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Due studiosi eticamente ottusi?

Leggo su “Il Fatto Quotidiano” di un articolo di due bioeticisti italiani, Alberto Giubilini e Francesca Minerva, dal titolo: “Aborto dopo la nascita, perche’ il bambino dovrebbe vivere?”, pubblicato sul Journal of Medical Ethics, nel quale affermano: “L’uccisione di un neonato potrebbe essere eticamente ammissibile in tutte le circostanze in cui lo e’ l’aborto. Tali circostanze includono i casi in cui il neonato ha il potenziale per avere una vita (almeno) accettabile, ma il benessere della famiglia e’ a rischio”. Ora, poiché non posso ritenere che i due studiosi siano eticamente ottusi, immagino che la loro volesse essere solo una provocazione. Volevano dire (almeno spero) che come è deprecabile l'uccisione di un neonato, allo stesso modo è deprecabile l'uccisione di un feto. Insomma i due eticisti sicuramente sono contro l'aborto. Altrimenti dalla loro affermazione si dedurrebbe che in determinate circostanze è lecito uccidere persone innocenti.

Francesca Ribeiro

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