Lombardi nel Mondo – Intervista a don Vincenzo Barbante, nuovo Presidente della Fondazione Sacra Famiglia Onlus
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Intervista a don Vincenzo Barbante, nuovo Presidente della Fondazione > Sacra> Famiglia Onlus>>> LE INTERVISTE IN ESCLUSIVA DEL PORTALE LOMBARDI NEL MONDO. Maurizio Pavani> intervista don Vincenzo Barbante, nuovo Presidente della Fondazione Sacra> Famiglia Onlus.
La frase rivelatrice: Io penso che in realtà la verità > stia> nell’umiltà del quotidiano di chi lavora costantemente per sostenere ciò > che> di buono Dio ha posto nel cuore degli uomini: la fedeltà, l’amore, la> diligenza, la giustizia, la costanza e la misericordia che è poi quello > che> tante mamme, papà e lavoratori fanno ogni giorno ed è proprio quello che > si> sperimenta quotidianamente anche qui nel nostro Istituto.>> don Vincenzo Barbante>>
D: Buongiorno Presidente. Crediamo sia importante far conoscere ai nostri> lettori nel mondo, ai lombardi all’estero e a quelli residenti, quale e> quanto rilevante sia il significato della solidarietà nell’ascolto delle> istanze di aiuto provenienti dai bisognosi, dalle famiglie, dai deboli e> disabili. Lei, in veste di nuovo presidente della Fondazione Sacra > Famiglia> Onlus, ha ereditato – il testimone – da Mons. Enrico Colombo che per oltre> un ventennio ha guidato la Fondazione senza mai distogliere lo sguardo > dalla> Super Omnia Charitas. Quale significato assume ancora questo postulato > nella> vostra mission e in particolare per Lei?>>>
R: Io credo che il significato più importante che proviene dalla Super > Omnia> Charitas, sia quello che vede la Comunità cristiana profondere impegno e> attenzione nei confronti del mondo della fragilità rappresentata dai> disabili e dalle persone non autosufficienti. La tradizione ha origine fin> dalla nascita dell’Istituto Sacra Famiglia, avvenuta ben 115 anni or sono> grazie alla preziosa opera svolta da Mons. Domenico Pogliani, prevosto di> Cesano Boscone. Questa tradizione, a distanza di oltre un secolo, ancora> oggi prosegue con impegno e dedizione. Personalmente ho avuto modo di> percepire che il territorio, pur in un contesto di grande progresso,> manifesta forti disagi caratterizzati da situazioni di bisogno e necessità> di cure della persona. E’ allora bello pensare che in prima linea esistono> realtà con esperienze d’attenzione nei confronti di chi nella fragilità> sperimenta di non essere più solo grazie all’impegno della Comunità> cristiana. Quest’opera significativa in sé, lo è anche nella mia personale> esperienza di vita perché vi intravedo un ambito di servizio > particolarmente> prezioso e in continuità con l’azione svolta dai miei grandi predecessori,> tra cui Mons. Enrico Colombo che ringrazio per tutto quello che ha fatto > nel> corso di questi anni.>>>
D: Come testimoniato in più occasioni dalle SS.EE. i Cardinali Tettamanzi > e> Scola, FSC è una grande istituzione. Oltre alla sede principale di Cesano> Boscone, altre si trovano nell’hinterland milanese e in Liguria. Un> importante punto di riferimento non solo a livello regionale ma per ogni> solidarietà desiderosa di alleviare la sofferenza psico-fisica e mentale.> Questo valore, potrà trovare radici o avere prospettiva anche in Paesi> esteri, poveri e bisognosi di aiuto?>
R: In questo momento la Fondazione è impegnata in tre regioni, Liguria,> Piemonte oltre che Lombardia. Attualmente non esistono progetti all’estero> anche se abbiamo attivato dei contatti, in passato con l’Eritrea e> prossimamente con la Costa d’Avorio, soprattutto per accompagnare la> formazione di figure dedite all’assistenza in questi Paesi.>>>
D: Presidente, la Santa Pasqua si avvicina: un momento di gioia e letizia> nella Resurrezione. A suo parere, quale rapporto può esserci con> l’esperienza della fragilità che sperimentano gli ospiti e le loro > famiglie?>
R: Io credo che nella Santa Pasqua che andremo a celebrare fra poco, via > sia> un aspetto particolare del messaggio di Gesù che ci fa capire quanto Dio è> vicino all’uomo ed è disposto a giocarsi con lui completamente. Dio è > vicino> a coloro che soffrono; a coloro che attendono con tutte le forze un> messaggio di speranza e di consolazione. In tutto questo, il cammino che > la> Comunità cristiana prospetta a ogni credente è quello di riscoprire che > non> si è mai soli; non si è mai soli nel momento della fragilità. Sacra > Famiglia> rivolge in modo particolare agli ospiti e alle loro famiglie un segnale> concreto di prossimità e lo fa in nome di quel messaggio che è un > messaggio> del Vangelo. La Resurrezione di Gesù e la Pasqua ci prospettano anche che > il> fine ultimo dell’uomo non è quello di vivere nella sofferenza, bensì di> vivere nella gioia. La consistenza della gioia assume esperienze e > contorni> davvero molto diversificati. C’è una gioia che si trasmette e s’incontra> nello sguardo dei nostri ospiti che è davvero molto, molto bella e> importante. C’è la possibilità a volte di offrire motivi di gioia> semplicemente attraverso una carezza o lo stare accanto a una persona. Noi> sappiamo che questi gesti sono solo un segno, un’anticipazione> dell’avvolgente tenerezza di Dio offerta davvero a tutti e che il tema > della> Pasqua sempre ci ricorda. Questo è un motivo certamente di grande speranza> per le famiglie e per chi si trova in difficoltà ma lo è anche per chi > opera> all’interno della nostra comunità perché non dimentichi quanto può essere> significativo e importante realizzare la propria esperienza con > discrezione,> intelligenza, umiltà e grande carità. Signore Gesù si fa carico delle> sofferenze dell’uomo. Vi è un momento in cui sulla Croce, esangue dice – > mio> Dio, mio Dio perché mi hai abbandonato – e io penso a quante volte i> genitori arrivano a pronunciare questa frase di profondo e immenso> sconforto. Sento anche però che proprio in quel momento dovrebbero > avvertire> la vicinanza del Signore perché anche Lui è passato attraverso questo> momento in cui si è chiamati ad affidarsi totalmente a Dio.>>>
D: Nel mezzo di una profonda crisi di valori morali, sociali, culturali,> politici ed economici, nuovi quanto non ben decifrabili modelli di> riferimento si profilano all’orizzonte del nostro sguardo. Come > distinguere> il messaggio sincero dal falso?>
R: L’attuale contesto sociale ci espone a moltissimi messaggi > contrastanti.> Non tutti necessariamente negativi e non tutti certamente positivi. Una > cosa> però credo di poterla constatare: è molto più facile evidenziare ciò che> ogni giorno di negativo ci circonda e ci aggredisce. Ritengo che i > messaggi> di bene, i messaggi positivi siano moltissimi: la fedeltà nelle piccole> cose, la coerenza che molti manifestano nel vivere diligentemente il > proprio> dovere quotidiano. Questo è ciò che spesso passa per taciuto ma in realtà > è> ciò che invece tiene salda e costruisce la nostra società. Anche > all’interno> di un Istituto come il nostro si realizza di fatto una testimonianza di> valore particolarmente importante che normalmente non fa notizia, forse> perché passa per le vie della dedizione o del quotidiano senso del dovere > da> parte di ogni operatore. Quindi, credo che sia poi nei fatti che si> riconosce la verità o la bontà di un messaggio. Le persone che offrono> salvezze a buon mercato o facili soluzioni a gravi problemi umani, spesso> vendono solo illusioni. Questo ce lo ricordano anche i testi apocalittici> dei Vangeli. Gesù stesso ammonisce – . attenti ai falsi profeti! Molti> urlano, molti tentano anche di vendersi come salvatori. Io penso che in> realtà la verità stia nell’umiltà del quotidiano di chi lavora > costantemente> per sostenere ciò che di buono Dio ha posto nel cuore degli uomini: la> fedeltà, l’amore, la diligenza, la giustizia, la costanza e la > misericordia> che è poi quello che tante mamme, papà e lavoratori fanno ogni giorno ed è> proprio quello che si sperimenta quotidianamente anche qui nel nostro> Istituto.>>>
D: Don Vincenzo, nel ringraziarla per la disponibilità concessa, a > chiusura> dell’intervista, un’ultima domanda. Nel corso degli anni, avrà certamente> visto i mille volti della sofferenza e del disagio nei suoi vari aspetti.> C’è una frase, un pensiero, un gesto oppure uno sguardo che più di altri> l’ha profondamente commosso?>
R: Certamente l’esperienza più forte avvertita in Sacra Famiglia è quella > di> aver percepito che qui dentro nessuno è solo. Non è solo l’ospite perché > c’è> qualcuno che si prende cura di lui e non è sola la famiglia. Ricordo che > per> alcuni genitori, l’impegno a sostenere e prendersi cura di una caro in > gravi> difficoltà rappresenta un onere che spesso va a stravolgere i già fragili> equilibri dell’intera famiglia. Molto spesso ci sono situazioni in cui le> famiglie non vedono via d’uscite. Allora, la nostra esperienza può essere> d’aiuto anche se non sostitutiva dell’affetto dei loro cari; certamente > può> essere un valido supporto nell’affrontare situazioni d’emergenza ed è > bello> poter dire loro – non siete soli! Sarebbe auspicabile che anche la > politica,> pur all’interno delle tante priorità da affrontare, non trascuri comunque> l’attenzione sulla condizione di chi vive l’esperienza del dolore e della> fragilità psichica e fisica. Per rifarmi a una frase di Papa Paolo VI che > mi> ha particolarmente colpito per profondità del significato, direi che: .. > la> politica è un modo esigente di viver la carità – e quindi sarebbe davvero> bella cosa se anche i politici riuscissero a nobilitare in questo modo il> loro servizio a favore della comunità.>>> BIOGRAFIA> don Vincenzo Barbante è nato ad Alzano Lombardo il 5 settembre 1958.> Laureato in giurisprudenza, dal 1989 è sacerdote e dal 1995 è responsabile> dell’ufficio amministrativo e membro del Consiglio per gli Affari > Economici> della diocesi di Milano.
Dal giugno 2011, succede a Mons. Enrico Colombo> (presidente FSC per 22 anni), alla guida della Fondazione Sacra Famiglia> Onlus, mantenendo inalterato lo spirito di cura, carità e attenzione verso> gli Ospiti, da sempre al centro di ogni scelta e decisione della > Fondazione.>>
Maurizio Pavani>> www.lombardinelmondo.org> www.mantovaninelmondo.eu