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VIVERE SECONDO MONTI

Se ci avessero predetto la situazione che stiamo vivendo, non ci avremmo creduto. Nessuno, a ben riflettere, lo avrebbe fatto. Invece, è successo. La Manovra Monti dovrebbe salvare la Penisola da mali peggiori. Staremo a vedere. Intanto, da noi ci sono più di due milioni e mezzo di disoccupati, compresi i giovani all’affannosa ricerca di una prima occupazione. Il 40% delle famiglie italiane vive con un reddito ( medio) tra gli 8000 ed i 20.000 Euro l’anno. Come a scrivere che, le più fortunate, possono far conto su circa 1500 euro mensili ( compresa la “tredicesima”). Per molte, purtroppo, la disponibilità si riduce a meno di 1000 Euro il mese. Una somma, dati i tempi, al limite della sopravvivenza. Eppure, c’è chi sta anche peggio. Se non basta, il 18% della forza lavoro effettiva è in cassa integrazione. Tuttavia, i sacrifici non sembrano ancora sufficienti per arginare l’involuzione nazionale. I “tecnici” considerano, probabilmente, l’Italia come un’azienda in passivo da risanare. Sarebbe troppo facile. Invece, la realtà è assai più variegata. C’è da rivedere la politica della produttività e dell’occupazione. Come già avevamo segnalato, la liquidità continua a diminuire ed il risparmio è stato relegato tra i desideri impossibili. Monti, economista di chiara fama, ha deciso di trattare il Paese con una “cura” rilevante, ma socialmente pericolosa. Dato che manca palesemente la fiducia dei mercati è inutile investire senza provvedimenti all’origine. La riforma del nostro sistema previdenziale ha, ulteriormente, diviso lavoratori e forze sociali. Superato il “nodo” delle pensioni, restano gli interrogativi sull’età pensionabile che ha già superato quota “65”. Il punto di non ritorno è stato scongiurato, ma le incoerenze restano parecchie. Abbiamo la benzina più cara in assoluto e ci preoccupiamo per il calo delle immatricolazioni automobilistiche. Eppure il traffico su gomma è sempre caotico. Scioperiamo per manifestare contro la torchiatura socio/economica e c’indebitiamo per acquistare, con rate la cui durata ha tempi biblici, elettrodomestici e ferie che, differentemente, sarebbero al di fuori della nostra portata. Anche questo è un segno dei tempi. Le gite fuori porta stanno tornando di moda. Mentre il rincaro energetico andrà ad incidere sul prezzo di molti prodotti agro/alimentari d’uso comune. Pur con un’attenta economia, la famiglia ha già speso più dell’80% del suo reddito mensile dopo la prima quindicina. Senza tener conto delle spese impreviste che capitano con pedante periodicità. Si vive di più in casa, che altrove. I grandi centri commerciali hanno iniziato a ridimensionare il loro personale e il periodo “feriale” risulta già ridotto del 60%. E’ previsto che 6 famiglie su 10 non andranno in vacanza nella prossima estate. L’Italia è fatta così: chi stava bene, continuerà non peggio. Chi arrancava prima, ora rischia, non solo di zoppicare, ma anche di cadere. Vivere secondo “Monti” è più che un modo d’essere. E, dato che non si vive di solo pane, tirare avanti sarà anche più difficile.

Giorgio Brignola

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