“La sentenza della Cassazione su Mannino prima, poi quella su Dell’Utri, ieri il verdetto sulla strage di via dei Georgofili a Firenze, non costituiscono alcuno scandalo ne’ un cambio di linea della magistratura rispetto a decisioni che solo in apparenza appaiono divergenti”. Lo ha affermato il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto.
“Esse infatti rappresentano una chiara e netta presa di posizione nei confronti di quegli inquirenti, e purtroppo anche di alcuni collegi giudicanti, che hanno distorto e snaturato un reato gia’ di per se’ assurdo. Il concorso esterno in associazione mafiosa, infatti, se correttamente usato, come ideato da Giovanni Falcone, aveva lo scopo di colpire quei personaggi che pur non essendo affiliati alla criminalita’ organizzata ne favorivano l’attivita’ commettendo reati specifici, evidenti e gravi. In questi anni, tuttavia, e’ stato trasformato dalla magistratura militante, in un’arma da usare contro gli avversari politici. Di fronte al nulla giudiziario, di fronte alla totale assenza di elementi che configurassero un qualsiasi reato, si e’ presa l’abitudine di contestare il semplice concorso esterno. Bastava un incontro sbagliato, una frequentazione discutibile ma limitata a questo, per mettere sulla graticola, per torturare per anni il malcapitato di turno, per distruggerne l’attivita’ politica, per logorarne il corpo e la mente, per annientare una famiglia. Se dunque la Cassazione ha riportato la barra della verita’ al centro, non c’e’ nulla di scandaloso. Scandaloso e’ invece che certi magistrati inquirenti, fin troppo spesso pronti – in passato – a scagliarsi contro chi criticava le sentenze a loro gradite, oggi invochino provvedimenti disciplinari verso alcuni loro colleghi e offendano il loro operato, configurando cosi’ vere e proprie intimidazioni, che potremmo anche definire un po’ mafiose, trattandosi di questioni di criminalita’ organizzata”.
