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on. Franco Laratta, Pd: "Ora il ‘caso Politano’ torni di attualità . La strage di un’intera famiglia calabrese non può cadere nell’oblio!"

Dopo la storica sentenza del “Processo Eternit”, qualcosa finalmente sta cambiando anche in Italia. Chi provoca disastri ambientali e causa la morte di persone, ora paga. Per cui mi chiedo: “Perché nessuno paga per il 'caso della famiglia Politano' di Paola? Un 'intera famiglia distrutta negli anni a causa delle esalazioni di una centralina telefonica. Per questa ragione, dopo il silenzio colpevole del precedente governo, ripropongo il caso-Politano, con un'interrogazione urgente al Presidente del Consiglio, al Ministro della Salute, al Ministro dell' Ambiente affinché si faccia piena luce sulla drammatica vicenda.

ONN.: LARATTA, SERVODIO, RUBINATO, OLIVERIO, GRASSI, BERRETTA, D'INCECCO, BOCCUZZI, REALACCI, LAGANÀ FORTUGNO e CESARE MARINI

Interrogazione a risposta scritta

Al Presidente del Consiglio

Al Ministro della Salute

Al Ministro dell'Ambiente

Da On Francesco Laratta

Per sapere – premesso che:

La famiglia Politano, di Paola (Cs), è stata quasi completamente distrutta dal cancro;
la famiglia viveva da anni in un'abitazione adiacente ad un centralina per i servizi telefonici. L'unica superstite, Antonella Politano, da dieci anni si batte per mantenere la promessa che fece al padre in punto di morte: ottenere giustizia per i genitori, per la zia e per le sue tre sorelle, Gabriella, Annamaria, Patrizia che, una dopo l'altra, sono decedute dopo laceranti sofferenze per un tumore terribile che ne ha devastato i corpi fino a distruggerli. La superstite, ma anche gli organi di informazione e indagini giudiziarie, hanno fatto una ricostruzione puntuale di quanto accaduto. Secondo queste ricostruzioni, Vincenzo Politano, lavorava come custode nella vicina «Azienda di Stato per i Servizi Telefonici» (poi diventata Iritel, poi ancora Telecom ed ora Poste Italiane). La famiglia viveva in una casa posta all'interno di un enorme caseggiato, adiacente alla centralina telefonica; nel caseggiato abitavano anche altri dipendenti. Nella zona si respirava per anni un'aria pesante, molto forte, chiaramente non era aria pulita. Ma sembrava normale e nessuno si lamentava più di tanto. Anche i genitori di Antonella pensavano che i cattivi odori fossero prodotti dalle turbine. Non avrebbero mai potuto sapere che si trattava, con ogni probabilità, di sostanze altamente nocive, forse veri e propri veleni, che nel giro di pochi anni sarebbero stati causa di tanti morti. Nessuno, del resto, sembra fosse a conoscenza del fatto che quei fumi, che fuoriuscivano da una centralina telefonica, posta a qualche metro da civili abitazioni, rappresentavano un pericolo mortale per decine di persone;
nel 1984 muore la mamma di Antonella, Natalina;
il 6 agosto del 1988, a soli 39 anni, muore per carcinoma alle ovaie anche la sorella più grande, Gabriella;
l'8 dicembre del 1998 muore la seconda sorella, Annamaria;
nel 2000 muore anche Patrizia;
negli anni successivi moriranno, pure, il padre Vincenzo e la zia Bernardina;
Antonella Politano, si dedica così ad una lunga battaglia giudiziaria, combattuta senza risparmio di energie, per ottenere giustizia. Nel 1992 quella centralina venne smantellata. La procura di Paola avvia un'inchiesta da cui emerse che all'interno della centralina esistevano ben 226 accumulatori di piombo sottoposti giornalmente a manutenzione ordinaria;
da questi accumulatori si sprigionavano sostanze tossiche e nocive, quali il solfato di piombo, che diventavano ancora più nocive sotto l'azione dell'acido solforico, sostanze classificate dallo Iarc, cancerogeno umano, gruppo 1, nonché vapori tossici provenienti dai raddrizzatori al selenio;
dall'inchiesta vennero fuori anche altre gravissime inadempienze da parte dell'azienda. Il 30 novembre del 2007 sono stati rinviati a giudizio due dirigenti della centralina. Processati, vennero dichiarati non colpevoli con non luogo a procedere nei loro confronti, ma il danno ambientale prodotto fu riconosciuto e questo ha permesso alla famiglia Politano e a quanti sono rimasti vittima di quelle esalazioni di intentare una causa civile contro l'azienda, ora di proprietà delle Poste Italiane.

TUTTO CIO' PREMESSO

SI INTENDE SAPERE:

· se il Governo è a conoscenza di quanto esposto;

· quali iniziative di competenza intenda assumere al riguardo;

· che cosa intenda fare, per quanto di competenza, al fine di garantire giustizia alla famiglia in questione.

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