GRECIA: GLI OLANDESI ED IL NUOVO COLONIALISMO

L'Olanda, pur avendo tenuto, fino ad oggi, un profilo estremamente basso nella vicenda greca, è tra i paesi più intransigenti; un vero e proprio falco.
Il ministro delle Finanze olandese, Jaan Kees de Jager, non ha avuto peli sulla lingua nel chiedere che “Ue e Fmi assumano un controllo “permanente” delle entrate e delle spese pubbliche della Grecia, in cambio del secondo pacchetto di aiuti”.
Vediamo già solerti contabili di alto rango, con abito scuro d'ordinanza, sfidare il sole del Mediterraneo e, all'ombra del Partenone, sfilare manganello e frustino dalla valigetta.
L'utilizzo di tali attrezzi è abbastanza semplice; se la Grecia non fa il suo dovere, se la tensione sociale dovesse rivelarsi “un problema”, se la rabbia della gente diventasse “incresciosa”, la rappresentanza permanente avrebbe gli strumenti idonei per farsi sentire.

L'Olanda ha un ricco passato coloniale, evidentemente ancora vivo nell'immaginario del suo ministro. La Grecia dovrebbe diventare, da paese controllato, quasi protettorato, una vera e propria colonia. Le verrebbe tolto anche il controllo nominale sulla propria economia. A questo punto perchè, oltre ai contabili, non mandare anche qualche migliaio di paracadusti e un pò di carri armati? Basterebbe a placare l'ansia olandese?

Dov'è l'Europa della solidarietà? Dove la patria dei popoli? Dov'è la tanto sbandierata cittadinanza europea se le esigenze del grande capitale finanziario arrivano a privare gli stati della loro sovranità? Diciamo meglio, la sovranità non viene ceduta ad un governo sovranazionale, democraticamente rappresentativo, ma trasmessa di fatto agli stati più potenti a loro volta servizievoli allocchi di ben altri poteri. Non è la costruzione del nuovo, ma la vecchia storia del più forte che soggioga i più deboli. E' uno stato di guerra mistificato da una parvenza di diritto.

Siamo realmente sicuri che un'Europa così ci serva davvero?

Mario Michele Pascale

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