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Scuola e finanza: due pesi e due misure

La lettura del disegno di legge approvato dal Senato il 4 aprile scorso, relativo alla conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie, di efficientamento e potenziamento delle procedure di accertamento, in questi giorni all’esame della Camera dei deputati, ha consolidato in me il convincimento che l’Italia è il paese dei “due pesi e due misure”. Infatti all’articolo 8, comma 24 si legge: “ Fermi i limiti assunzionali a legislazione vigente, in relazione all'esigenza urgente e inderogabile di assicurare la funzionalità operativa delle proprie strutture, volta a garantire una efficacia attuazione delle misure di contrasto all'evasione di cui alle disposizioni del presente articolo, l'Agenzia delle entrate e' autorizzata ad espletare procedure concorsuali per la copertura delle posizioni dirigenziali vacanti, secondo le modalità di cui all'articolo 1, comma 530, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e dell'articolo 2, comma 2, secondo periodo, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248. Nelle more dell'espletamento di dette procedure l'Agenzia delle entrate, salvi gli incarichi già affidati, potrà attribuire incarichi dirigenziali a propri funzionari con la stipula di contratti di lavoro a tempo determinato, la cui durata e' fissata in relazione al tempo necessario per la copertura del posto vacante tramite concorso. Gli incarichi sono attribuiti con apposita procedura selettiva applicando l'articolo 19, comma 1-bis, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Ai funzionari cui e' conferito l'incarico compete lo stesso trattamento economico dei dirigenti. A seguito dell'assunzione dei vincitori delle procedure concorsuali di cui al presente comma, l'Agenzia delle Entrate non potrà attribuire nuovi incarichi dirigenziali a propri funzionari con la stipula di contratti di lavoro a tempo determinato, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 19 comma 6 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente comma si provvede con le risorse disponibili sul bilancio dell'Agenzia “. Successivamente, a seguito delle modifiche apportate dal Senato, il provvedimento oltre che l’Agenzia delle Entrate è stato esteso anche all’Agenzia delle dogane e all’Agenzia del territorio. In pratica con tale comma non solo si è sanata la posizione dei 767 funzionari dell’Agenzia delle Entrate promossi in passato in posizioni dirigenziali, i quali resteranno al loro posto, ma si offre l’ulteriore possibilità all’Agenzia delle dogane, all’Agenzia delle entrate e all’Agenzia del territorio di “attribuire incarichi dirigenziali a propri funzionari con la stipula di contratti di lavoro a tempo determinato, la cui durata e' fissata in relazione al tempo necessario per la copertura del posto vacante tramite concorso “. Un analogo emendamento, al decreto semplificazioni, prima alla Camera e poi al Senato, era anche stato proposto per i dirigenti scolastici, sostenendo l’odg presentato in assemblea dall’on. Paola Pelino (Pdl ) – atto camera 9/04086/261 approvato in data 25/02/2011 relativo al corso concorso per dirigente scolastico bandito con d.d.g. 22.11.2004 del Ministero dell’istruzione. Per inciso era stata anche apportata una nuova modifica all’emendamento del PD sugli organici della scuola in Commissione bilancio, ulteriormente restrittiva rispetto all’emendamento approvato dalle Commissioni competenti, in virtù della quale non solo non ci sarà l’immissione in ruolo di 10.000 docenti, ma gli organici verranno rivisti ogni 3 anni in relazione al variare del numero degli studenti ed anche in relazione ai risparmi di spesa effettuati. Purtroppo la situazione, almeno allo stato, e se non interverranno modifiche al decreto attualmente all’esame della Camera dei deputati, consolida invece la vituperata tesi dei “due pesi e due misure”. Per evitare questa disparità di trattamento, una norma, analoga a quella inserita nel decreto semplificaziooni, deve consentire anche per il comparto della scuola non solo di sanare la posizione dei dirigenti scolastici, attualmente incaricati e idonei al precedente concorso, ma anche di conferire incarichi di dirigenza, in attesa delle nomine dei vincitori del concorso in atto, a quei docenti che hanno ancora un contenzioso in corso per le passate procedure concorsuali, con la stipula di contratti a tempo determinato, in modo da garantire ad ogni plesso scolastico di poter contare su di una dirigenza che non sia da condividere con un’altra scuola, ottimizzando così la funzionalità e l’efficienza di un settore portante per lo sviluppo futuro del nostro Paese, qual è appunto quello della scuola. Tanto anche in considerazione delle lungaggini che stanno caratterizzando la correzione delle prove scritte del concorso in fase di espletamento, i cui vincitori, stando anche alle dichiarazioni rilasciate in questi giorni dal direttore scolastico regionale della Campania, potranno cominciare ad essere assegnati a partire dall’anno scolastico 2013/2014. Quindi anche per l’anno prossimo, come per l’anno scolastico in corso, si paventa il solito balletto dei dirigenti scolastici in servizio, nominati reggenti per un altro plesso con tutto quello che ne consegue, anche per le sempre più articolate e delicate funzioni attribuite alla dirigenza scolastica, in un comparto complesso e difficile come quello della scuola che dovrebbe essere, anche per l’attuale Governo, in testa alle priorità quantomeno al pari della lotta all’evasione fiscale. In definitiva ci auguriamo che la dichiarazione resa dal ministro Filippo Patroni Griffi, in occasione del dibattito sul decreto semplificazioni: “I tempi del decreto hanno un poco compresso il dibattito ma c'è l'impegno a prendere gli spunti interessanti emersi al Senato per presentare un ddl. Confermo quindi l'impegno a riprendere in un ddl i contenuti propositivi emersi”, possa in tempi brevi trovare spazio in un provvedimento legislativo, risolvendo così le problematiche appena evidenziate, ancora presenti nel comparto scolastico. Il tutto, anche alla luce delle dichiarazioni rese dalla capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni, la quale, in occasione della discussione sul decreto semplificazioni, affermava: “ È inaccettabile che le necessità dell’offerta formativa siano sottoposte ai limiti dei risparmi di spesa. Farlo significherebbe tradire gli indirizzi espressi dal Governo al Parlamento in materia di Istruzione nonché disattendere gli obiettivi europei che ci chiedono più investimenti nell’istruzione e nell’educazione permanente. Il ministro Profumo non può restare a guardare quanto sta accadendo in Parlamento. Non intervenire significherebbe avallare scelte contro la scuola ”.

Gennaro Capodanno

gennarocapodanno@gmail.com

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