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E’ tempo che il Partito Socialista Italiano chiarisca la sua vocazione politica

E’ tempo che il Partito Socialista Italiano scelga, senza più tentennamenti, cosa vuole fare da grande.
Dopo le dimissioni di Berlusconi e l’incarico a Monti di formare un nuovo Governo, si era capito come l’accordo di Vasto, ed il suo allargamento al PSI come quarta gamba, fosse da ritenersi una esperienza chiusa, essendo svanite le elezioni anticipate. Totalmente da dimenticare, fortunatamente, il tentativo susseguente del Partito di avviarsi verso una alleanza di stampo centrista inserendosi tra il PD di Bersani e l’UDC di Casini. Tentativo, questo, miseramente fallito all’Assemblea nazionale di Fiuggi per la mancanza dei due leader alla chermesse. Il dopo Fiuggi è stato solo un walzer di dichiarazioni confuse corollate dalla inattesa fiducia al Governo Monti.
Ed arriviamo, oggi, a testimoniare una realtà sconfortante in cui il PSI cade nell’incertezza della propria missione e della propria collocazione politica.
Il PSI non può continuare ad essere né carne né pesce. Il Partito Socialista Italiano esiste per i deboli del mondo e deve avversare moderatismi che, soprattutto in tempo di crisi, danneggiano indelebilmente l’essenza dell’essere uomo. Il PSI deve scegliere la strada sia della lotta alle ingiustizie che della proposta politica. Partito di lotta e di governo. Il Partito deve riallacciare un dialogo serio con tutti i socialisti, di sinistra, che porti ad una sintesi politica definitiva. Ad una ricomposizione della diaspora che non può non essere di sinistra.
Ripensiamoci, una volta per tutte, come un Partito definitivamente di sinistra. Costa, Turati, Nenni, Pertini, ci apprezzerebbero.

Manuel Santoro
Partito Socialista Italiano
Manuelsantoro72@gmail.com

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