dei suoi cittadini. Tra disoccupati, cassintegrati, giovani alla ricerca di un posto di lavoro, occupati per “caso”, i milioni di nulla facenti tendono ad aumentare. Intanto, è più difficile avere una pensione di vecchiaia. Perché non è dato sapere quali saranno gli sviluppi della nostra tribolata esistenza. Con la Manovra Governativa, che non abbiamo ancora ben inquadrato tra le strategie di chi è stato chiamato a governarci, si è resa impossibile l’occupazione a tempo indeterminato e i lavoratori in età pensionabile non potranno farsi più in là per la riforma del nostro sistema previdenziale. Monti n’avrà ancora per più di un anno. In dodici mesi, riuscirà ad escogitare altre imposizioni. Intanto i costi aumentano e nessuno si guarda bene di controllarli dall’origine all’ultimo utente. Dopo le elezioni politiche del 2013, forse ancora fatte con le vecchie regole, ci sarà ben poco da sperare in meglio. Non c’è dato di conoscere le linee di programma della marea dei partiti che sono nati dallo sgretolamento di quelli esistenti. Ci sembra di vivere in un altro mondo. Eppure, l’Italia ha bisogno di un’economia stabile e d’investimenti meno speculativi. Invece, si favoriscono gli interessi degli altri, trascurando sfacciatamente i nostri. Il Parlamento, almeno la maggioranza d’esso, appoggia apertamente la linea Monti e le critiche della sparuta opposizione sono più formali che sostanziali. Dal 2000 ad oggi, la Penisola ha iniziata a regredire. Il passaggio dalla Lira all’Euro ne ha solo accelerato i tempi. Dato che non ci sono, al momento, posizioni di “rottura” politica, riteniamo improbabili possibili schemi d’alleanza già evidenziabili. Dopo i risultati delle elezioni amministrative di maggio, che saranno, in ogni caso, anche d’importanza sotto il profilo politico, si potranno tirare le prime somme. In ogni caso, di là delle parole e delle azioni impositive, manca l’esempio di chi è all’apice della struttura verticistica del potere. Ma non solo quello politico. Se la recessione è inarrestabile, non comprendiamo il perché di “figli” e “figliastri”. Non saranno le verifiche politiche a mutare questa realtà. L'economia spicciola vive su una partita di giro. Insomma: dare per avere. Una semplice espressione che sembra essere solo intesa dai faccendieri. Oggi, come per il passato, le cose della politica hanno vie preferenziali per complicare la vita al cittadino. Che interessa, se interessa, solo al momento del voto. L’Italia non subirà nuove verifiche; il 2013 riporterà il Paese nel suo assetto politico. Non scriviamo, per la carità, che sarà migliore. In caso di peggioramento, sapremo, almeno, con chi prendercela. Il Governo sarà frutto della maggioranza popolare italiana.

Giorgio Brignola

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