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Attenti all’igiene dell’ufficio o alla postazione del vostro pc di casa. Uno studio dell’Università  dell’Ariziona sostiene che il mouse del computer ha tre volte più germi della tavoletta del water

Chi l’avrebbe mai detto che i nostri uffici, ma anche le postazioni dei computer delle nostre case potessero essere covi ideali di germi e batteri, con le possibili conseguenze negative del caso.

Sarà perché l’igiene in tali locali sia un po’ più trascurata, sarà perché tali microbi aumentano la capacità riproduttiva tra le scartoffie, le superfici delle scrivanie e tra le fughe dei pavimenti, ma una recente ricerca dell’Università dell’Arizona, ha analizzato gli oggetti più comuni che ritroviamo nei nostri uffici e nelle nostre case e quindi, per così dire il water, il telefono, la tastiera e il mouse del computer.

E le sorprese non sono tardate ad arrivare. Secondo gli studiosi americani, infatti, le postazioni dei pc superano per numero di germi, con l’incredibile proporzione di 400 a 1, la tavoletta del WC, a seguire il telefono, che si assesta sulla non trascurabile quantità di 300 a 1 sempre rispetto al bordo del water.

Tra i virus e batteri più comuni in questi angoli della nostra vita quotidiana, l’equipe americana ha individuato quelli di raffreddore e influenza, solitamente più resistenti di altri ed in grado di sopravvivere anche fino a 72 ore e quindi di contagiare quanti posino mani od orecchie sugli apparecchi. Peraltro, di sovente, tali luoghi risultano caldi e umidi quasi come un’incubatrice naturale per questi microbi.

Questi dati dovrebbero essere sufficienti per fare alzare la guardia a chiunque, per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” e dovrebbero spingerci inevitabilmente ad aumentare la pulizia di uffici e delle postazioni domestiche dei computer. Una disinfezione frequente e accurata di tali superfici e l’areazione dei locali, infatti, può ridurre in maniera esponenziale il rischio di contagi.

Lecce, 5 aprile 2012

Giovanni D’AGATA

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