LA PAURA DELLA POVERTA

Ho paura della povertà come persona e come cittadina dell’ Aquila.
E’ la prima volta da parecchi anni ormai che a questo punto dell’anno ancora non vado alla mia agenzia di viaggi per prenotare una bella vacanza all’estero. Sembrano passati anni luce da quando feci allegramente dei costosissimi viaggi negli USA, eppure eravamo già in questo millennio. Che cosa è accaduto? In pratica la pensione non è cresciuta, forse è un po’ diminuita mentre tutto il resto è cresciuto suscitandomi per la prima volta in vita mia la paura della miseria, del non farcela a pagare tutto il necessario. In parole povere, durante questo governo mi è cresciuta dentro una specie di paura.
Troppo signori quelli al governo, troppo elitari, troppi titoli accademici di lusso, vedo sullo sfondo della loro stellare signorilità uno stato sudamericano con il 2 % della popolazione dedita ad attività miliardarie, ignote ed irraggiungibili, ed il restante 98% nella miseria più nera e nell’analfabetismo. Qualcuno, a ragione, ha detto che la fortuna di Mario Monti è dovuta al fatto di essere arrivato dopo un arrogante padrone, padrone di un impero di televisioni private, case editrici, banche e gran trafficante di escort per il sollazzo nel suo tempo libero, alleato con un barbaro, rozzo padano che ancora ce la fa ad alzare il dito medio contro tutto il resto del mondo.
Appartengo alla classe media impoverita nel periodo berlusc. seguito dal Monti, sono di cultura aquilana/romana, tanto per chiarire, considero l’Italia una ed indivisibile. Temo di finire i miei giorni come li ho incominciati, nelle ristrettezze dei tempi in cui i miei genitori andavano al mulino Zaffiri per procurarsi un sacco di farina, e mangiavamo un ignobile blocco nero detto pane, fatto dai tedeschi.
Francamente fatico a vedere in un futuro immediato un governo che ce la faccia a prendere dei provvedimenti a favore della crescita delle classi medie, del lavoro e dei giovani. Se penso ad un governo moderato che copra l’arco parlamentare di centro, sinistra e destra, più o meno in base ai risultati delle urne, potrei essere accusata di nostalgia per la prima repubblica. All’orizzonte c’è qualcuno che possa restituirci un po’ di fiducia nella politica come servizio al paese, nell’operato delle istituzioni e dei rappresentanti eletti, un po’ di speranza per un futuro migliore? Per ora siamo solo bastonati da ingente tassazione generata da un’evasione fiscale di proporzioni vastissime, ancora ignote. Siamo anche smarriti in una selva di truffe, milioni volatilizzati, scandali, escort e vacanze di sogno in paradisi irraggiungibili.
Come cittadina dell’Aquila sento spesso parlare anche di impoverimento della città dovuto alla dispersione di oggetti e tesori conservati per secoli in edifici danneggiati dal sisma.
Colgo l’occasione per rivolgere, non so a chi, una domanda: che fine fecero, molto prima del sisma, i preziosissimi riquadri di legno dorato originali del seicento che coprivano il soffitto della basilica di Collemaggio, allora rimossi per motivi estetici sui quali non discuto, e poi spariti per sempre? Erano un bene della città, anche miei, dove sono andati a finire? Non si potevano conservare disposti in bell’ordine, in qualche luogo aperto al pubblico?

emedoro@gmailcom
26 aprile 2012

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