LETTERA APERTA DI ANTONIO CONTE A TUTTI I COLLEGHI DEL FORO DI ROMA

Gentilissime Colleghe, Gentilissimi Colleghi,

dopo averVi disturbato – lo scorso mese – per avere il Vostro supporto per le ultime elezioni di rinnovo del Consiglio, non potevo, ora, esimermi dallo scriverVi per ringraziare di cuore chi ha inteso sostenere il sottoscritto e la mia Lista, nonché per augurare a tutti i Colleghi romani una Santa Pasqua di tranquillo riposo e serenità.

Si è abituati a scrivere molto prima delle elezioni, e, spesso ci si dimentica di scrivere dopo – soprattutto se l’esito non ci ha arriso – omettendo non solo di ringraziare chi ci ha aiutato, ma anche tralasciando di rivolgere attenzione doverosa a chi ha fatto altre scelte.

Per questo, desideravo rivolgermi a tutti i Colleghi (scusandomi per l’intrusione nella posta elettronica di chi non gradisce questo genere di comunicazioni) a poco più di un mese dall’insediamento del nuovo Consiglio.

Auspico che avrete la curiosità di leggermi e Vi ringrazio sin d’ora per la pazienza di farlo fino alla fine.

Come molti ormai sanno, nonostante la preferenza di tanti Colleghi che hanno apprezzato l’imponente lavoro istituzionale del precedente “biennio” (personalmente ho ottenuto quasi 4.000 voti che sono e restano per me motivo di grande onore), nel quale sono stati battuti tutti “i record” delle attività consiliari degli ultimi anni, ha – viceversa – prevalso un compatto “voto di lista” che qualcuno ha definito “di protesta”, espresso da una parte, comunque, consistente dell’Avvocatura presentatasi alle urne.

Per molti ha prevalso la capacità di “blindare” un serrato voto di lista, convogliato ed attratto da promesse elettorali “esorbitanti e demagogiche” che, ora, però, dovranno essere mantenute.

Per questo, mi permetto di rubarVi qualche minuto del Vostro prezioso tempo, per ricordarVi, a titolo esemplificativo e non esaustivo, quanto fatto dal precedente Consiglio in favore dei Colleghi, proprio perché questa nuova “maggioranza” – che in campagna elettorale tanto ha promesso e tanto ha detto – dovrà fare e dare molto di più:

– la riduzione dei crediti formativi da 30 a 20 per annualità (unico Ordine in Italia ad averlo fatto);

– aver concesso numerosi dipendenti dell’Ordine all’Ufficio del Giudice di Pace per smaltire la pubblicazione delle 128.000 sentenze arretrate. Grazie a questo intervento da giugno 2011 sono stati pubblicati oltre 20.000 provvedimenti;

– aver concesso numerosi dipendenti dell’Ordine, collocati presso le Cancellerie in sofferenza, proprio su richiesta dei Colleghi, per supportare il lavoro dell’insufficiente personale del Tribunale Civile, con risultati all’evidenza di tutti;

– sono stati battuti, numeri alla mano, tutti i record sotto il profilo delle adunanze svolte (113) e della formazione obbligatoria (oltre 400 eventi organizzati e tutti rigorosamente gratuiti, e con relatori autorevoli e specializzati che hanno fornito all’Avvocatura romana un servizio formativo, di aggiornamento, di pubblicazione atti e convegnistica che non ha precedenti nella storia consiliare degli ultimi anni);

– azzeramento del carico disciplinare lasciato in eredità dalle precedenti gestioni dell’ultimo decennio;

– la decisione di chiudere la sede di Via Valadier (aperta dal 2002) che costava agli Avvocati € 14.000 al mese, ed era frequentata da non più di 5 unità giornaliere, con un dispendio di denaro che è stato riutilizzato per altre attività consiliari;

– un bilancio chiuso con un attivo di oltre € 1.000.000,00;

l’aver dato corso, per la prima volta, ad iniziative benefiche che hanno avuto incredibile risonanza e che restano motivo d’orgoglio per l’Avvocatura romana (su tutte l’acquisto di macchinari specializzati donati al Reparto Pediatrico di Terapia Intensiva del Policlinico Umberto I che hanno permesso di salvare la vita a piccoli sfortunati pazienti);

– aver ricostruito tutti i rapporti istituzionali dell’Ordine di Roma, sia a livello locale, nazionale che internazionale (basti leggere i verbali per riscontrare le Autorità, Rappresentanze, Associazioni e Colleghi di tutto il mondo che sono stati ricevuti dal Consiglio nel biennio scorso, come mai in precedenza avvenuto);

– un intervento importantissimo, da ultimo, sul Tribunale di Roma ottenendo che i Magistrati, a seguito dell’art. 9 del DL 1/12, utilizzassero come criterio di riferimento le tariffe forensi previgenti per la determinazione dei compensi professionali, sbloccando così migliaia di procedimenti pendenti e rivendicando fortemente l’importanza della tariffa forense.

Potrei aggiungere molti “punti” a questo elenco ma, per non annoiarVi, non vado oltre. Tuttavia ritengo, ultimo ma non ultimo, doveroso ricordare che l’Ordine di Roma era tornato al centro dell’attenzione di ogni consesso forense nazionale, dando anche una veste “sindacale” alla nostra Istituzione che si concretizzò al massimo, lo scorso 26/1, con la grande manifestazione a Piazza Mazzini dove parteciparono 1500 Avvocati romani (e non di altri Fori come avvenne lo scorso 15 marzo a Piazza Cavour) in TOGA ottenendo una visibilità mediatica (senza bisogno dell’ausilio di palloncini colorati) di una protesta dell’Avvocatura, mai ottenuta prima.

In ogni caso, i numeri espressi dall’ultima elezione – al di là di chi abbia indicato tutto ciò come un voto di protesta e/o come un organizzato voto di lista non rappresentativo della totalità dell’Avvocatura romana – registrano che una parte compatta dei votanti, ha ritenuto altri più capaci del sottoscritto e della mia coalizione nella conduzione della nostra amata Istituzione forense.

Quindi, voglio precisare – a scanso di equivoci – che la volontà degli Avvocati romani per me resta SOVRANA, e che, accetto ovviamente il verdetto finale. Ora, come i Colleghi votanti, mi attendo dalla nuova realtà risultati effettivi e promesse mantenute.

Il voto, si sa, non è tutto, essendo il solo punto di partenza.

E’ nel successivo lavoro prestato nell’interesse dell’Avvocatura che dovrà misurarsi il valore effettivo di ciascuno degli eletti e – passata la competizione elettorale – non si potrà più cavalcare una sterile opposizione o vivere di facile populismo.

Bisognerà portare fatti concreti e risultati reali.

Ed un conto è stare all’opposizione, limitandosi a mandare mail che sanno solo dire “no”.

Altro conto è governare e governare bene.

E non è facile.

Tutt’altro.

L’attività istituzionale, infatti, si misura con una continua e diuturna applicazione dei Consiglieri in favore dei Colleghi, lavorando all’implementazione di una formazione professionale di livello, allo studio della nostra deontologia che deve divenire punto di riferimento per ogni iscritto, con un continuo confronto con le Istituzioni, fornendo sempre alle stesse proposte di qualità, in linea con le luminose tradizioni dell’Ordine romano.

Per questo, sia chiaro, passate le elezioni, le promesse ridondanti diventano – in un batter d’occhio – inattuabili e le battaglie populiste appaiono demagogia spicciola.

Solo il lavoro, l’impegno, la preparazione e la qualità possono garantire un Consiglio dell’Ordine capace, forte e rappresentativo.

Staremo, dunque, a vedere.

Per ora abbiamo solo visto la radicale soppressione di tutte le Commissioni Consiliari (con buona pace della formazione convegnistica gratuita, fiore all’occhiello da sempre dell’Ordine di Roma), la sconcertante proposta di non rendere più gratuita la Scuola Forense (aggravando i tirocinanti di spese prima inesistenti), che da sempre è stata una bandiera per l’Ordine di Roma per la capacità di formare i propri giovani, regalando loro un’istruzione di qualità e senza alcun appesantimento economico; per non parlare, infine, del silenzio calato sulla Mediaconciliazione che si è “aggredita” cambiando solo una norma del regolamento interno, peraltro in palese e consapevole contrasto con la normativa statale.

Per il resto non sono stati “aboliti” i crediti formativi, non è stata “abrogata” la Mediazione e neppure l’Ordine di Roma è stato ricevuto dal Ministro della Giustizia in virtù della sua veemente minacciata protesta…

Al di là delle battute – che poi battute non sono perché qualcuno le ricorda come promesse – staremo a vedere.

Poi c’è l’attività “politica”, che è forse il profilo e la responsabilità più importante per l’Ordine più prestigioso d’Italia.

Nel drammatico momento di crisi e recessione che soffre la nostra Categoria ed il Paese tutto, è – come dicevo – facilissimo fare opposizione. Quando poi si governa si deve avere il coraggio, la forza e, forse, anche la qualità intellettuale e culturale di saper portare a termine i propositi concreti di una vera protesta.

Altrimenti, anche qui, si verrà ricordati per quelli che sapevano cavalcare la “tigre di turno”, al solo fine di rastrellare voti ed iniziale consenso, ma giunti al Governo caddero annegati nel mare dell’incapacità, della mancanza di coraggio e di coerenza.

Ricordiamo tutti che chi oggi presiede la nuova maggioranza, anni addietro, era un acerrimo oppositore dei crediti formativi e soprattutto di quelli a pagamento. Salvo poi, poco tempo dopo, tramontata la “protesta crediti”, addirittura farsi protagonista di eventi formativi a pagamento (magari celandosi dietro organismi ad hoc), con un salto mortale a 360 gradi, degno di un acrobata dell’incoerenza.

Ebbene, anche a livello nazionale, è accaduto esattamente questo.

Abbiamo avuto, la scorsa settimana, il Congresso di Milano.

Si è trattato del più desolante Congresso della storia dell’Avvocatura che verrà ricordato, forse, come la “final destination”della Categoria.

I “rumors” che presagivano – nelle settimane antecedenti al Congresso – un’assemblea “esplosiva” ed insurrezionalista, sono stati clamorosamente smentiti.

Abbiamo visto una platea cloroformizzata, anzi – come ha commentato più di un Collega presente – che potremmo definire “RASSEGNATA”.

Nonostante sia passato oltre un anno e mezzo dal Congresso di Genova – e da allora la nostra Rappresentanza Politica ha inanellato un ulteriore serie di mortificanti insuccessi, ultimo quello della chiusura totale ad ogni richiesta della Categoria, riscontrata nell’incontro con il Ministro Severino – nella due giorni di Milano si sono partorite le solite incongrue, ripetitive ed inutili mozioni politiche, destinate a finire in un cestino di qualche sottosegretario di Via Arenula.

I Delegati romani hanno presentato 3 validissime mozioni tecniche (Cesali, Nesta, Di Matteo) che, però, sappiamo bene, in questo momento, passano in secondo piano rispetto alle priorità politiche.

Ma torniamo alla politica.

L’assoluta assenza, a Milano, di qualsivoglia personalità della “Politica”, anche di secondo piano, ha sacralizzato – in tutta la sua dolorosa realtà – il totale disinteresse della politica tecnica e ordinaria per la nostra Categoria.

L’assordante silenzio della politica per questo Congresso è stato notato indistintamente da tutti i Delegati presenti che ne prendevano amara e definitiva contezza (chi narra di un Congresso “forte e brillante” mente per nascondere la realtà a chi non c’era, e questo è gravissimo!).

L’unico vincitore di questo Congresso è sempre il solito De Tilla che riesce, ancora una volta, a rimanere saldo in sella, trovandosi innanzi un’Avvocatura esanime, anche grazie alla sterilizzazione dei vari “cartellini rossi”, i cui fautori si sono inspiegabilmente trasformati in soldatini istituzionalmente allineati.

Molti Delegati presenti di vari Fori si sono meravigliati della mancanza di quei feroci contestatori di Genova (e dire che, rispetto a Genova, la situazione è drammaticamente peggiorata!!) che si sono improvvisamente eclissati.

Forse anch’essi sono stati travolti dallo spirito di rassegnazione che ha pervaso tutta la platea?

E perché tantissimi Delegati di altri Fori domandavano che fine avessero fatto quei feroci contestatori di Genova – che molti riconoscevano in alcuni Delegati romani – che, appunto, improvvisamente, si erano trasformati in figure istituzionalmente allineate?

Capiamo questo cosa significa?

Si protesta solo quando si è all’opposizione per “catturare” il consenso, per poi tramutarsi nell’esempio della non protesta quando si diviene governo? E per questo, Vi dico che all’attuale Presidenza dell’Ordine chiediamo una presa di posizione “forte”, che non può esaurirsi nell’aver “letto” un discorso – di sei minuti sei – sulla generica patologia che affligge l’Avvocatura, come avvenuto a Milano, senza prospettare la benché minima soluzione.

Dopo aver inondato i Colleghi romani con migliaia di mails promettendo l’impossibile, non si può “sedersi su una poltrona” e dire “ho vinto”!…..

E allora. Fatti non parole.

Sappiamo che la riforma della Professione Forense è tornata all’esame della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, ed è stato fissato dall’Ufficio di Presidenza della Commissione al 27/4/2012 il termine ultimo per la presentazione di ulteriori emendamenti.

Questa è l’ultima DEADLINE per intervenire fortemente contro la selvaggia liberalizzazione che ha colpito la nostra Professione e soprattutto per incidere sulla riforma, come previsto dalla Costituzione, e non con il famigerato “Decreto CrescItalia” (è notizia dell’ultim’ora di un tavolo tecnico presso il Ministero della Giustizia sulla revisione del Codice di Procedura Civile, dove è presente chiunque anche la Confcooperative, ma non le rappresentanze dell’Avvocatura CNF ed Oua!!!!)..

Ma se ci aspettiamo di essere ricevuti, sentiti o di ottenere una porta di ascolto dalla Politica dopo il frustrante esito del Congresso di Milano, avremo l’ennesima delusione.

Per essere ascoltati dobbiamo farci sentire e dobbiamo farlo con iniziative eclatanti e non con stucchevoli discorsi letti come sterili “comunicati stampa”.

Quindi, fatti non parole.

Ho personalmente, ed in modo formale, già richiesto al Consiglio di dare corso ad iniziative eclatanti e di indire una nuova manifestazione dei Colleghi romani – come avvenuto lo scorso 26 Gennaio a Viale Mazzini – dove l’Ordine di Roma darà inizio a tutta una serie di azioni di vibrante protesta, anche ai limiti della cosiddetta “disobbedienza civile”, ad esempio:

1) sospendere le attività dell’Organismo consiliare di Mediazione;

2) sospendere l’obbligo dei crediti formativi sino a tutto il 2013;

3) sospendere l’istruttoria delle istanze di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, spedendole al Ministero della Giustizia (sono circa 200 al mese!)

4) aprire procedimenti disciplinari nei confronti dei Deputati e Senatori, iscritti all’Albo degli Avvocati di Roma, per violazione dei doveri di dignità e decoro, con notifica immediata e contestuale a tutti i suddetti;

5) sospendere ogni attività afferente al controllo consiliare ed operativo delle difese d’ufficio;

6) bloccare ogni ipotesi di conferimento di personale dell’Ordine agli Uffici Giudiziari e richiedere agli stessi la riconsegna immediata di tutto il materiale d’ufficio in uso alle Cancellerie (scanner, fotocopiatrici, ecc. ecc.) consegnato a titolo di comodato nell’ultimo quadriennio e di proprietà dell’Ordine degli Avvocati di Roma;

7) raccogliere firme dei Colleghi – che dovranno essere preavvertiti a mezzo mail e manifesti – in tutti gli Uffici Giudiziari, che asseverino i contenuti ed i punti di protesta dell’Ordine di Roma, unendo le suddette firme a quelle raccolte nella manifestazione del 26 Gennaio scorso per poi consegnarle personalmente alla Presidenza del Consiglio, all’attenzione del Presidente del Consiglio Monti e del Sottosegretario preposto Catricalà, dandone immediata informazione a tutti i “Media” e convocando, all’uopo, una conferenza stampa all’Ordine di Roma, preannunciando tale consegna formale, possibilmente alla presenza di tutte le Associazioni forensi, che verranno chiamate nell’Aula Avvocati di Piazza Cavour per dare segno tangibile della coralità, della forza e dell’importanza della protesta dell’Avvocatura Romana.

8) Inviare comunicazione di tutto ciò a tutti i Presidenti degli Ordini e delle Unioni distrettuali, chiedendo che le stesse iniziative vengano assunte contestualmente all’Ordine di Roma.

L’attuale maggioranza su queste mie proposte, formulate in Adunanza consiliare già il 20 marzo scorso, non ha ancora dato risposta alcuna – mettendo accuratamente all’ultimo punto dell’ordine del giorno la questione, tanto che il sottoscritto seppur silenziosamente ha inteso lasciare l’Aula – mostrando una evidente incapacità (o non volontà…..?)di assumere una qualsivoglia decisione al riguardo.

La questione è stata rinviata a giovedì 12/4 e vedremo cosa accadrà.

Ove però l’Istituzione non dovesse seguirmi su questa linea, mi farò carico – sorretto da tutti quei Colleghi desiderosi di non lasciare che la nostra professione sparisca o venga sottomessa definitivamente – di iniziative che, lo assicuro, non rimarranno senza ascolto e/o seguito.

L’esperienza consiliare vissuta mi ha dato gioie infinite ed amarezze cocenti, ma la “Stella Polare” alla quale mi sono sempre ispirato e sempre mi ispirerò è l’interesse e la tutela dei Colleghi romani. Ho avuto l’onore di essere Presidente dell’Ordine, Segretario e rivestirò, con lo stesso onore, il ruolo di Consigliere per il bene supremo dell’Istituzione, ultimo ed ormai unico baluardo di libertà contro i sempre più accaniti attacchi di chi vuol umiliare la nostra che è la più nobile Professione intellettuale.

Un anno fa sul nostro Sito istituzionale riportai le seguenti citazioni che vennero riscontrare da centinaia di mail di Colleghi romani che le commentarono con emozionato apprezzamento:

Noi siamo la Categoria di Piero Calamandrei, che diceva “La difesa del diritto non è arte retorica, ma coscienza civile ed impegno nella vita” e siamo anche gli eredi di M. K. Gandhi che diceva “Mi resi conto che la vera funzione dell’avvocato è di unire parti che si sono disunite; la lezione s’impresse così indelebilmente in me che occupai gran parte del tempo per ottenere compromessi privati in centinaia di casi. Non ci persi nulla, neppure denaro, certamente non l’anima. Io sono un avvocato”.

So di avere intorno a me tanti Colleghi – ho ricevuto in questo mese migliaia di lettere/mail che mi hanno commosso ed onorato – pronti a difendere tutto ciò e sicuri che la coerenza, la lealtà, le scelte di vita coraggiose, la passione per una idea, l’amore per la toga, sono ancora valori in cui credere: è con questo spirito che, pur come voce più o meno solitaria all’interno del Consiglio, continuerò la mia azione di “servizio”.

Concludo e mi scuso 100 volte per essermi dilungato.

Ricorderete in passato uno slogan ad effetto di chi addirittura prometteva l’abolizione dell’Iva, che suonava più o meno così: chi non prova a costruirsi il futuro che desidera, deve accontentarsi del futuro che gli capita. Costui prometteva tanto, similmente ad oggi, eppure siamo finiti in queste tragiche condizioni.

Io non temo il futuro, ma nella mia vita seguo una vecchia massima che dice: “Da giovani guardiamo al futuro, da vecchi guardiamo al passato e così non siamo mai voltati nelle direzione giusta ed il presente, spesso, ci sfugge”.

Ecco, forse ci sta sfuggendo il presente.

Ora abbiamo l’ultima chiamata per reagire, altrimenti, un giorno non troppo lontano, avremo delle norme talmente raccapriccianti che talune prevederanno addirittura che la disciplina degli Avvocati sarà gestita e giudicata dalle Associazioni di consumatori…

Auguro, a Voi ed alle Vostre famiglie una Pasqua in serenità.

Con il mio più caro e cordiale saluto.

Roma, 6 aprile 2012

Antonio Conte

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