I GIOVANI IN CIFRE

Nonostante l’austerità impostaci da Monti, i giovani italiani hanno speso, almeno per lo scorso anno, decine di migliaia d’Euro in generi dei quali potevano fare a meno. E’, quindi, più che giustificata e giustificabile l’importanza che la maggior parte delle industrie dedica a questo particolare tipo di consumatore; che non guadagna, ma spende. Tutto, di conseguenza, si è adattato alle nuove necessità commerciali: moda”giovane”, vacanza”giovane”, musica “giovane”, sono termini che possono convalidare la fortuna di un determinato prodotto. In una Società sempre meno consumistica, gli juniores, non solo sborsano tutto quello che hanno ma, spesso, riescono ad influenzare anche i gusti dei genitori, che di problemi già non ne hanno pochi. Su questa realtà di base, abbiamo cercato di fare il punto sulla concreta disponibilità economica dei giovani; in altre parole, faremo loro i conti in tasca. Per poter valutare dati attendibili, abbiamo limitato la nostra inchiesta di chi è tra i sedici ed i venticinque anni. Anche con questa voluta limitazione, la somma che questi giovani hanno a disposizione supera i tre milioni d’euro l’anno. Scindiamo questa cifra, per noi, astronomica. Ne risulta che ogni ragazzo italiano, indipendentemente dal suo stato sociale, spende, quotidianamente, una media di poco inferiore ai 2,50 Euro (Euro 900 l’anno). Per dare spessore all’entità di tale cifra, aggiungiamo, in raffronto, che ogni giovane statunitense ha a disposizione circa 5 Euro il giorno, quello svedese 2,7 Euro e quello tedesco più di tre Euro. Del resto, soprattutto se disoccupato, il giovane italiano non ha motivo di lamentarsi, anche perché, nonostante il giro di vite del Professore, la cifra a sua disposizione non sembra destinata a diminuire. Ora non rimane che vedere come gli italiani over 25 spendono il loro piccolo patrimonio. Il 52% della somma è investito tra abbigliamento e vita notturna. Poi, la motorizzazione e, se capita, anche il settore dei CD non è disprezzato; come certi settori dell’informatica. Oltre il 32% della produzione è accaparrato da loro. All’ultimo posto, purtroppo, gli interessi culturali che restano il fanalino do coda dei nostri giovani. La spesa in libri e pubblicazioni non raggiungono il 9%. Quello che resta del loro tesoretto, neppure tanto sudato, è speso per spettacoli cinematografici, teatrali ed incontri in locali caratteristici. Però, almeno dalle statistiche a nostra disposizione, i giovani sono tornati a “contestare” questa Società che non li considera, a loro dire, a sufficienza e che non consente prospettive meno incerte per il futuro. Eppure, nonostante la realtà, trovano ancora il tempo ed il modo di spendere proprio nel sistema che tanto contestano. IL passaggio dalla giovinezza alla maturità non è più quello dei tempi nostri. L’economia nazionale andrà a riflettersi negativamente anche sul loro modo di vita e di pensare. Questa Generazione si dovrà preparare a sostituire quella che è al tramonto. I dubbi sul buon fine già sono presenti. Altre previsioni sarebbero poco opportune. Ci basta rammentare che i giovani, senza lavoro, potrebbero fondare un partito politico, con la certezza di spuntarla anche nel Parlamento italiano che sarà.

Giorgio Brignola

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