La Caporetto del lavoro e la testardaggine del governo

L’ultimo bollettino di guerra dal fronte del lavoro racconta una disfatta senza fine. Il tasso di disoccupazione è salito a febbraio è al 9,3%, in rialzo di 1,2 punti percentuali su base annua, toccando così il livello più alto da gennaio 2004. Rispetto a un anno fa, quando già il Paese era messo male, oggi in Italia ci sono 335mila disoccupati in più. Sempre più drammatico, purtroppo, il dato relativo ai giovani e alle donne, con cifre spaventose nel Mezzogiorno: nel quarto trimestre del 2011, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni è salito al 32,6% dal 29,8% dello stesso periodo del 2010, con un picco del 49,2% per le giovani donne del Sud.
Siamo alla resa incondizionata dello Stato alla crisi, a una nuova Caporetto combattuta e persa nelle fabbriche, nei cantieri, nelle imprese. Nel 1917 furono l’incapacità, la presunzione e la testardaggine del generale Cadorna a portarci alla disfatta, oggi, fatte le debite proporizioni, non vorremmo che il presidente Monti ripetesse in qualche modo quegli stessi errori.
Perché il professore e il ministro Fornero insistono cocciutamente nell’avanzare contro l’art. 18, come se fosse la madre di tutte le battaglie, senza capire che invece la guerra va combattuta su altri fronti? Spacciare la precarietà per flessibilità servirà solo ad aggravare la situazione, dire che facilitare i licenziamenti creerà occupazione e crescita non è solo un errore, è un falso storico.
Qui in gioco non c’è solo il futuro di migliaia di lavoratori, c’è il futuro del Paese. E ciò che preoccupa è che il governo sembra brancolare nel buio, con un sottosegretario che dice una cosa e il ministro competente che lo smentisce. Era già successo altre volte, si è ripetuto ieri con il botta e risposta sugli esodati tra il sottosegretario Polillo e il ministro Fornero. Stiamo parlando di un tema delicatissimo, che riguarda 350mila lavoratori e,con le loro famiglie,1.000.000di persone, non è possibile che il governo non solo non abbia una soluzione ma ostenti una imbarazzante confusione. Ma il problema è più ampio e riguarda tutti i lavoratori over 40 e over 50 che hanno perso in questi anni il lavoro e che faticano a trovarne uno nuovo per poter raggiungere l’età pensionabile. Infine, riguarda i giovani che alla pensione rischiano di non arrivarci proprio. Se non vogliamo scatenare tensioni sociali e guerre tra poveri bisogna intervenire immediatamente.
Monti ha affermato che ormai l’Italia è fuori dalla crisi. Bene, se ne vada a casa e si voti subito. La seconda parte dell’emergenza la gestirà chi ha vinto le elezioni. Ci candidiamo noi a riportare quel minimo di equità sociale che Berlusconi prima e l’attuale governo poi hanno totalmente ignorato.

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