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Quando si scrive d’italiani all’estero, anche se, per la verità, se ne scrive sempre meno ed a sproposito, il termine “Espatrio” è tecnicamente bandito. I Connazionali oltre confine non fanno più “notizia” già da parecchio tempo. In Patria sono considerati parti integrate della Comunità ospite ed il ricordo per la Patria s’ipotizza che sia “svanito”. Non è così. Gli italiani all’estero, soprattutto quelli di terza e quarta Generazione, hanno precise opinioni sulla realtà della penisola. Sono informati, interessati e, assai spesso, anche coinvolti. Insomma, i milioni d’italiani nel mondo sono la realtà di un’organizzazione sociale che si è sviluppata altrove, ma non estranea alle vicissitudini della terra d’origine. Anche se non tutti i Connazionali hanno fatto fortuna all’estero, ben pochi hanno dimenticato, nonostante tutto, l’Italia. Per quelli che sono nati lontano e della nostra lingua non hanno perfetta padronanza, restano le tradizioni, la voglia d’italianità; anche se adattata alle usanze del Paese ospite. L’Emigrazione l’abbiamo vissuta, sul fronte dell’informazione, dal 1959. Da oltre mezzo secolo, la nostra è stata un’esperienza diretta ed imprescindibile. Si lasciava lo Stivale per cercare in altre terre pane, lavoro. Insomma, un futuro. Negli anni’ 50, migliaia d’italiani si sono riversati in altri Stati europei; fieri della loro origine e ben motivati nel voler riuscire. All’estero, li attendevano sacrifici ed anche umiliazioni. Non si sono arresi. Sono andati avanti. Se le due prime Generazioni di Migranti si sono dissolte nell’oblio dell’età, i loro figli ed i loro nipoti hanno continuato per quel cammino d’impegno che non è venuto mai meno. Anche negli anni più difficili. Ora è l’Italia che dovrebbe fare di più, e di meglio, per loro. Mancano ancora le premesse per l’effettiva tutela dei loro pochi diritti in Patria. Per una serie d’eventi non programmati, tutti si sono resi conto che i Connazionali oltre confine intendono contare di più nel futuro del Bel Paese. Lo abbiamo ben capito anche noi. Così, prima di tutto, si è fatto strada, prepotente, un progetto che intendiamo concretizzare con l’aiuto di tutti e senza escludere nessuno: ”Servire gli italiani nel mondo e non servirsene”. Dopo questo frizzo, espressivo, attendiamo anche i riscontri dei Lettori. Le conquiste sociali vere non possono essere unilaterali. Almeno secondo il nostro modo di vedere.

Giorgio Brignola

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