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COMUNQUE VADA

Mentre scriviamo, Monti va avanti ed il Parlamento borbotta. La “crisi”politica italiana è sempre attiva e l’Esecutivo del Professore n’è l’evidente prova. Berlusconi non c’è più ed il suo partito sta vivendo una sorta d’anonimato che non promette sorti migliori per le elezioni del 2013. Tra tanto marasma, ci siamo resi conto che la via “liberista” si è dimostrata impercorribile. L’Italia non ha la stoffa dei Grandi d’Europa per fare definitivamente in gran passo. Mentre anche il teorema del “federalismo” segna il passo, ci sono ancora troppe posizioni “ibride” da chiarire. Perché, è meglio rammentarlo, i problemi prioritari della Penisola sono ben lungi dall’essere risolti. Con la questione della revisione dello Statuto dei Lavoratori, anche la “pax”sociale si è fatta problematica. Ma nessuno si è guardato bene di porre sul tappeto la regolamentazione degli scioperi. Per evitare tensioni maggiori, si troverà il “compromesso” che non andrà a soddisfare nessuno, ma permetterà una tregua almeno con i sindacati che, ancora una volta, si sono rivelati sempre meno coesi. Sul fronte previdenziale è calma “piatta”. I trattamenti pensionistici sono già stati visitati dai “tecnici” ed invecchiare rappresenta un altro ostacolo che non possiamo, purtroppo, evitare. All’inizio dell’anno, avevamo scritto che questo 2012 sarebbe stato quello della “svolta”. Ora preferiamo rimettere in campo un certo giustificato pessimismo. La ripresa economica stenta a farsi palese e, a ben osservare, è in calo anche la nostra attendibilità internazionale. I provvedimenti di Monti sono serviti a tamponare la falla economica del Paese; per risolverla le premesse proprio non le abbiamo notate. La fase “due” della manovra, che avrebbe consentito all’Azienda Italia di sollevare la testa, tarda a concretizzarsi. Dopo tanto “silenzio”, si tornano a sentire venti di “polemiche”. Per ora in sordina; ma sino a quando? L’economia del Bel Paese non può poggiare su posizioni ideologiche non suffragate da evidenti stimoli di ripresa produttiva. In quest’interregno machiavellico, “progressisti” e “liberisti” si sono disciolti come neve al sole. Le scissioni all’interno di tanti partiti hanno determinato anche una certa confusione tra gli elettori che hanno visto i loro “beniamini” passare da una sponda all’altra. Con conseguente confusione d’intenti e disattese promesse. Dopo l’Epopea Berlusconiana, che qualcuno già rimpiange, l’Italia ha da ritrovare quell’equilibrio che ha goduto nei primi decenni di Prima Repubblica. I tempi c’impongono d’andare avanti. Forse, si è già perduto tempo prezioso. Dopo tante prove d’incoerenza e di peccati, tutt’altro che veniali, per fare i “politici”, oltre all’onestà, ci vuole un’innata “stoffa”. L’elettorato, in questi mesi di “magra, ” si è fatto una precisa opinione su questi ultimi dieci anni di Repubblica. N’è risultato che gli italiani gradirebbero essere informati “prima” di quello che s’avrebbe in animo d’applicare “dopo”. Anche perché l’attuale Parlamento vive unicamente in rappresentanza di se stesso. Gli “errori” si pagano. Il Popolo italiano non è più nello spirito d’onorare quelli degli “altri”.

Giorgio Brignola

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