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Mobbing con le stellette

(*) di Luca Tartaglione

Tra i tanti argomenti mai affrontati seriamente dal COCER Interforze sicuramente il MOBBING ha un posto d’onore. E’ difficile stabilire il confine tra disciplina ed abuso, spesso e volentieri per evitare di affrontare la questione si gioca sui distinguo e sofismi giuridici.
Si può mobbizzare o essere mobbizzati in tanti modi, attraverso vessazioni dirette e indirette, con l’isolamento, il demansionamento, l’abbassamento di qualifiche, trasferendo, sanzionando e gravando di servizi, bloccando l’avanzamento, la possibilità di fare corsi per aggiornamento professionale. Insomma, una miriadi di comportamenti conosciuti e resi oggettivi dalla medicina e giurisprudenza in merito. In ambito militare, la casistica è ampia e si amplifica esponenzialmente data la mancanza di oggettività e trasparenza che spesso accompagna ogni provvedimento, a tutti gli effetti un ordine superiore con la discrezionalità di chi comanda.
Questa “piaga” ha subito nel tempo una modificazione attraverso una trasformazione da devianza sociale ad una correlazione di probabile patologia clinica. Elemento questo che si pone come dequalificante per la persona e danno grave all’equilibrio del nucleo famigliare. Dobbiamo tenere conto anche dei dati: 1,5 milioni di italiani è colpito da questo fenomeno che ferisce maggiormente i soggetti da una età approssimativa di 45 anni quindi gli anziani nel mondo del lavoro. E’ bene tenere conto dell’aspetto medico legale che in sede di valutazione psichica ci offre una valutazione del danno psichico, non è una realtà peritale consolidata sia nell’ambito dei procedimenti penali, sia del lavoro, sia in ambito civilistico in relazione alla quantificazione del danno biologico che eventualmente sia derivato.
Questo è un dato oggettivo che esistono interpretazioni e atteggiamenti assai diffusi in diversi tribunali. In un ambiente come le FF.AA. deve esistere un quadro legislativo dedicato alla patologia e che non debba intrecciarsi con provvedimenti relativi ad esempio a presunte incompatibilità ambientali. Per salvaguardare il personale e le loro famiglie che spesso vengono lasciati al destino dei tribunali, dei ricorsi e quant’altro creando un danno all’equilibrio ed alle economie famigliari.
Nel merito, in solitaria e spesso contrastato dai colleghi di Sezione, lo scrivente delegato sia con il COIR delle Forze Operative Terrestri del 9° mandato e sia con l’attuale ha sempre tenuta viva l’attenzione sulla problematica finanche a portare, su propria mozione, la sezione Esercito del Co.Ce.R. ad intervenire con delibera n. 92/2008 datata 15 ottobre 2008 sostenendo l'istituzione di un Comitato paritetico sul MOBBING a favore del personale militare, peraltro, in linea con quanto istituito dal Ministro della Difesa con decreto del 18 gennaio 2008 a favore del solo personale civile. Tale delibera ha ricevuto una risposta di condivisione da parte del Sig. Capo di Stato Maggiore dell'Esercito pro tempore – Generale Fabrizio Castagnetti – peraltro il Generale Castagnetti annunciava un interessamento del Capo di Stato Maggiore della Difesa che aveva già istituito un gruppo di lavoro con la possibilità di istituire un Gruppo di Lavoro permanente per lo studio del mobbing in ambito militare. Sta di fatto che a queste belle intenzioni datate 17 febbraio 2009 non sono seguiti provvedimenti concreti!! Lo stesso COCER Comparto Difesa ed Interforze non è mai intervenuto con successiva delibera, stante il carattere generale della problematica. Recentemente ho riproposto sotto un altro aspetto la problematica, la Tutela dei Delegati è spesso oggetto di situazioni incomprensibili, eppure la il Comitato di Presidenza del CoCeR sinora non ha ritenuto di calendarizzare l’argomento, tutto è più importante e rimandato.
Eppure le segnalazioni non mancano, è più facile leggere nei giornali, nelle interrogazioni Parlamentari, trasmissioni televisive piuttosto che trovare una Delibera della Rappresentanza (cobar, coir, cocer). Si trova di tutto, basta fare un giro su internet e notiamo finanzieri, carabinieri, marinai, soldati che a vario titolo sono potenziali vittime di mobbing. Personalmente non ho difficoltà ad ammettere che nonostante l’attenzione di taluni delegati il CoCeR nella sua massima veste interforze ha snobbato la problematica, dimostrando ancora una volta quanto limitato sia l’attuale rappresentanza militare nel merito delle tutele delle donne e degli uomini con le stellette allorquando queste, in astratto, configgono con le decisioni delle amministrazioni militari.
La tutela individuale, ancor prima di quella collettiva, è un tassello importante nella serenità psicologica di ogni militare. A differenza dei Sindacati, alla Rappresentanza è inibita ogni forma di tutela del collega e ciò rende instabile ancora di più il sistema. Probabilmente, si preferisce mettere la testa sotto la sabbia e continuare a dire che tutto “è ottimo e abbondante”.

Roma, 28 marzo 2012

(*) delegato CoCeR Interforze

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