Bari, 27 aprile 2012 – Tutti insieme contro la cattiva burocrazia regionale. L’allarme arriva da imprenditori (Distretto Lapideo e Confindustria), sindacati (Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil) e Ordine dei Geologi durante la conferenza stampa che si è tenuta questa mattina presso la sede degli industriali pugliesi in cui sono stati snocciolati i nodi della questione.
Per tutti la paralisi di uno dei più importanti distretti produttivi nazionali è riconducibile alla inefficienza dell’attuale Ufficio per il controllo e la gestione del PRAE (Piano Regionale Attività Estrattive), alla mancanza dell’approvazione della nuova legge regionale sulle attività estrattive e al mancato riconoscimento del ruolo e dignità istituzionale del Distretto Lapideo.
I numeri parlano chiaro: meno 80% di investimenti, 400 disoccupati in più negli ultimi due anni, 80 aziende chiuse oltre l’indotto e conseguente aumento del 100% di cassa integrazione.
Le nuove tariffe sono state l’unico argomento di dialogo con le parti. Peccato che poi non siano stati rispettati gli accordi sottoscritti: gli introiti destinati a migliorare la riorganizzazione dei servizi, in realtà si sono persi per i rivoli delle casse regionali.
Un primo segnale potrebbe essere quello di ricevere quel quadro legislativo regionale che dia certezze per il settore, al fine di permettere alle imprese e ai lavoratori di poter avere e programmare il loro futuro.
Per superare le emergenze e rilanciare il settore, i protagonisti del settore lapideo pugliese chiedono urgentemente un incontro con il Presidente Nichi Vendola e con l’Assessorato regionale competente
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