Roma 01 marzo 2012. L’on. Antonio Razzi ha partecipato a Londra, dal 27 al 29 febbraio, alla sezione bilaterale di amicizia tra Italia e Gran Bretagna. Per l’occasione erano presenti per la delegazione italiana l’on. Osvaldo Napoli, l’on. Guglielmo Picchi per il PDL ed il capo delegazione il sen. Antonello Cabras del PD. La presenza inglese, composta dal presidente Tony Baldry, Andrew Tyrie, Douglas Carswell MP, Edward Oakden, Edward Leigh MP, Lord Dykes MP e Paul Farrelly MP originario di Campobasso ha discusso rispettivamente sui tema del controllo sulla legislazione europea, sull’Euroscetticismo, Bilancio Pubblico e funzionamento delle coalizioni.
Aveva ragione il buon Tremaglia a dire che vi sono presenze italiane in quasi tutte le istituzioni del mondo, ha dichiarato Razzi. Il signor Paul Farrelly infatti è di origine italiana ed amante dell’Italia tanto da aver comprato una casa a Boiano dove trascorre le villeggiature.
In calce le bozze degli interventi che l’on Razzi ha sviluppato durante l’incontro.
Martedì 28 febbraio 0re 9,30
“Crisi economica in Italia e Gran Bretagna”.
La condizione di estraneità della Gran Bretagna all’eurozona e la rotta di collisione con i vertici dell’Unione Europea dimostra che la scelta è stata infausta semmai mette in grandi difficoltà l’economia dell’intero paese.
La morsa della crisi internazionale su Italia e Gran Bretagna sembra essere più clemente con la prima piuttosto che con la seconda. Ciò non solo per le riforme e le misure adottate dal governo italiano con un esecutivo tecnico che ne ha reso più agevole l’approvazione, ma anche e soprattutto per essere parte integrante del meccanismo unitario europeo. I livelli di indebitamento della Gran Bretagna sono elevati : a metà 2011, il debito totale, privato e pubblico, rappresentava il 507% del Pil, contro il 487% del dicembre 2008. Per questo è stata costretta al terzo Quantitative easing dal 2009 ad oggi, cioè stampare nuova moneta per 60 miliardi. Si ricorda che, nonostante la crisi dell’enorme debito pubblico italiano e la situazione di grande emergenza economica, il nostro paese non ha fatto ricorso, né pensa di farlo nel breve periodo, a stampare nuova moneta.
Ore 10,30
“Il controllo sulla legislazione europea”.
E’ compito del Parlamento Europeo esercitare sulle altre istituzioni europee l’azione di controllo democratico per dettare la propria influenza: approvare e discutere le normative europee congiuntamente al Consiglio; controllare le altre istituzioni dell’Ue, in particolare la Commissione, per accertarsi che agiscano democraticamente; discutere ed adottare il bilancio dell’Ue congiuntamente al Consiglio. Il trattato di Lisbona ha accordato al Parlamento un ulteriore potere nei settori dell’agricoltura, politica energetica, l’immigrazione e i fondi dell’Ue.
Il Trattato di Lisbona però mostra tutti i suoi limiti soprattutto per le politiche del lavoro. Manca di strumenti operativi forti a causa del principio della “sovranità nazionale” che accordino le politiche singole del lavoro con gli obiettivi a livello comunitario.
Attraverso una nuova “governance” ed una più forte disciplina fiscale con annesse ristrutturazioni del sistema economico e produttivo si dovrà restituire credibilità all’area euro. I controlli auspicati dovranno mettere a fuoco costantemente il Patto di Stabilità dove gli squilibri tra paesi membri dovranno diventare il tema centrale dell’agenda europea.
Ore 11,30
“L’Euroscetticismo”
Il superamento dell’Euroscetticismo nelle sue divisioni tra conservatori liberali, nazionalisti e le formazioni politiche contrarie di principio all’Unione, è uno degli auspici cardine per il futuro stesso dell’Unione. L’Euroscetticismo si è presentato soprattutto in veste di difensore dei poteri delle corporazioni conservatrici facendo scudo ad una economia globalizzata minacciosa delle loro acquisizioni.
E’ utile operare la distinzione tra euroscettici radicali ed euroscettici moderati. Così nel regno Unito (Ukip) radicali e moderati si trovano a fare campagna l’uno contro l’altro senza contare la “Libertas” cospicua aggregazione paneuropea di partiti contrari al Trattato di Lisbona.
In Italia, per esempio, la politica europeista nonostante il ruolo di primissimo piano assunto per aver partecipato all’atto fondativo, è stata abbastanza tiepida. Basti pensare all’errore grave di aver permesso alla Lega, con la sua politica, di offendere continuamente l’Europa e i suoi obiettivi.
Ore 15.30
“Le coalizioni possono funzionare?”
L'Europa si è trovata di fronte a un dilemma politico: l'Unione è disposta ad applicare gli stessi criteri agli Stati membri piccoli e a quelli grandi? Lo FPÖ austriaco formò una coalizione con il partito conservatore ÖVP. Il fatto che un partito populista dalla reputazione xenofoba possa andare al potere in uno Stato membro dell'Unione ha suscitato forti reazioni negli altri Stati membri. L'Austria, per questi motivi, è stata sottoposta a un regime di sanzioni politiche con la sospensione dei contatti diplomatici bilaterali.
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