“Frongia , dalle istituzioni nulla di fatto per la risoluzione delle
problematiche”
Quando i riflettori dei media si accendono sul dimenticato mondo
penitenziario è sempre un evento da salutare positivamente. Purtroppo
ciò avviene non per indagare, approfondire o esaminare le
tante,troppe deficienze e criticità del sistema ma, quasi
esclusivamente, per raccontare fatti di cronaca o di vite che si
spengono dietro le sbarre. Lo sfogo avviene attraverso una note del
Libero Sindacato Appartenenti Polizia Penitenziaria (Lisiapp) per voce
del suo segretario generale aggiunto Luca Frongia, “Da tempo
denunciamo come il sistema penitenziario non assolva più ai compiti
che la Costituzione gli affida, determinando condizioni incivili di
detenzione e infamanti di lavoro”. Lo facciamo sottolinea Frongia
quotidianamente inascoltati e, purtroppo, nell’indifferenza della
stampa, della politica e della società che solo occasionalmente
recuperano un’attenzione verso un mondo che, in genere, si
preferisce ignorare. Invece, quelle discariche umane, quelle città
fantasma che sono le nostre prigioni hanno bisogno dell’attenzione
mediatica e sociale. A questo continua la nota si potrebbe contribuire
ad alimentare una coscienza sociale sul dramma che ogni giorno si vive
oltre le mura. Un dramma fatto di solitudine, di diritti negati, di
abusi , di soprusi, di violenza, di degrado. L’impegno quotidiano
afferma il sindacalista, in condizioni inenarrabili, del personale di
polizia ci consegna storie di ordinaria straordinarietà. E’ il caso di
agenti che ,pur di garantire la presenza di un detenuto in udienza,
accettano di farsi 19 ore di traduzione su un mezzo scassato sapendo
di dover rimontare in servizio senza alcun recupero fisico. E’ il caso
di tante vite salvate. E’ una verità fatta di evasioni sventate ma
anche di disponibilità, di tolleranza, di dialogo , di speranze
alimentate. Ma a questo denuncia il segretario Lisiapp c’è anche il
lato negativo di quel mondo invisibile quale è il sistema
penitenziario. Dall’inizio dell’anno sono più di quarantacinque gli
agenti feriti a seguito di aggressioni gratuite subite dai detenuti.
Oltre due terzi hanno riportato diagnosi di oltre 40 giorni (lesioni
gravi). Alcuni porteranno per tutta la vita i segni del loro impegno e
della loro dedizione . Ma di loro non si parla commenta sconfortato
Frongia. Purtroppo siamo seppelliti dalla e nella indifferenza totale.
Magari ma sicuramente noi non lavoriamo per essere sfregiati, feriti,
aggrediti, umiliati. Noi vorremmo lavorare per riconsegnare alla
società persone rieducate, che nella società dovrebbero essere
reinserite. La verità e la realtà purtroppo e ben diversa, oggi nelle
carceri si ammassano persone alla stregua di animali all’ingrasso. Si
lasciano al proprio destino migliaia di poliziotti. Personale cui è
sistematicamente negato il diritto. Il diritto al riposo, alle ferie,
alla possibilità di potersi organizzare la propria vita privata. Ma
tutto ciò sottolinea il numero due del Lisiapp , evidentemente, non fa
notizia. Non parlate di questo mondo fatiscente, spesso puzzolente, ma
in compenso, sicuramente, fa piu notizia i nostri presunti abusi. Ma ,
almeno, quando ne parlate chiamateci con il nostro nome : polizia
penitenziaria e poliziotti penitenziari. Non agenti di custodia,
secondini, guardie carcerarie. Non è solo per la vostra cultura. E’
perché avete il dovere di informare. Bene e correttamente conclude
Frongia.
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Li.Si.A.P.P.
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