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Porte aperte alla Finanza anche in Senato, la politica deve ritrovare credibilità 

Qualche giorno fa il Senato ha vissuto una vicenda che ai non addetti ai lavori portebbe sembrare incomprensibile e che, quindi, reputo utile approfondire.
La Guardia di Finanza si è presentata a Palazzo Madama per acquisire la documentazione bancaria, presso la filiale della Bnl di Palazzo S. Macuto, relativa al conto corrente intestato a Democrazia e Libertà (è questo il nome della Margherita), nella vicenda che riguarda l’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi. Le Fiamme Gialle, però, sono state bloccate all’ingresso. E’ qui si è gridato allo scandalo, ai politici chiusi nella loro roccaforte.

E’ bene chiarire che si è trattato di un semplice inghippo procedurale e che nessuno, men che mai l’Italia dei Valori, avrebbe impedito alla Guardia di Finanza di fare il suo dovere in nome di una trasparenza nella gestione dei soldi pubblici che invochiamo e perseguiamo da sempre. Sì è parlato di scandalo, di difesa della casta. Niente di tutto questo. Il problema è semplice: le Fiamme Gialle non erano provviste della necessaria e formale richiesta di accesso per entrare negli uffici del Senato. Nessun imbroglio, nessuna tutela dei privilegi. Solo una questione procedurale che, come tutte le regole, deve essere rispettata.

Fatta questa premessa, l’IdV non vede l’ora che venga fatta chiarezza sulla vicenda Lusi, così come in tutte le vicende di malapolitica, a destra come a sinistra. La nostra battaglia per la legalità, infatti, non ha colore politico. Ritengo, però, che il centrosinistra abbia a maggior ragione il dovere di fare chiarezza e di dare il buon esempio, affinché le parole diventino fatti e non vuoti spot elettorali. Chi ha fatto della legalità una colonna portante del proprio modo di fare e intende la politica come vero servizio per i cittadini, non può nascondersi dietro un dito, altrimenti è normale essere visti dagli elettori tutti come la stessa cosa, destra e sinistra, un’unica casta accomunata dall’avidità e dalla brama di potere.

Apprezzo che nel caso Lusi, a differenza del passato, il Pd non abbia minimizzato. Ma la questione morale si sta rivelando una malattia da non sottovalutare, quella stessa malattia che ha fatto allontanare i cittadini dalla politica.

Non ci possiamo permettere di non vedere ed è un bene che i casi Penati, Lusi, Tedesco… e ancor prima Cosentino, Papa, Cuffaro, siamo emersi, perché hanno svelato ciò che gli italiani annusavano da tempo. Ed è questo il motivo per cui oggi la politica, purtroppo, è governata dai tecnici. Bisogna voltare pagina e farlo subito, imponendosi regole molto più stringenti nella selezione della classe dirigente per proporsi come diversi dagli altri. In Parlamento e nelle altre istituzioni devono andare persone al di sopra di ogni sospetto: persone pulite e capaci, che gestiscono la cosa pubblica con le mani pulite e non al servizio delle proprie tasche . La questione morale diventi il motore del cambiamento e l’IdV si farà trovare sempre preparata.

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