Intervista al gruppo ecologista di riano

Il “Rifiuto” della Regione Lazio.

Nel Lazio, e per la precisione nel Comune di Riano, nasce un nuovo movimento ecologista contro la realizzazione di una discarica che sarà posta a Quadro Alto o probabilmente a Pian dell’Olmo. Per Politicamente corretto.com abbiamo intervistato Elisabetta Profeta, una delle più determinate attiviste del gruppo, che oltre ad essere l’amministratore del profilo Facebook dal titolo “I Bannati da Renata Polverini”, da mesi partecipa al presidio permanente a difesa del territorio.

1 – Sig.ra Profeta, il vostro profilo Facebook sta avendo un enorme successo e un grande richiamo mediatico, come è nata l’idea di realizzare “I Bannati da Renata Polverini”?

Non è un’idea partita da un ragionamento premeditato, è stata una reazione di sdegno nei confronti di chi, ed in questo caso parliamo della Presidente della Regione Lazio Renata Polverini, non solo si ostina a non ascoltare le ragioni dei cittadini in sede istituzionale, ma si permette di cancellarne i commenti e le critiche, democraticamente espresse all’interno della sua pagina Facebook che dovrebbe essere aperta al pubblico. Censura insomma, roba da vecchio regime. Il punto di partenza di questa vicenda, nasce da un tafferuglio avvenuto davanti alla sede della Regione Lazio alla Pisana, presidiata dai comitati dei cittadini, dopo l’approvazione del piano rifiuti e la sospensione della discussione della proposta di legge di iniziativa popolare sottoscritta da 10 mila cittadini. Proposta che non è stata neanche considerata degna di essere ammessa ad una discussione in Consiglio. I cittadini, esasperati dall’atteggiamento intransigente e per nulla comunicativo dei gruppi di maggioranza alla Regione, rispetto alla delicatissima questione dello smaltimento dei rifiuti nel Lazio, si sono scagliati (ma solo verbalmente) contro il capogruppo Pdl On. Fiorito, protestando la loro contrarietà all’attuazione del piano e alla mancata approvazione della discussione della legge 241 di cui sopra. Per tutta risposta l’On Fiorito, ha dichiarato di essere stato aggredito fisicamente durante la manifestazione ed ha incassato la solidarietà della Presidente Polverini che lo ha pubblicato, appunto, sulla sua pagina ufficiale di Facebook. Noi cittadini di Riano, Corcolle e Fiumicino, che in questo momento ci troviamo nell’occhio del ciclone a causa di quest’assurdo Piano Rifiuti, abbiamo voluto sottolineare sulla sua pagina il nostro essere pacifici, e di aver manifestato il nostro dissenso con assoluta calma e nel rispetto delle regole democratiche. Non accettiamo di farci affibbiare l’etichetta di facinorosi e violenti senza un giustificato motivo. Per tale motivo, molti di noi hanno iniziato a scrivere sulla bacheca della pagina della Polverini, non solo per smentire l’accaduto, ma per sottolineare che, semmai, c’era il fondato dubbio che proprio colui che denunciava l’aggressione, avesse agito fisicamente sui manifestanti. A suffragio delle nostre affermazione vi è il fatto che una signora di Corcolle è stata addirittura colta da malore. Quando i commenti negativi sulla pagina della Presidente della Regione Lazio hanno cominciato ad assumere una dimensione rilevante, lei o chi per lei, ha pensato bene di “bannare”, ovvero cancellare, i commenti scomodi dei cittadini coinvolti in questa vicenda. Pertanto abbiamo deciso di fondare la pagina“ I bannati da Renata Polverini “ per dimostrare (tramite stampa digitale o foto dello schermo del Pc raffigurante la pagina Facebook) l’esistenza dei commenti prima ancora della censura, che testimoniano una realtà differente da quella che la Polverini vorrebbe veicolare.

2 – Tra i molti link nel vostro profilo c’è anche a quello dal titolo “La Polverini non è il mio Presidente”, che nel giro di pochi mesi ha raggiunto la quota di 23.753 adesioni, come spiega questo incremento numerico così rapido?

Anche se non sta a me dare un giudizio politico sull’operato della Presidente Polverini, credo che molti cittadini si siano sentiti traditi da diverse decisioni discutibili e da un programma politico che non è stato onorato.

3 -Lei crede che tutto ciò sia da attribuire alle scelte politiche sbagliate che sta facendo la Governatrice del Lazio in tema di rifiuti?

Sinceramente penso proprio di si. non si è trattato però solo di scelte sbagliate, ma della totale assenza di un contraddittorio con i cittadini e le autorità locali. Di fatto, prima è stata effettuata la scelta dei siti, solo in base a delle mappe geografiche e poi man mano si è tentato di dimostrare che i siti erano idonei, utilizzando criteri di legge non ancora in vigore. Tanto per fare un esempio, non si è tenuto conto delle distanze delle case e degli insediamenti sensibili come le scuole o le case di riposo. Per quanto riguarda Riano, l’unico studio applicativo al quale si è fatto riferimento, è quello fatto dalla Colari del Sig. Cerroni (patron di Malagrotta), uno studio privato che non doveva essere preso in considerazione da un’istituzione come la Regione Lazio. Il Piano Rifiuti della Polverini si rifà ad una politica dei rifiuti obsoleta e costellata di discariche e termovalorizzatori, tutti impianti che a breve e lungo termine, sono dannosi per le popolazioni circostanti. E’ ovvio che non piaccia questo Piano Rifiuti, come è stupidamente ovvio che chi si oppone a queste operazioni venga bollato come “Nimby”, cioè come colui che protesta contro opere di interesse pubblico. Credo che chiunque combatterebbe contro una discarica nel proprio cortile, anzi al centro del proprio quartiere, perché nello specifico, la discarica di Riano non sorgerebbe vicino al paese, ma “dentro il paese”. Se si guarda l’attuale mappa di Google questo dato si evince subito e si nota anche che la discarica insisterebbe sulla falda di acqua potabile che serve un terzo del paese e che. tra le altre cose, si getta direttamente nel Tevere che dista non più di un km dalla cava. Grazie alla pseudo emergenza Malagrotta e all’affidamento dei poteri straordinari al Prefetto Pecoraro, sia nel caso di Riano che in quello di Corcolle, si è andati in deroga rispetto a tutti i vincoli di legge e tutela del territorio di cui godevano queste due aree. In poche parole, i nostri erano territori protetti, ma dichiarando lo stato di emergenza, come al solito, hanno fatto ciò che gli è parso e piaciuto. Riano è adiacente al parco Regionale di Veio, Corcolle è vicinissima a Villa Adriana, entrambe immerse in paesaggi verdi ed incontaminati che i signori del potere vogliono ridurre come Malagrotta, che oggi è un deserto.

4 – Qual è la situazione dei rifiuti a Riano?

So che a Riano partirà la raccolta differenziata entro la fine di questo mese, anche se probabilmente c’è stato qualche ritardo a causa dell’emergenza neve che ci ha letteralmente paralizzato per due settimane. Tanto che il Comune di Riano ha chiesto alla Regione Lazio, lo stato di calamità naturale. E su questo vorrei fare un appunto: anche se è vero che si tratta di un evento atmosferico di eccezionale portata, c’è da dire che da 4 anni a questa parte, si registra una tendenza al rialzo delle precipitazioni nevose e anche questo fatto, non depone a favore dell’idoneità delle cave di Quadro Alto ad essere la nuova Malagrotta, perché in concomitanza di tali eventi la raccolta dei rifiuti si paralizzerebbe.

5 – Lei crede che la scelta di realizzare una discarica nel vostro territorio sia del tutto sbagliata o che qualora venga realizzata in sicurezza potrebbe essere di minore impatto ecologico?

L’inserimento di una megadiscarica in un territorio di soli 25 km quadrati avrà un effetto devastante a livello sociale, in quanto la maggior parte della gente che abita qui perderà il lavoro nel settore del turismo, dell’allevamento e dell’agricoltura, mentre dal punto di vista economico gli immobili dei residenti perderanno un valore stimato intorno al 50 per cento. Detto questo, c’è da aggiungere che il sito di Quadro Alto non è idoneo per una marea di motivi che sono tecnici, strutturali e ambientali, oltre che di carattere culturale e di buon senso. Naturalmente, questo vale anche per il sito di Pian dell’Olmo, che risulta più ridotto, ma che presenta le medesime criticità. Le distanze dalle case sono di parecchio inferiori ai limiti di legge attualmente in vigore, anche se con il gioco delle tre carte, il Consiglio Regionale vorrebbe, con il nuovo Piano Rifiuti, definire “a norma di legge” distanze inferiori a quelle attuali, quindi modificarle a proprio tornaconto senza usare la legge vigente, ma una ancora non approvata.
Nel sito di Quadro Alto, scorre una falda acquifera potabile di media portata che è affiorante, cioè si vede a vista d’occhio. Detta falda, sostiene l’approvvigionamento idrico di un terzo del paese e poi si getta direttamente nel Tevere (direzione Roma) dopo un breve percorso di circa 1 km. Anche in questo caso c’è da dire che in presenza di falde acquifere, non si possono porre discariche nelle vicinanze e, in ogni caso, le distanze di legge che anche qui, sono state ampiamente disattese. Inoltre, se il percolato dovesse infiltrarsi sotto la cosiddetta impermeabilizzazione, l’inquinamento scenderebbe direttamente nel Tevere con conseguente grave disastro ecologico (arsenico e altri veleni). Come si fa a realizzare un’impermeabilizzazione perfetta su 94 ettari di terreno, in presenza di una falda d’acqua affiorante in un terreno di tufo che non è impermeabile ? La cava di tufo, che è ancora attiva e dà lavoro a circa 200 persone ora è praticamente un lago, in quanto gli scavi sono stati effettuati sotto il limite della falda acquifera. I tecnici del Prefetto Pecoraro, lo vedono asciutto solo perché ci sono delle pompe di aspirazione che lavorano giorno e notte e diversamente i rilievi dovrebbero farli affittando una barca. Fare qui una discarica significa paralizzare il traffico della Flaminia e della Tiberina che attualmente è già ampiamente congestionato, e con i circa 1500 camion che dovrebbero passare, tutti i giorni, per lo smaltimento dei rifiuti sarebbe un vero disastro. Questa condizione, inoltre, paralizzerebbe anche il traffico del Grande Raccordo Anulare nel tratto compreso tra Settebagni e Boccea, compromettendo Cassia, Cassia bis e parte della via Trionfale. Dal punto di vista culturale, poi c’è da dire che poco tempo fa, la stessa Regione Lazio annoverava Quadro Alto tra i 70 geositi più importanti del Lazio. Qui è stato rinvenuto lo scheletro di un mammut dell’era preistorica unico del suo genere. Inoltre le cave di Riano ed i suoi dintorni, sono state in passato prestigiose location di film di Hollywood campioni del botteghino come “IL NOME DELLA ROSA” con Sean Connery e “TITUS” con Anthony Hopkins. L’ambiente di Riano e dintorni è ancora incontaminato, ricco di flora e fauna non comune, circondata da ruscelli, piccole foreste e campi coltivati. E, cosa importante, non dimentichiamo che è situato nel Parco di Veio.

6 – Secondo la sua esperienza, quali potrebbero essere le possibili soluzioni?

La raccolta differenziata porta a porta, è l’unica cosa che ci può salvare. Con questo sistema, si incrementa la frazione dei rifiuti riciclati riducendo al minimo la quantità di rifiuti solidi urbani diretti in discarica e quindi il problema delle discariche sempre piene verrebbe ridotto notevolmente. Il porta a porta è il metodo più efficace per assicurare alte percentuali di differenziazione perché i residenti si sentirebbero controllati e quindi differenzierebbero con maggiore cura. Nel caso, poi, di ripetute violazioni potrebbero essere multati, dunque l’educazione a tale metodo sarebbe immediata. La raccolta differenziata comporta molti vantaggi, in termini di riduzione di rifiuti (-20%), nell’aumento della raccolta differenziata (fino al 70-80%) e, soprattutto, a regime, nella diminuzione delle tariffe (- 15%). Ricordo che già nel 2006 una ricerca su oltre 13 milioni di cittadini fatta dall'Ecoistituto di Faenza dimostrava questo dato. Oggi un cittadino che vive in un appartamento di 80 metri quadri in provincia di Treviso, dove già questa pratica è in uso, paga per la Tarsu 90 euro l'anno rispetto ai 120 euro circa che si pagano da noi. Questo non succede solo in Veneto, ma anche in diverse provincie del Lazio. La raccolta domiciliare certamente comporta un cambiamento di abitudini ed un maggior numero di addetti, ma con una adeguata informazione e la collaborazione di tutti ci sarebbero enormi vantaggi e probabilmente anche un aumento di posti di lavoro i cui costi verrebbero compensati dalle minori spese di smaltimento del residuo, dai minori investimenti e dal maggior guadagno che proverrebbe dalla vendita dei materiali ben differenziati alla fonte. Nessuno poi affronta il problema dei “costi esternalizzati”, ossia i costi in termini di danni alla salute ed all'ambiente che provengono dalle attività industriali/energetiche/produttive . Questi costi, riconosciuti e valutati dall'UE, variano, per l'incenerimento di una tonnellata di rifiuti da 4.5 a 21 euro, a seconda dell'efficienza energetica raggiunta dall'impianto. Allora, se mettiamo sul piatto della bilancia la riduzione del 20% della TARSU che si ottiene col porta a porta, l'assenza di costi esternalizzati, i nuovi posti di lavoro che si creano, direi che il porta a porta è estremamente vantaggioso.

7 – Un ultima domanda, Lei ci ha parlato di soluzioni già adottate in altri Paesi, ci può spiegare meglio?

Fermo restando che la raccolta differenziata porta a porta resta per me e per il gruppo di ecologisti “Zero Rifiuti” l’unica alternativa a discariche ed inceneritori, c’è anche chi indica altre soluzioni momentanee, una strada per dare alle amministrazioni ( in particolare Roma ) il tempo di organizzarsi per partire con una raccolta differenziata porta a porta. La presunta “emergenza”, secondo queste altre opinioni, si potrebbe risolvere mandando i rifiuti all’estero per circa tre anni (ad esempio in Olanda, come ha fatto Napoli), ad un costo inferiore a quanto si paga oggi in Italia per smaltire, in una discarica o in un inceneritore, la spazzatura indifferenziata. Altri addirittura hanno paventato l’esistenza di siti di proprietà dei Militari a più di 20 km dalle abitazioni, ma a tutt’oggi, queste soluzioni non sembrano aver convinto ed in ogni caso la strada giusta è essenzialmente quella della raccolta differenziata porta a porta. Questa non è utopia, ma un progetto che si potrebbe concretamente attuare, serve solo la volontà politica. Ecco, per esempio, dopo che la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020 è stata bocciata dal Governo, il Sindaco di Roma potrebbe utilizzare le risorse che aveva previsto per i Giochi Olimpici per risolvere in modo definitivo il problema dei rifiuti a Roma.

Antonino Di Giovanni

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