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UN INTERROGATIVO INTRIGANTE

E’ dallo scorso novembre che l’esecutivo “tecnico” è alla guida dell’Italia con lo scopo di risanarne la traballante economia italiana. In pochi mesi, un mondo è cambiato. Le prospettive nazionali anche. Eppure, il potere legislativo è rimasto quello del presedente Governo Berlusconi. Facciamo, di conseguenza, alcuna semplici considerazioni. Nel maggio del 2008, entrava in crisi irreversibile l’esecutivo del “Professore”. Quello di Romano Prodi. Dopo le elezioni, tornava a governare la Squadra del Cavaliere. Rimasta in carica sino all’inizio del novembre 2011. Poi, senza segnali premonitori, Berlusconi si dimette. Il resto è storia d’oggi. Tanto recente e complessa da sollecitare le nostre riflessioni. Con la finalità d’esprimere uno stato d’animo e senza la pretesa di dare giudizi ben sopra delle nostre possibilità cognitive e politiche. Quando Berluscono se n’è andato, in Parlamento già si erano verificate “grandi manovre”, che avevano portato alla frantumazione d’alcuni partiti ed alla formazione d’altri. Insomma, erano le avvisaglie del lancio del “Terzo Polo”. Torniamo, però, ai fatti socio/politici più diretti. Durante il Governo del “primo”Professore” (Prodi), il Centro/Destra ha fatto il suo dovere. In pratica quello d’essere all’opposizione. Quando, nel 2008, è ritornato il Cavaliere a governare, il Centro/Sinistra, anche se in una formazione meno chiara che per il passato, è tornato a fare opposizione. Com’era logico che fosse. Certo è che, con l’ultimo Berlusconi, anche l’Italia ha iniziato ad entrare nel tunnel di quella crisi economica che è stata micidiale. Eppure, nessuno ha pensato di “salvare” il Bel Paese. Con l’assicurazione che i “conti erano a posto” e che non si sarebbero messe le mani “nelle tasche degli italiani”, l’Italia ha continuato per la sua strada. Come da copione, sinistra e terzo polo hanno ripreso la loro linea d’opposizione; meno efficace perché distribuita su due fronti non perfettamente in armonia tra loro. Già dalla metà del 2009, la Penisola era in area di preoccupante recessione. Tutti n’erano a conoscenza, ma l’Esecutivo procedeva per la sua strada senza mai assumere posizioni impopolari. Poi, tutto è andato avanti, altalenando, sino allo scorso novembre. Quando il Cavaliere si dimetteva ed un neo Senatore a vita accettava di formare un Esecutivo d’emergenza, senza politici appunto, denominato “tecnico”. Dalla metà di quel novembre, temporalmente così vicino, ma politicamente lontanissimo, l’Italia ha cambiato rotta ed i nostri uomini di partito modo di rapportarsi. Oggi, a ben osservare, non esiste più un’opposizione. Le polemiche sono scomparse. Il Parlamento è tutto dalla parte del Professore. Nessun problema di “sfiducia”. Nessuna scelta da discutere. La nuova dirigenza “non”politica è stata capace d’ottenere ciò che gli Esecutivi precedenti, ben definiti politicamente, non sono stati mai in grado di realizzare. La governabilità, ora, sembra assicurata. L’opposizione è evaporata ed il Parlamento rappresenta solo se stesso. Alla vigilia d’altre trasformazioni epocali, gli italiani tirano avanti alla meglio. Più demotivati che per il passato. Neppure il Federalismo è riuscito a mostrare il suo aspetto migliore. Le incertezze hanno preso il posto alle certezze. Ma come è potuto capitare? Come si è arrivati ad una sorta di ribaltone tanto atipico da non poterlo neppure definire ufficialmente tale? Sono questi gli interrogativi, per un certo senso intriganti, che ci poniamo, con la speranza che siano, come scritto in apertura, solo nostre peregrine sensazioni.

Giorgio Brignola

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