Crisi, Draghi: “Con troppe tasse niente ripresa, servono misure urgenti per la crescita”. La situazione dei mercati “è migliorata” dall'inizio dell'anno, ma ora i governi europei devono essere “più ambiziosi” per riuscire a rilanciare la crescita. Questo l'appello del presidente della Banca centrale (Bce) Mario Draghi che, in un'audizione al Parlamento europeo, ha segnalato anche che per l'eurozona resta un quadro di evidente “incertezza”.Troppe tasse uguale niente crescita – I Paesi della zona euro adesso hanno bisogno di misure strutturali per far ripartire la crescita, ha detto ieri Draghi, sottolineando che un consolidamento fiscale “basato solo sull'aumento delle tasse è certamente recessivo”, anche se più facile, soprattutto in un momento “di grande urgenza e di estrema tensione”. Draghi ha evidenziato poi come le divisioni politiche in seno all'Ue “non sono una buona cosa per l'euro”. Ma si è detto fiducioso che “le differenze iniziali vengano superate e che possa essere raggiunto un accordo” per rafforzare l'unione monetaria.L'asse anticrisi Roma-Berlino – Una strada difficile da riprendere, quella della crescita, che però il Governo sta “esplorando” proprio con la rigorista Germania, attraverso contatti intercorsi fra i consulenti di Monti e della cancelliera Angela Merkel, che ha accolto con favore le parole di Draghi, sottolineando che l'obiettivo deve essere raggiunto “attraverso riforme strutturali”. E dall'altro lato dell'oceano il presidente della Fed, Ben Bernanke, ammonisce che i passi avanti dell'Europa per risolvere la crisi del debito non bastano: l'Europa, dice, “deve fare di più per adempiere agli impegni presi”. La sintonia della coppia dei Super-Mario, quindi, per una volta non è del tutto perfetta, almeno nei tempi, sullo schema migliore per affrontare i prossimi difficili mesi. Con i possibili smottamenti politici dietro l'angolo in Francia e Olanda, e con una Spagna che dà segni d'impazienza, la strategia del rigore incentrata fino ad ora sull'asse Merkel-Sarkozy rischia di vacillare, vanificando i sacrifici fin qui fatti e rompendo faticosi equilibri politici.Il peso fiscale in Italia aumenta costantemente – Monti, alle prese con la recessione e con una coalizione in difficoltà per il peso fiscale che aumenta, è consapevole dei rischi. E da Roma avverte: per uscire dalla crisi “non esistono facili vie o scorciatoie”. “Il rigore porterà gradualmente a una crescita sostenibile e al lavoro”, e l'Italia deve cambiare “alcuni modi di pensare e di vivere”. Un invito che arriva mentre aumenta, assieme a quello dei partiti, anche il pressing delle parti sociali. “Monti non sta facendo un buon lavoro perché ha annunciato un programma di rigore, equità e crescita, e vediamo solo il rigore”, ha affermato oggi il segretario della Cgil, Susanna Camusso. “Non vediamo equità nei provvedimenti, soprattutto non vediamo crescita e lavoro”. Una critica non nuova né inaspettata.Le prime distanze con la Bce – Stride maggiormente con la linea del premier, invece, la posizione della Bce. Nonostante il triplo 'firewall' anti-crisi messo sul piatto da Ue, Fmi e Bce, i più recenti indicatori sono “ambigui”, avverte Draghi: segnalano alta incertezza sulle prospettive di ripresa. I Paesi dell'Eurozona con i conti non in regola “devono continuare a fare correzioni di bilanci strutturali”, premette Draghi. Proprio la Bce ha ricordato che il contagio di Italia e Spagna nel 2011 si è originato proprio a partire dai “problemi di sostenibilità di bilancio”. Ma “un consolidamento fiscale attuato solo attraverso l'aumento delle tasse – dice Draghi in risposta alle domande di un europarlamentare italiano – è sicuramente recessivo”.Le misure pro-crescita di Hollande – Di fronte alle recessione che peggiora e minaccia di riverberare proprio sui deficit, la linea della Bce trova paradossalmente una sponda in Francois Hollande, l'avversario di Sarkozy e favorito alle presidenziali francesi: “senza crescita l'Europa non potrà uscire dalla crisi”, dice il candidato socialista promettendo che, se conquisterà l'Eliseo, il giorno dopo invierà una lettera ai partner Ue per sollecitare misure pro-crescita. Non vuole conflitti con Merkel, dice, ma neanche “nascondere le differenze nelle nostre posizioni”. Berlino ha fiutato l'aria da un pezzo ed è già sulla difensiva: è “falso”, dice il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert, che la Germania chieda solo rigore: “i due pilastri sono sempre stati la disciplina di bilancio e la crescita”.26 aprile 2012Redazione Tiscali