Pianeta America: Requiem per un reporter. Anthony Shadid 1968 – 2012

HOUSTON, Texas – Ad Anthony Shadid erano stati assegnati ben due premi Pulitzer e per più di vent’anni aveva mandato le sue corrispondenze dal mondo arabo e dagli angoli più caldi di quell’angolo tormentato del nostro pianeta. E’ morto a quarantatré anni ed oltre alla moglie ed a due figli lascia dietro di se un rimpianto ed una stima enormi per il fatto che era il vero reporter da campo che non esitava a presentare senza reticenze le sue opinioni su quanto passava davanti ai suoi occhi. Si trovava in Siria da una settimana circa e da li stava seguendo la repressione feroce delle forze d’opposizione da parte del presidente siriano Bashar-al-Assad. Il New York Times ha comunicato che Anthony e’ morto per un attacco d’asma mentre era occupato ad informare i suoi lettori sui tragici eventi siriani per conto del Times. Il noto reporter era stato sempre in prima linea nei posti più pericolosi del Medioriente tanto che si trattasse della Libia, dell’Egitto o di quelli in cui si svolse il lungo conflitto iracheno. Proprio per il suo carattere e per la sua noncuranza del pericolo personale aveva già ricevuto una ferita d’arma da fuoco mentre lavorava nel settore occidentale dei territori palestinesi e poi, nel corso della guerra civile libica, era rimasto vittima di un rapimento che descrisse dettagliatamente al suo rilascio e durante il quale si temette seriamente per la sua vita.

Sulla sua scomparsa l’editore esecutivo del New York Times Jill Amramson ha scritto: “ Anthony e’ morto come ha vissuto – convinto di testimoniare il cambiamento che ha spazzato il medioriente e la sofferenza della gente colta tra l’oppressione del governo e le forze d’opposizione.”

S'è appreso che la salma del reporter che aveva lavorato per il Boston Globe, per il Washington Post e per il New York Times e’ stata fatta giungere in Turchia dal fotografo del Times Taylor Hicks.

Le interviste di prima mano e le corrispondenze di Shadid su fatti tragici ed in scenari pericolosi erano frutto di un grande impegno personale e d'una altrettanto grande professionalità che gli permettevano di trasportare i lettori dei suoi articoli sui luoghi in cui quelle interviste e quelle corrispondenza venivano effettuate.

Il reporter scomparso non dimenticava mai di trarre riflessioni e considerazioni personali su quanto accadeva intorno a lui. Il suo intento principale era quello di giungere al cuore dei problemi che tormentano il nostro mondo e la nostra epoca e che sono quindi anche i problemi degli Americani e di tutti.

RO PUCCI

02 / 19 / 2012

I-AM, HOUSTON, TEXAS

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